28. Carlos?

807 30 0
                                    

Lo avevo finalmente convinto ad andare a piedi, lui che si lamentava mentre arricciava il naso sotto i suoi occhiali da sole e io che alzavo gli occhi al cielo.

Indossavo gli stessi vestiti della sera prima ma i miei capelli erano legati distrattamente in una crocchia, la mia mano che si posava sul mio volto a nascondermi dal sole mentre camminavo a passo deciso.

E provai il desiderio di spingerlo sotto una macchina numerose volte, la sua voce cantilenante mentre non smetteva di lamentarsi del caldo e di come lo odiasse.

E lo riempii di pizzicotti nella speranza si zittisse, essi che lo portavano a lamentarsi ancora di più e a farmi desiderare che fossi io quella a finire sotto una macchina.

Perché era davvero quasi polemico quanto me.
Chi l'avrebbe mai detto.

Arrivammo al portone e bussai al citofono, nonna che ci metteva tanto ad aprire mentre il monegasco si strofinava il retro della testa.

Lo trascinai verso le scale e lo osservai leggermente, le mie labbra che si arricciavano spocchiosamente mentre lo guardavo divertita.
"Sei nervoso?"

"Eh? No, perché dovrei essere nervoso? Non-" E la porta si aprii, lui che si zittiva mentre si stampava un sorriso educato sul volto, uno di quelli che spesso gli avevo visto nei tiktok quando parlava con gli intervistatori.

Ed ero ancora divertita fino a quando non mi trovai lo sguardo severo di nonna addosso, le mie labbra che andavano ad imitare il sorriso del pilota Ferrari mentre scuotevo una mano innocentemente.

"Mi sono scordata di dirti che avremmo avuto un ospite."
Lei continuò a guardarmi storto.
"O due."

Risi senza ironia ed entrai in casa, il monegasco che si guardava intorno spaesato mentre offriva un altro sorriso di circostanza a mia nonna.

"Tu devi essere Carlos!"

"Charles." Corressi.

"Carlos va bene." Gli sorrise educatamente il monegasco, io che lo guardavo stralunata mentre lui porgeva educatamente una mano a mia nonna.

Nonna sorrise calorosa e gli scosse la mano, la sua espressione che era simile a quella del pilota mentre io osservavo l'interazione quasi divertita.

E sapevo che dopo mi sarebbe aspettata una bella strigliata d'orecchio da parte dell'anziana.

E forse anche da parte del ragazzo degli occhi verdi.

"È rimasto qualcosa, No'? Non ti scomodare mangiamo al tavolo in cucina." Dissi iniziando a dirigermi verso la stanza, uno sguardo d'orrore sul volto di mia nonna mentre mi seguiva lentamente.

"Martina, perché non me lo hai detto prima! Non ho preparato niente! È rimasta solo un po' di pasta pasticciata, delle melanzane ripiene e l'insalata di pomodori! Oh mannaggia, vuoi che cucino qualcos'altro?"

Scossi la testa divertita mentre prendevo velocemente una tovaglia e la posavo sul tavolo, apparecchiando velocemente per due mentre facevo segno a Charles, o Carlos, di sedersi.

"Nonna ci basta e avanza, tranquilla. Tu e nonno avete mangiato?"

"Si, si, tuo nonno è di là che come al solito sta dormendo." E poi si zittì, il suo volto che si girava verso Charles per un instante prima di tornare di nuovo su di me. "Ma lui ci capisce mentre parliamo?"

E mi impegnai nel trattenere una risata, mi impegnai davvero, ma un risolino mi scappò le labbra quando osservai il volto fintamente impassibile del monegasco mentre si girava verso mia nonna.

Gocce d'estate[C.L]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora