Quella mattina fui io a svegliarmi per prima, le mia mani sul mio volto mentre sbadigliavo e mi disattorcigliavo dalle braccia del monegasco.
Lui si lamentò leggermente nel sonno, forse per i movimenti per niente delicati che stavo compiendo, e si girò su un fianco dandomi le spalle, io che ammiravo leggermente la sua schiena perfetta prima di scappare verso il bagno.
Perché oggi, se tutto fosse andato bene, sarebbe stato il mio ultimo giorno di ciclo e finalmente l'indomani saremmo potuti andare a mare.
E non solo, magari.
Comunque io odiavo fare il bagno con le mestruazioni, la paura e la paranoia che mi perseguitavano costantemente, così era assolutamente fuori discussione che entrassi in acqua anche all'ultimo giorno.
E mi dispiaceva per il monegasco ma almeno avevamo altri due giorni per recuperare. E, veramente, non vedevo l'ora.
Comunque mi sciacquai velocemente la faccia e i denti e mi legai i capelli in una crocchia disordinata, i miei passi silenziosi mentre mi dirigevo in cucina e iniziavo a prendere gli ingredienti.
Perché il monegasco non aveva ancora provato le mie meravigliose crêpes.
Presi le mie soliti dosi per una persona, le dolci piadine che finivano sempre per essere abbastanza da sfamare due pance, e me ne uscirono circa sei; io che riempivo il piatto del pilota con quattro crêpes mentre mettevo nel mio le restanti.
Due per me erano anche troppe, pensai, ma non ebbi il tempo di rielaborare il tutto che dei passi pesanti percorrevano il corridoio.
E sbucò dalla porta della cucina con un espressione curiosa, i suoi capelli scompigliati e mossi e la sua faccia che portava ancora i segni della federa del cuscino.
Ed ancora una volta era così bello. Ed era anche senza maglietta.
E si avvicinò sorridendomi leggermente prima di guardare il contenuto del piatto, i suoi occhi che trovavano immediatamente il mio viso mentre il suo sorriso si allargava.
E mi diede quasi un bacio ma si ritrasse prima di anche solo sfiorarmi, lui che indietreggiava velocemente mentre mi urlava un 'Torno subito' e scappava via.
E le mie sopracciglia si aggrottarono e nel frattempo cosparsi le piadine dolci di zucchero velato, mettendo nella mia un po' di granella di pistacchio mentre mi chiedevo se al monegasco piacesse. E poi mi ricordavo che no, il pistacchio non gli piaceva proprio.
Gli avrei fatto cambiare idea, prima o poi.
E mi chiedevo anche come mai avessero così tante farciture per dolci.
E non passarono neanche due minuti che il pilota era tornato in cucina, il volto sempre sorridente mentre si avvicinava e mi posava le mani sulla vita.
Mi diede un bacio leggero, uno di quelli per cui mi tremavano le gambe tanta quanto fosse la delicatezza, e assaporai il sapore forte di menta sulle sue labbra, gli angoli della mia bocca che si arricciavano leggermente mentre lo guardavo con qualcosa.
Perché non ero pronta a definirlo e infondo non lo volevo sapere veramente. Ancora.
"Adesso si che è buon giorno. Mi hai fatto le crêpes?"
E adoravo il suo accento velato francese su tutto.
Rendeva qualsiasi frase così... attraente. E dolce. Ma soprattutto attraente.
"Mi sono svegliata presto, stranamente, e ho pensato di cucinare qualcosa per noi. Anche perché se cucini tu a pranzo probabilmente non mangeremo niente, quindi."
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Gocce d'estate[C.L]
RomanceDove una ragazza persa incontra un ragazzo ancora più perso e insieme ritrovano la via di casa. Oppure. Martina ha ventun anni e nessuna idea di chi sia, di cosa voglia a fare e quale siano le sue aspirazioni. E quando si ritrova improvvisamente a...