15. Ilenia

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Avevo i raggi solari negli occhi e nemmeno i miei occhiali da sole sembravano aiutare.

Ero al mercato con nonno, zia che mi aveva gentilmente chiesto di aiutarlo a portare le buste di frutta e verdura poiché non ce la faceva più come una volta.

Mi ero quindi alzata verso le nove e mezza e mi ero preparata velocemente, nonno che mi aspettava impaziente in cucina mentre si lamentava di come la roba migliore sarebbe finita se avessimo fatto tardi.

Mi ero infilata un paio di pantaloncini di jeans a caso e un top a bretelline nero semplice, nonno che mi pressava perfino mentre mi mettevo le scarpe.

Ed ero corsa dalle scale mentre avevo cercato di raggiungere l'anziano il quale ad un certo punto aveva rinunciato e si era già incamminato.

Lo avevo rincorso rapidamente, i miei polmoni che non avevano più la resistenza di una volta, e poi avevo passato il resto della passeggiata cercando di riprendere fiato, nonno che derideva la mia poca resistenza e insultava velatamente la generazione di oggi.

E davvero, normalmente lo avrei trovato divertente ma stavo andando leggermente in iper ventilazione.

Ero quindi vicino uno stand alle scale, nonno che si fermava a salutare gente e io che sbirciavo sulla scalinata in cerca di una testolina riccia.

E al momento non ero sicura se avessi preferito più passare del tempo con il monegasco o rimanere a chiacchierare con gli amici anziani di mio nonno che mi facevano un tantino paura.

E quando qualcuno mi toccò la spalla, la mano calda e il respiro affaticato che solo uno come il pilota McLaren poteva avere, chiusi gli occhi esasperata e mi girai verso di lui, fingendo un sorriso e nascondendo il mio nervosismo.

Era davvero un paese piccolo, questo.

"Mart!" Mi salutò abbracciandomi il ricciolino, i suoi occhiali da sole che si incastrarono leggermente nei miei capelli. "I tought I saw you and I was right, as always."

Risi mentre gli davo un bacio sulla guancia, realizzando che effettivamente quella testa riccioluta mi era mancata un pochettino.

Lando mi spinse leggermente una spalla corrucciando le labbra come un bambino.
"You said you'd text me yesterday!"

Sgranai leggermente gli occhi mentre un sorrisetto apologetico si faceva strada sul mio viso, io che nel frattempo mi maledicevo mentalmente per la mia sbadataggine.

"Yeah about that... No i don't really have an excuse, I'm just dumb."

Lando mi sorrise tirandomi un buffetto sulla fronte.
"Well- Duh!," Gli pizzicai a mia volta il braccio, lui che si lamentava mentre riprendeva a parlare.
"Wha- Ouch! What are you doing here?"

"Just helping my granpa with some bags." E gli indicai nonno dietro, il quale stava trattando con il mendicante su qualche strano vegetale che doveva essere una zucchina.

Il ricciolino annuì.
"Sooo, will you come with us to the beach today? Kika is really upset, you know."

Un sospiro mi lasciò le labbra e mi girai dall'altra parte, Lando che cercava di studiarmi il viso mentre io provavo a nascondergli la mia espressione combattuta.

"Ok, what happened saturday? Why are you being weird?"

Lo guardai scuotendo la testa e alzando le spalle fintamente indifferente, aggiustandomi i capelli per nascondergli la macchia violacea sul collo.
"I'm not being weird. And nothing happened."

Gocce d'estate[C.L]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora