1. La fattoria

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Aprii gli occhi sentendo il dolce bussare di nonna sulla porta.

Non ero stata mai una con il sonno leggero, anzi, eppure con lei sembravo quasi avere un sesto senso ormai.

Mi alzai dal letto e mi strofinai un occhio, annuendo alle parole di nonna che non avevo capito per niente.

Si avviò per quella che immaginavo fosse la cucina e mi misi delle ciabatte e un paio di pantaloncini più morbidi.

Andai in salotto e notai il tavolo apparecchiato a metà, così presi le posate e le sistemai distrattamente.

Ero ancora mezza addormentata, e il profumo delizioso che arrivava dalla cucina non sembrava aiutare molto.

Apparecchiai per quattro, sapendo che presto sarebbe arrivata zia, e nel frattempo aiutai nonna a portare il cibo in tavola.

Nonno era seduto al suo solito posto, a capotavola.
Aspettammo giusto cinque minuti e mia zia bussò alla porta, portando con sé il suo casco.

Aveva un aspetto stanco, avevo notato.

I capelli erano leggermente scompigliati, i vestiti non abbinati e sembrava essere più pallida del solito.

Aggrottai le sopracciglia ma decisi di non commentare, avendo paura della sua reazione se dovessi fare un commento in merito.

Io e zia avevamo un carattere piuttosto simile.
Entrambe riservate e più testarde di quanto vorremmo ammettere.

A volte mi sembrava di conoscere più lei che mia madre.

E zia non la vedevo così tanto.

Tra un boccone e l'altro notai che ogni tanto si girava verso di me e apriva la bocca come se volesse dirmi qualcosa.

Non dissi niente e aspettai che fosse lei la prima a rompere il ghiaccio finché, mentre le passavo una ciotola con i carciofi che evitavo come la peste, mi guardò per la prima volta negli occhi.

Sembravano stanchi.

"Marti, ho bisogno di chiederti un favore." Esordì, e dalla sua faccia non mi sembrava tanto contenta. Annuii masticando velocemente il mio boccone. "Al locale uno dei miei camerieri si è ammalato e mi serve necessariamente qualcuno che copra i suoi turni, almeno finché non trovo un sostituto adeguato."

Vedevo quanto le costava dirmi quelle parole, soprattutto sapendo quanto perfezionista fosse.
E io non avevo assolutamente alcuna esperienza come cameriera.

Annuii sorridendo rassicurante.

"Non ti preoccupare zia, aiuto volentieri. A che ora devo venire in pizzeria?"

Le sue sopracciglia aggrottate si rilassarono, ma le spalle rimasero rigide.
"Se riesci a venire verso le sei e mezza è meglio. Così abbiamo il tempo di spiegarti come funziona e tu puoi studiarti un po' il menù."

"Perfetto." Dissi semplicemente e la conversazione si spostò su qualche gossip che mia zia doveva raccontare a nonna.

Non mi dispiaceva infondo, aiutarla. Era lunedì 31 luglio ancora, e mi restavano un bel po' di settimane per rilassarmi completamente.

*****

Finito di pranzare aiutai nonna a sparecchiare e salutai zia con la promessa di non fare tardi.

Perfino lei sapeva quando ritardataria io potessi essere.

Andai nella mia camera e iniziai a sistemare i miei vestiti che, dovevo ammettere, erano un bel po'.

Gocce d'estate[C.L]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora