44. Austin

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La gara fu veramente un disastro, numerose macchine che erano state costrette a ritirarsi, Verstappen che come al solito aveva dominato ferocemente e Leclerc ed Hamilton che erano stati squalificati.

E mi dispiaceva per il monegasco, mi dispiaceva davvero nonostante cercassi con tutta me stessa di evitarlo; ma il ricciolino McLaren si era guadagnato un podio, il secondo posto, e vederlo dal vivo sul gradino alto per la prima volta fu veramente stupendo.

Mi sentivo orgogliosa, quasi come se fosse stato il mio fratellino ad aver afferrato quel podio.

Ed ero stata circondata dai festeggiamenti papaya -nonostante Oscar fosse stato costretto a ritirarsi- e nel garage avevo conosciuto la famiglia di Lando che era venuta a supportarlo.
Ed avevo intuito da chi avesse preso il suo carattere solare il ricciolino, il padre che aveva il suo stesso identico senso dell'umorismo.

Ed era bravissima gente e avevo scoperto di andare piuttosto d'accordo con la madre che mi aveva raccontato un paio di aneddoti divertenti sul figlio.

Eravamo ancora in garage e Lando era occupato con le sue interviste, io e Lily che chiacchieravamo del più e del meno mentre il fidanzato era impegnato con i meccanici.

Mi girai verso Lando che sorrideva felice sullo schermo, Lily che faceva lo stesso mentre lo ascoltavamo parlare della gara. Ed era tutto normale, le solite frasi tecniche che si scambiavano il giornalista ed il pilota che ritenevo noiose, e l'intervista che sembrava essere quasi finita mentre gli venivano fatti i più sinceri complimenti. E poi il sorriso dell'uomo dagli occhiali tondi si arricciò leggermente, una foto mia e di Lando che ci ritraeva la sera prima scappare dai paparazzi che compariva sullo schermo mentre gli poneva la fatidica domanda che da un paio di giorni ci chiedevano tutti.

Spalancai le labbra e Lando in tv ebbe la mia stessa reazione, la sua testa che prendeva a scuotere vivacemente mentre negava con nervosismo.

E l'intervistatore sembrava insistere ma il ricciolino era categorico, la sua voce adesso stabile mentre gli comunicava che ero semplicemente la sua migliore amica e niente di più.

Girò i tacchi e se ne corse via quando il giornalista continuava ad alludere ad una nostra relazione, la sua PR che lo inseguiva disperata mentre lui marciava verso, supponevo, il box McLaren.

Ed entrò all'interno poco dopo, lui che si girava intorno alla ricerca di qualcosa mentre i suoi genitori gli venivano incontro per fargli i complimenti.

Mi avvistò con la coda dell'occhio e alzai una mano per salutarlo brevemente, lui che mi veniva incontro e mi tirava in un abbraccio mentre ricambiavo sorpresa.

Perché era solito essere affettuoso ma questo sapeva di diverso.

"I'm sorry for the interviewer and the things he said. I tried to shut him but he kept insisting on it." Prese a mormorare nell'incavo del mio collo e scossi la testa- nonostante fossi abbastanza limitata nei movimenti- fermando le sue scuse non necessarie.

"Lando- Bob, it's okay, it's okay. It's his job and it's not your fault."

Si staccò leggermente dalle mie spalle ma mantenne il viso abbastanza vicino al mio, la distanza talmente minima da permetterci di sussurrare e non dover alzare la voce.

"It's just- Dunno, i thought you would get mad or something."

Separai le labbra fintamente offesa e feci un passo indietro, una mia mano sul petto mentre fingevo di essere oltraggiata.
"Me? Mad? And you say you know me! Now that I think about it, I am mad because you can be sooo stupid sometimes."

Gli strappai un leggero sorriso e le sue spalle si rilassarono, la mia mano che si poggiava sul suo braccio mentre prendevo a trascinarlo verso la sua famiglia. E Lily era sparita senza che me ne accorgessi. Era così silenziosa quella ragazza.

"And to be honest," Continuai per sciogliere un po' la situazione, "the only thing I was thinking of yesterday was to not seem horrible in the photos. And I definitely failed." Conclusi sconsolata, Lando che si portava una mano al volto per zittire la sua risata rumorosa mentre fingevo di essere offesa dal suo divertimento. Ma non lo ero. Ero solo felice di averlo fatto ridere.

Fummo circondati nuovamente dalla sua famiglia caotica e mi trovai nel caos confortevole che era la famiglia Norris, il mio volto che si girava istintivamente verso lo schermo al suono della sua voce risuonare nelle casse, Leclerc e Lewis Hamilton seduti su un divanetto che sembravano completamente rigidi mentre rispondevano all'intervistatore con voce pacata.

Ma non era più affare mio di come stesse il monegasco e mi girai verso il pilota McLaren, un sorriso solare sul suo volto mentre abbracciava delicatamente la nonna.

E quella sera mi ritrovai per la prima volta su un jet privato, Lando che mi si sedeva accanto e poggiava il capo sulla mia spalla per riposarsi mentre io mi guardavo intorno con meraviglia.

Aprii il telefono e andai un po' su tiktok, le foto mie e di Lando che mi apparivano nel feed mentre mi appuravo che il ricciolino stesse veramente dormendo, le mie dita tremanti mentre scorrevo i commenti al di sotto del video.

Ed erano perlopiù positivi, il mio cuore che mi scoppiava all'interno del petto mentre mi mordicchiavo un labbro felice.

Perché avevo- e si faceva per dire- ricevuto perfino qualche commento carino dove dimostravano l'approvazione del fandom nei miei confronti e mi ritenevano adatta ad uno come Lando, sottolineando che fossi di una bellezza particolare- ed ero indecisa se prenderlo come un insulto o meno- e che sicuramente nascondevamo qualcosa a loro fan.

E scossi la testa alla follia delle loro teorie mentre mi divertivo a leggere i loro commenti, un paio di fan sfegatate che difendevano assiduamente Lando ribadendo quanto non fossi alla sua altezza e altre persone che si chiedevano da dove spuntassi fuori.

Chiusi internet quando finalmente decollammo e mi addormentai velocemente, al mio risveglio che mi trovavo in un paese completamente diverso mentre mi attaccavo al finestrino e davo un'occhiata a ciò che mi circondava.

E Lando tirò una testata al poggia braccio e si svegliò confuso, Lily e Oscar che scendevano con noi dal jet privato trascinando i loro bagagli mentre io prendevo il mio telefono e attivavo internet.

E il mio telefono quasi scoppiò all'arrivo di numerose notifiche sui miei social, il gruppo dei miei amici che mi aveva mandato più di sessanta messaggi mentre lo aprivo confusa.

Mi sbattei una mano in faccia quando mi trovai le foto scattate dai paparazzi e un paio- tantissimi a dir la verità- di punti interrogativi, un sospiro che mi lasciava le labbra mentre pensavo al da farsi.

E questa come gliela spiegavo?

Gocce d'estate[C.L]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora