1.3 - BEVERLEY 💋

1.6K 13 4
                                    

TW: questo capitolo contiene linguaggio volgare

Mi sistemo i capelli sulle spalle mentre andiamo verso la sala ristorante dell'albergo «Non mi dispiace rivedere Ella, ma la sua compagna Ingrid, e Jane e Toby sono insopportabili. Lo sai che oggi è arrivato e ha preteso che gli facessi una sega?». Mi volto verso mio fratello che è sempre indietro. «Io ancora non capisco come fai a sopportare Toby».

Benji si tormenta il maglione con l'indice e il medio, le sue guance arrossiscono, ma non risponde.

Entro in sala e Jane mi fissa con un sorriso a trentasei denti e non stacca gli occhi dai miei. Che cazzo ha stasera? Sembra più scema del solito. Le sorrido alla stessa maniera. La mia migliore nemica e la mia peggiore amica. Ma chi gliel'ha fatto fare a Ella di sposarsi Ingrid e i suoi due figli? Non li sopporta nemmeno lei!

Mi sento fortunata: Tobias è seduto lontano da me e da Ben. Non è sano stargli vicino: quello sarebbe capace di aprire le gambe sotto il tavolo. Sarebbe scomodo mangiare con una mano sola, cazzo.

Quel rincoglionito di mio fratello si getta con la testa nel piatto, ignora Tobias che si mangia più lui con gli occhi di quello che c'è nel menù.

Intanto io mi sorbisco questa palla senza confini. Ella parla solo di affari con Damien e mamma e io mi annoio.

Jane, di punto in bianco, saltella sulla sedia e applaude e, da dietro le mie spalle, arriva un tizio vestito da gran sera. Non si gira, non saluta, e va a baciare Jane. Che maleducato! Siamo in quattro persone nuove e nemmeno ti presenti? Ho già capito che questo tizio è uno stronzo fatto e finito.

Ci raggiungono altre due persone, uno con i capelli grigi tirati indietro e una matrona con una scopa nel culo. Aspetta. Io questi li ho già visti.

Ella si volta. «Ah, signor Ferguson, Lady Ferguson. Bene arrivati». Si rivolge a Damien. «Questi sono il signor Ferguson e lady Ferguson, i genitori di Patrick, di cui ti ho parlato».

Damien e mia madre li salutano alzandosi in piedi.

Il vecchio col gel mi fa cenno, ma non mi interessa il bon ton degli spocchiosi.

La regina madre mi sta facendo la radiografia con gli occhi a palla e le labbra serrate.

Ella si rivolge a Damien e ai Ferguson «Patrick sostituirà volentieri Houston mentre è da sua madre in ospedale».

Faccio un balzo indietro sulla sedia. «Houston? Damien!» Mi volto verso di lui. «Avevi detto che lo avrei sostituito io!»

Il tizio che ha baciato Jane si volta. Perdo un battito. Si tratta del ragazzo di stamattina. Occhi di ghiaccio, capelli neri e lunghi ma ora è vestito da damerino.

Stamattina, però, mi sembrava un bambino perso nel parco giochi. Invece, adesso mi guarda per qualche secondo con aria strafottente, come se mi stesse soppesando, valutando con quegli occhi così azzurri che sembrano la schiuma delle cascate del Niagara. Perché mi si sono inturgiditi i capezzoli? Mi passa un brivido per la schiena e arriva fino alle gambe. Mi spingo sulla sedia, la clitoride che strofina sulle mutandine mi manda un impulso caldo. Deglutisco un ansito.

Lui, per contro, cambia espressione e si raddrizza, lo conosco quello sguardo, mi sta sfidando.

Jane si aggrappa a lui come una scimmia all'albero. «Beverley, questo è Patrick, Albert, Amanda, Hastings-Ferguson. È inglese, sai. Un nobile. Per questo ha tanti nomi» struscia una guancia sul lato della sua gamba, come una gatta in calore.

Lui sorride, continua a fissarmi ma io non abbasserò certo lo sguardo.

«Pensavo foste un ragazzo, oggi con quel fare così poco leggiadro».

🔞 Apple Pie 🔞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora