1.13 - PATRICK 💋🔞

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TW: questo capitolo contiene linguaggio volgare e descrizione di pratiche sessuali.

Chiudo la porta e mi ci siedo davanti, a terra.

C'è qualcuno più stronzo di me? Il bottone dello scarico. Ma quanto sono caduto in basso? Quella ragazza mi fa stare male. Io non voglio credere che si faccia scopare solo per farmi stare buono e salvare Lambert. Pensavo di farla godere davvero. Lo desideravo. Forse non la faccio nemmeno godere più di altri ragazzi occasionali. E nello stesso tempo, sto mettendo a repentaglio la mia carriera. Cosa diavolo mi sta prendendo? Cos'è questa cosa che non mi premette di stare lontano da lei? Sto male se non sono con lei, e se lei mi è vicino, non mi controllo.

È questa rabbia che sento dentro, come se tra me e lei ci fosse un divario incolmabile, che posso riempire solo con la prepotenza, come uno straccione che ruba da un negozio.

Vorrei...

Vorrei che mi fermasse e mi dicesse che vuole fare l'amore con me. Come lo volevo io qualche settimana fa. Lo volevo anche prima, invece mi devo solo vendicare.

Taryn aveva detto che dovevo mettere su della parlantina, ma ora sto esagerando, ed è lei a provocare questo... mostro in me.

Non la posso avere. Sono fidanzato con Jane e rischio di compromettere tutto...

Mi devo essere addormentato, qualcosa sbatte dietro la porta e il mio cuore ha un balzo. Ho il sangue che va al cervello, scatto in piedi. Cosa faccio, apro?

Non ci avrei scommesso mezzo testicolo, invece è lei, in mutandine e maglietta.
Entra come una furia, si mette a letto. «Allora, vediamo se è vero che al mattino sei meglio. Secondo me hai detto solo una gran balla!».

Mi sdraio anche io, non vicino a lei: meglio non mettersi dietro ai cavalli che scalciano.

La luce del mattino la illumina, con la sua maglietta bianca, sdraiata di pancia e con quel culo tondo che esce da sotto.

Ho già il cazzo duro e pronto, ma non so se la sua fica lo è altrettanto.

Piano mi avvicino e mi metto all'altezza del suo sedere con la testa. Con la punta della lingua le apro le labbra e la metto dentro a quel foro meraviglioso. Mugola un momento, mi fermo per evitare una reazione tipo "ti uccido", ma rimango sorpreso quando invece le sue gambe si aprono di più come se con quel movimento mi avesse invitato a continuare.
Le sue labbra impudiche sono dischiuse di fronte alla mia faccia, in bella mostra. Assaporo il suo dolce fluido e lei continua a gemere. Mi sento più sicuro, ora che mi fa sentire che quello che le faccio le dà piacere.
Mi alzo, le sfilo le mutandine, mi sdraio sopra la sua schiena e, senza fretta, lo spingo dentro alle sue gambe, divorato dal suo corpo.
La sua mano stringe le lenzuola, i gemiti si fanno più forti, e mi fa impazzire, tanto che spingo con più vigore e le sue urla aumentano di intensità e frequenza.

«Sì, grida... Alla fine, ammetti che ti piace, quello che ti do, eh?».

Sento che sta per venire «Ti voglio, Mandy. Prendimi. Dammi tutto quello che hai» ansima, a voce bassa. Non sembra nemmeno lei, che mi incita in questa maniera. Eppure, è la sua voce che mi risuona nelle orecchie, eccitante.

«Sì milady lo farò, ma solo dopo che siete venuta!». Solo io sono capace di farla godere in questo modo. Lo voglio dimostrare a lei, e a me stesso.

La sua fica intorno alla mia asta stringe, a più riprese, le sue urla mi fanno partire le contrazioni e non vedo e sento più nulla, solo il piacere che mi dà riempirla.

Mi sembra di aver corso una maratona, ma non smetto nemmeno dopo che mi sono svuotato. Continuo, mentre i nostri liquidi imbrattano le gambe di entrambi.

Rallento, mi sdraio sopra di lei e restiamo qualche momento in silenzio, immobili sul letto. Io, ancora dentro, che la tengo abbracciata. Le sfioro appena la drakkar con le labbra e lei sospira.

«Allora, com'è svegliarsi con un cazzo dentro? Ne è valsa la pena?».

Lei annuisce senza dire niente. L'ha voluto, è venuta lei da me, stavolta.

Gioco con un ricciolo rosso, è la prima volta che ci prendiamo del tempo dopo una cavalcata, e sento che c'è qualcosa di più in questo silenzio tra di noi.
Sono stato volgare, offensivo, rude. Ma questo momento così delicato è in contrasto con quello che è successo non più di cinque ore fa. Il cuore non smette di battere come se fossi ancora eccitato, solo che stavolta non è solo voglia di scoparla.

Tuffo il viso tra i suoi capelli, vorrei baciarle il collo, il corpo, questa pelle bianca come il latte.

«Bev, io~»

Bussano alla porta.

Ci alziamo sul letto tutti e due.

«Chi è?» Domanda sottovoce.

Alzo le spalle e le faccio capire che non ne ho la più pallida idea. Non è nemmeno ora di andare al lavoro.

Dall'altra parte arriva la voce di Jane. «Patrick, stai dormendo?»

Sbianca, e forse nemmeno io ho un colore molto diverso.

«Ma non era ancora in America?» mi domanda, piano.

Scuoto la testa «così avrebbe dovuto essere» invece, sta bussando alla porta senza sosta. «Porca puttana, nascondetevi!» Le sussurro mentre mi lego i capelli.

«E dove, cazzo?»

«Sotto al letto!»

Questa sorpresa non ci voleva.

💋

Ciao bellissime persone! come vi sembra la storia fino ad adesso?

E se Jane scoprisse tutto? Vediamo un po'...

Spoiler next chapter:

«Oh cazzo» ansima.
«Che c'è, tesoro?» domanda Jane.
«No, niente, rimani così, va benissimo».
Mi giro, da sopra la spalla noto che il suo arnese ora è abbastanza tirato da riempire il preservativo. Continuo a masturbarmi.
Lui si morde le labbra mentre mi osserva, rapito «Oh, sì, così...» deglutisce.
«Ti piace?» interviene Jane, che è esclusa dalla nostra complicità. 

Cosa combinerà Bev ora? Faranno una cosa a tre? 😵

Ci vediamo giovedì!

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