1.10 - BEVERLEY 💋🔞

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TW: questo capitolo contiene linguaggio volgare e descrizione di pratiche sessuali che potrebbero non essere gradite da tutti.

Non lo vedo scendere dall'autobus in aeroporto. Eppure, mancano ancora due tappe. L'idea che non ci sia più, mi tira giù in una maniera particolare, una specie di nostalgia.

Vado da mia madre «Mà, non c'è il mio assistente».

Mi sorride «Non te l'ha detto, Jane? si assenta un paio di giorni, per via del suo fidanzamento».

Ah già, il fidanzamento «Sì, Jane mi aveva detto che si fidanzano, ma cazzo non credevo proprio nel mezzo del tour!». Ora sono arrabbiata, che essere inutile. No, non sono arrabbiata, mi si sta spezzando qualcosa dentro. Mi sembra che si stia allontanando e mi sento un laccio al cuore che stringe.

Mia madre si avvicina e si alza in punta di piedi per arrivare ad accarezzarmi in testa. «Non volevi essere tu la responsabile? Mi sembrava che Patrick, o come lo chiami tu, Mandy, non ti piacesse nemmeno!» sorride, un po' maliziosa.

Guardo i disegni dell'autobus e non lei «Infatti, non mi piace, ma perché tutti quelli nella mia posizione hanno un aiuto, poi quando ci sto solo io devo arrangiarmi?».
«Sono due giorni, Bev, poi torna» spiega, paziente. «Dai, non abbiamo nemmeno dei concerti prima della fine della settimana».

Già, vero. Però cazzo, me l'avrebbe potuto dire ieri, mentre mi scopava. O dopo. Ma poi perché, mica sono la sua ragazza. I suoi hanno scelto quella cretina di Jane che non glielo fa diventare duro ma può avvantaggiarlo nella società americana.

Magari, a parte quello, vanno d'accordo. Io e lui non andiamo d'accordo. Anche se a lavorare è bravo. E a scoparmi.

Vaffanculo. Me lo ha messo dentro per due volte e adesso non riesco a togliermelo dalla testa.

Esco e vedo se c'è un ragazzo nuovo. Per fortuna lo trovo, bassino ma carino e abbastanza spavaldo da non spaventarsi davanti a un paio di gambe aperte. Con le dita ci sa pure fare. E meno male, perché di nuovo, non saprei come venire se non con le mie mani, ma senza cazzi. Porco cane, Mandy mi fa godere solo appoggiandomi le mani sui fianchi, il maiale britannico.

Due giorni dopo, la sera, li ritrovo tutti lì e, sorpresa sorpresa, ci sono anche quei simpaticoni dei genitori di Mandy.

Sono già tutti a tavola: sono l'ultima ad arrivare.
«Scusate, Ho preso un taxi e ho fatto più in fretta che potevo. C'era un problema con uno dei subwoofer».

Jane, del tutto estranea dall'azione, mi allunga la mano sinistra, facendomi vedere una fedina che brilla di più delle luci del palco alla massima potenza «Ci siamo fidanzati».

«Oh, wow. Allora adesso ci potete dare sotto come due lontre in calore? Ah no scusa, tuo nonno dice di non fare sesso se non per procreare. A quando il primo figlio?». Appoggio il mento sul palmo della mano col gomito sul tavolo e li guardo con la faccia più strafottente che posso fare. Jane, arrossisce. Mandy, mi fulmina con gli occhi.
Caro, prendo la pillola, puoi darci sotto finché vuoi con me. No, quello no. Non ci devi dare sotto con me.
E invece, sento di nuovo la sua lingua sul mio clitoride. Chiudo le gambe di scatto, lui mi manda un mezzo sorriso, come se avesse capito.

La voce di Jane mi riporta al triste tavolo di cui faccio parte «Dai, sono ancora troppo giovane, non credi?» arrossisce e si mette le mani sulle guance. Una principessa Disney sarebbe più realistica di lei.

Attacco l'antipasto e vedo di ignorarla, lei e il suo fidanzato che, se inquisita, dovrei dire che non mi ha mai toccato con un dito.

La serata prosegue con Ella che parla di affari e di quanti soldi ha investito sul gruppo di Damien e su altri gruppi rock finché Jane non si alza e trascina Mandy con sé.

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