E non capivo se voleva che io la salvassi o che annegassi insieme a lei.
Il diavolo in corpo
di Raymond Radiguet⚜️
Avevo creduto ingenuamente che Daphne mi avrebbe fatto dimenticare tutto. Che sarebbe bastato scopare e togliermi di testa il bisogno che mi lacerava dentro, per tornare a far finta di niente. Chiudere a chiave le immagini che mi infestavano la testa in una scatola e dargli fuoco.E poi l'avevo vista. Ero così perdutamente immerso nel piacere che mi era sembrato un miraggio oscuro e divino, un attentato mistico. Ero convinto che la mia immaginazione stava galoppando troppo oltre.
Che quella affacciata alla finestra di casa mia, a guardarmi mentre mi scopavo un'altra, non era lei. E invece era proprio Kerys, vestita della sua divisa e con i capelli caramellati sciolti. Imperlata di una pioggia che doveva ancora scendere e circondata dall'autunno del Vermont.
Daphne sotto di me aveva sussurrato il mio nome e io mi ero fermato a osservare la mano di Kerys, bloccata tra le sue stesse cosce, furtiva. Quella mano arrossata dal fuoco degli dei, così fragile, ma capace di conoscerla come nessuno altro. La gonnellina sollevata, gli occhietti persi di un cerbiatto ammaliato.
E poi era scappata via, senza guardarsi indietro. E nemmeno scopare mi era bastato più.
«Vattene via», glielo dissi ancor prima di liberare la mia presa su di lei. E quando si mise a sedere sconvolta, io avevo già tirato su i pantaloni e rinfilato la maglietta.
Daphne era bellissima, i capelli scuri le ricadevano sul seno nudo e i suoi occhioni neri mi cercavano ancora bisognosi. «Che cosa ti prende?»
«Per favore, vai via». Afferrai i suoi vestiti abbandonati su una delle sedie poco lontane e glieli porsi, mentre poi affranto e frustrato mi portavo una mano tra i capelli per tirarli indietro.
Daphne si rivestì silenziosamente, scossa dal mio improvviso cambio di umore, non si azzardò a dire nulla. Mise su il broncio e un profondo orgoglio la costrinse a riprendere tutte le sue cose, si fermò un secondo soltanto prima di defilarsi.
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UNREPENTAINT
Romance"Uno novembre. Ore zero quattro e sette di mattina. Il soggetto è esausto, sembra delirante. Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stimoli. I muscoli fanno scatti improvvisi e i farmaci non funzionano. È un topo da laboratorio, gira e...