"Uno novembre.
Ore zero quattro e sette di mattina.
Il soggetto è esausto, sembra delirante.
Si muove con lentezza nell'ombra, non reagisce agli stimoli.
I muscoli fanno scatti improvvisi e i farmaci non funzionano.
È un topo da laboratorio, gira e...
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Ci sono amori capaci di spezzare le maledizioni e amori che ti maledicono.
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Prima che nascessi, mia madre voleva chiamarmi Periwinkle. E anche crescendo con un altro nome, diceva sempre che i miei occhi azzurri avessero quella tonalità tenue del colore delle pervinche, un piccolo baluginio che si avvicinava a quel fiore delicato.
E un po' pervinca forse mi ci ero sempre sentita. Piantata a terra con gli occhi al cielo.
I miei genitori biologici all'epoca erano già divorziati. Praticamente una famiglia sfasciata ancora prima di iniziare, ma mio padre Clifford era riuscito fin da subito a prendersi cura di me, di noi. Che eravamo sole. E abbiamo trovato lui.
E lui ha trovato il mio nome. In un tardo pomeriggio d'inverno, a pochi giorni prima del parto. La mamma mi raccontava sempre che era rientrato da lavoro con quell'illuminazione.
Kerys. Da dove lo avesse preso, aveva sempre rimandato a dirmelo.
«Lei ha il tuo sangue, ma non il mio. Lascia che le dia il nome e sarò sempre il suo papà».
Aveva promesso a mia mamma. Come se un legame di nome fosse più importante di quello di sangue. E non poteva aver mai avuto più ragione di così.
Anche se, dentro di me, sospettavo che quel nome provenisse da qualche strano segno di un destino infatuo. Mi piaceva pensare che era stato tirato fuori dal sospiro di un cuore spezzato.
Clifford Westwood mi aveva donato il suo cognome e un nome che sicuramente nessuno aveva mai sentito. E io avevo dovuto accettare di essere sua figlia, che forse era stata la cosa migliore che potesse mai capitarmi. Non tutti hanno questa fortuna.
«Hai per caso visto il mio fiocco?» domandai a Fergie, sdraiata nel suo letto e intenta a sfogliare una rivista.
Avevo praticamente messo sottosopra la metà della stanza che abitavo, alla ricerca disperata del mio fiocco. Ma nulla da fare, era sparito. E io non ricordavo nemmeno quando lo avessi indossato l'ultima volta.
