23. Murder, my sweet

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Io ero un cuore selvaggio e lui era le coste che mi proteggevano, ma allo stesso tempo mi imprigionavano

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Io ero un cuore selvaggio e lui era le coste che mi proteggevano, ma allo stesso tempo mi imprigionavano. Lui era ciò che più era capace di tenermi al sicuro, ma gli sarebbe bastato spezzarsi per trafiggermi.

Chemical Hearts
di Ribes Halley

⚜️





La lampadina appesa al soffitto faceva uno strano rumore.

Davil ricordava bene cosa era successo. Dopo la caccia, suo padre lo aveva riportato a Hollow Castle in un tetro silenzio. E non appena avevano varcato la soglia, il dottor Crain se l'era presa con Mina.

«Lurida». Aveva esordito, suo padre. «Sei tu che gli hai detto che non deve darmi retta, non è così?»

Mina guardava Davil e piangeva, mentre il dottor Crain la massacrava di botte. Poi era toccato a lui. E adesso si ritrovava lì.

Un orologio era appeso al muro e ticchettava, i secondi sembravano scorrere più velocemente del normale ad ascoltare quel ritmo.

Non capiva nulla. Era tutto confuso nella sua testa e non riusciva a tenere le palpebre aperte, erano troppo pesanti per combattere contro la forza di gravità.

Suo padre doveva avergli dato uno dei suoi farmaci e adesso non capiva più niente. Non sapeva se Mina sarebbe arrivata a salvarlo e per un attimo gli sembrò di vedere la sua ombra attraverso lo spiraglio della porta aperta. Era quasi certo che il dottor Crain gli avrebbe riservato lo stesso trattamento che nutriva per le volpi quando erano a caccia.

Temeva che il sonno sarebbe arrivato a momenti. Così usò tutta la forza che aveva per spalancare quanto più possibile gli occhi e guardarsi intorno.

Mosse la mano, qualcosa tintinnò. Il polso era legato.

Tutto ciò che vide, prima di perdere completamente coscienza, fu la porta aprirsi. E suo padre entrare.

E solo a quel punto, Davil capì che si trovava nella stanza delle bambole.






E solo a quel punto, Davil capì che si trovava nella stanza delle bambole

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