★sesta sezione: il rimorso

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3:il rimorso

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3:il rimorso

;do you see us getting scraped
up off the pavement?

mia madre amava l'ostentazione smodata della propria raffinatezza. desiderosa di attenzioni e assetata di complimenti, aveva finalmente ottenuto pane per i suoi denti, nel momento in cui fu proposto proprio a lei di organizzare la festicciola d'inaugurazione della nuova chiesa, piuttosto che all'altrettanto elegante signora lee, sua acerrima rivale, nonché amica.

il giardino era agghindato come mai l'avevo vissuto, gremito d'invitati e residenti del quartiere, ognuno vestito di tutto punto ed impegnato in qualche animato chiacchiericcio con i rispettivi vicini, congratulandosi a vicenda per le donazioni effettuate al fine di costruire la parrocchia più graziosa della cittadina. io, affamato ed imbacuccato come mi fossi trovato piuttosto ad un matrimonio, stazionavo circospetto di fianco ad un tavolino in marmo bianco, a guardia di un vassoio d'argento traboccante di tartine con caviale e tramezzini al salmone. scrutavo meticolosamente gli ospiti, gettando di tanto in tanto l'occhio sulla mia macchina, parcheggiata frettolosamente in doppia fila, in proprietà privata per giunta. tra volti familiari ed altri sconosciuti, mi ritrovai a contemplare sul perché avessi deciso di farmi vivo, dato che mia madre, protagonista indiscussa del ricevimento, non aveva ancora trovato un briciolo di tempo per salutare suo figlio, e soprattutto, ringraziarmi per aver guidato ininterrottamente per ben tre ore, in autostrada, solo per essere presente. al contrario, la famiglia di felix era più che entusiasta di riaverlo tra loro.

la somiglianza con le sue sorelle era lampante, mi sarebbe parso di vederci triplo, se avessi bevuto qualche bicchiere di spumante e il mio migliore amico non avesse avuto i capelli celesti, al contrario di rachel e olivia, entrambe castane. ero sorprendentemente sobrio, per il momento, non avevo toccato un goccio d'alcol.
«ma guarda, liv! guarda quanto è cresciuto!» esclamò la maggiore delle due, rachel, stringendo il fratellino tra le braccia, quasi commossa. smancerie di quel tipo, così come ogni altra premurosa dimostrazione d'affetto, erano la prassi, per la famiglia lee. per me, non era cambiato molto da quando avevo cinque anni, continuavo ad osservarli da lontano, profondamente invidioso. forse, se fossi stato cresciuto nello stesso, caloroso ambiente, sarei diventato una persona migliore, simile a loro.
«abbiamo proprio il fratello più bello del mondo!» ridacchiò olivia, pizzicandogli le guance come fosse stato proprio lui il cucciolo del branco, rosso fino alla punta delle orecchie.
«ragazze! mi mettete in imbarazzo!»

mi concessi un breve sorriso, divertito dalla loro spontaneità e da quell'incondizionato amore fraterno con il quale si guardavano l'un l'altro, uno che, in quanto figlio unico, purtroppo non avrei mai realmente compreso. distolsi l'attenzione, nel momento in cui notai mia madre camminare a passo svelto in direzione dell'ingresso, con un calice di prosecco in mano, per poi sparire dietro le due ante della porta. dopo qualche minuto di rapida ponderazione, decisi risoluto di raggiungerla, non avevo certo percorso oltre trecento chilometri per nulla.

𝐬𝐩𝐢𝐥𝐥𝐞𝐝 𝐦𝐢𝐥𝐤 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora