★quarta sezione: l'egoista

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1:l'egoista

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1:l'egoista

;it's quite easy to be,
a drop in the ocean.

il più autentico ed affidabile dei biglietti da visita che un uomo potrà mai possedere, sarà sempre il primo epiteto affibbiatogli alla giovane età. un po' come per i tatuaggi, ed i rivoli di sudore nelle umide notti estive, i soprannomi aderiscono alla pelle di una persona, la caratterizzano, la definiscono, ne raccontano una storia.

mia madre m'impartì un'importante lezione, quando ancora i miei anni si potevano contare sulle dita di una sola mano: ero nato egoista, ed egoista sarei morto, così come quel padre che mai conobbi, ma del quale tanto sentivo parlare. magari, volle tramandare una tradizione, ed inculcò in quel guscio vuoto che ero, la convinzione che nella mia vita sarei potuto realmente essere solo un egoista, che era un gene che scorreva nel sangue dei hwang, dal quale non mi sarei sottratto, dopotutto la mela non cade mai lontana dall'albero. e da lì prese forma la mia indole, la stessa che mi portò a non prestare mai i miei giocattoli a nessun altro bambino, a dare in escandescenze qualora le dita di altri si fossero posate su qualcosa di mio, e la stessa che col tempo, credetti felix attenuò, ma mai del tutto. ero hyunjin, ero l'egoista.

al contrario, il mio migliore amico era sempre stato l'angelo. il lee d'oro, dal cieco altruismo ed il fragile cuore di panna, la cui purezza e bontà d'animo fluivano anch'esse nei suoi globuli, per natura. eppure ci trovammo, ci incastrammo alla perfezione come due frammenti di coccio, trovando l'uno nell'altro ciò che ci mancava per raggiungere una sorta di completezza, ma io non divenni mai buono come lui, e lui mai divenne come me. il mio egoismo si palesava in maniera assoluta, ogni mio aspetto ne era influenzato e ne risentiva, a partire dalla mia egocentrica personalità e soprattutto, dalla mia incommensurabile possessività, circa oggetti o persone, che neppure persone furono, fu solo felix. mai per nessuno, provai la stessa gelosia che ardeva invece nel mio petto quando lo vedevo stretto a yeonjun, così ingiustamente fortunato, e neppure se ne rendeva conto. era un pessimo fidanzato, era arrogante, un immaturo ubriacone ed inaffidabile, così come il resto del suo gruppo, un branco di fulminati.

e nella sua meschinità, osò perfino tradirlo. ma ritengo necessario andare per ordine, partendo dal giorno in cui si ramificarono le prime crepe della loro relazione.

in un uggioso pomeriggio di fine settembre, il ventottesimo se non erro, l'ospite han jisung sedeva a gambe incrociate sullo spoglio pavimento del nostro soggiorno, intento ad avvolgere con della carta regalo verdognola, una scatola di scarpe nuova di zecca. io lo guardavo pigramente, masticando un boccone di quel tramezzino che avevo deciso di prepararmi, mentre lui continuava a lamentarsi, ad autoproclamarsi uno schiavo, obbligato a lavorare, ed io, sdraiato sul divano, che nel frattempo oziavo, nella beatitudine della nullafacenza.
«andiamo, so che sai come si fa, dammi una mano!» mi implorò, ritrovandosi con le falangi appiccicate le une alle altre dal nastro adesivo, che non era stato in grado di usare correttamente. scossi la testa, non avevo la minima intenzione di muovermi, tanto ero comodo.
«controlla il libretto delle istruzioni.» scherzai.
«non c'è nessun libretto! solo questa dannata carta regalo! sei crudele, hyunjin, mi auguro che quel panino abbia un sapore tremendo. anzi, ti maledico.» prese a dire, immusonito.

𝐬𝐩𝐢𝐥𝐥𝐞𝐝 𝐦𝐢𝐥𝐤 • 𝐡𝐲𝐮𝐧𝐥𝐢𝐱Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora