La Kitsune di Fuoco [Hi No Kitsune]

Capitolo 5 - L'addestramento

Stranamente, per una volta, non mi svegliai in ritardo. Beh, forse perché quella notte non avevo per nulla dormito, quindi ero già sveglia da tempo. Le parole di Arnalel mi rimbombavano in testa, ma volevo veramente migliorare e poter esplorare sapendomi difendere. Certo, sapevo benissimo che l'allenamento di Arnalel nel mio caso sarebbe stato stremante, ma non mi importava.

"Credo sia l'ora di alzarsi, non voglio fare tardi," pensai.

Mi alzai dal letto e andai a prepararmi. Una volta pronta, scesi da casa e passai da Humbert per dirgli che quel giorno non sarei potuta essere lì a dargli una mano, ma che sarei andata ad addestrarmi. Inutile dire che era molto felice e mi disse che dovevo assolutamente muovermi e di non perder tempo a dirglielo. Lungo il cammino, incontrai Selene che anch'essa doveva vedersi con Arnalel.

-Selene: «Hey Shimi, buongiorno, pronta per oggi?». Mi chiese con tono contento.
-Shimi: «Sì,» risposi determinata.

Continuammo a camminare fino a raggiungere la casa di Arnalel. Bussammo ma non rispose nessuno.

-Arnalel: «Hey voi due, sono qui!» esclamò.

Ci guardammo attorno cercandola con gli occhi, ma non la vedevamo. Successivamente delle saette verdi velocissime colpirono il terreno attorno a noi, mentre due di esse ci sfiorarono la testa.

-Arnalel: «Sareste già morte, non ci siamo» Disse mentre scendeva da un albero con espressione di delusione.
-Selene: «Uffa, quello è barare, eri nascosta!» Rispose mettendo il broncio.
-Arnalel: «Non è barare, se ci fosse stata una chimera al mio posto, cosa ti frega se bara o meno? Devi sopravvivere in quel momento, combattere, essere rapida e determinata, avere occhio» Le controrispose venendoci contro e guardando nella mia direzione.
-Arnalel: «Eh bene, quindi ci tieni così tanto a farti spremere, eh figlia del demonio?» Disse.
-Arnalel: «Se vuoi veramente che metta da parte ciò che ha fatto tua madre e ti addestri, devi dimostrarmi di meritartelo» Mi disse con freddezza.
-Shimi: «Ci proverò!» Esclamai.
-Selene: «Psss Shimi hai dell'equipaggiamento vero?» Mi sussurrò nell'orecchio.
-Shimi: «Non ne ho uno e non pensavo servisse» Le sussurrai.
-Arnalel: «Sei proprio un caso perso e comunque vi sento ritardate» Disse.

Mi passò una vecchia armatura di cuoio, era molto usurata ma per il momento mi bastava, tanto non avevo nessun altro equipaggiamento. Mi cambiai e ho indossato quell'armatura di cuoio. All'apparenza, non sembrava così stretta, certo mi faceva strano vedermi con dei vestiti diversi dal solito, ma se volevo cambiare vita, se volevo diventare più forte e imparare, dovevo.

-Arnalel: «Oh, ma che carina, ti sta bene un'armatura che apparteneva a una povera ragazza a cui una stronza assassina le ha rovinato la vita» Disse alzando le spalle.
-Selene: «Arnalel, dai» Disse guardandola male.
-Arnalel: «Va bene, la smetto con le cazzo di frecciatine, che rottura di palle che sei, prendi questa tu» Rispose a Selene e successivamente lanciandomi una spada in acciaio che mi cadde fra le mani per la pesantezza.
-Shimi: «Pensavo di puntare sulla magia...» Dissi mentre raccoglievo nuovamente la spada facendo fatica a reggerla.
-Arnalel: «E sentiamo dopo che avresti finito il mana in un combattimento, cosa pensi di poter fare senza la tua amatissima magia? Grattarti il culo? Impugna meglio quella cazzo di spada piuttosto» Disse sgridandomi.
-Selene: «Io che faccio nel mentre?» Domandò.
-Arnalel: «Oggi ti riposi, voglio vedere cosa sa fare sta stronzetta» Rispose istantaneamente.

Volevo veramente migliorare e essere più utile, ma veramente non sopportavo quasi più il venire insultata così tanto per qualcosa che non ho fatto nemmeno io. Perché devo patire io le colpe che ha un altro? Ho stretto la spada e sono corsa verso di lei.

-Arnalel: «Oh? La ragazzina ha preso coraggio e vuole farmi fuori?» Disse con indifferenza.
-Shimi: «I O    S O N O    S H I M I ! ! !» Urlai mentre cercavo di colpirla con un fendente, ma fu fermato da un suo calcio.
-Arnalel: «Pff, se vuoi farti rispettare, allora impegnati di più S T R O N Z E T T A».