Capitolo 42 - La Giovane Volpe

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Delle scintille schizzarono via dallo scontro delle nostre lame, dando inizio alla mia prova finale.

-Shimi: «Perché ora e non in tutto questo tempo?» Domandai.
-Re Rodrich: «Perché la guerra non è per una bambina» Rispose con un altro fendente.
-Shimi: «Eppure finora ho ucciso quasi un centinaio di mostri e battuto un primordiale, perché?» Domandai respingendolo con la Yami no Tenshi.
-Re Rodrich: «Mostri e umani sono diversi solo perché c'è chi ha un'anima e chi no, chi ha pensieri e degli scopi e chi no, questa è la vera differenza fra umani e mostri, ma se ti dicessi che i veri mostri siamo noi?» Affermò ripartendo all'attacco.
-Shimi: «Capisco ciò che stai dicendo, ciò che ho vissuto io, tu, Norminton, Chalesìa, questo intero regno ne è la dimostrazione della crudeltà dell'essere umano» Risposi parando ancora.

Rodrich balzò all'indietro e con uno scatto scontrò istantaneamente la sua lama contro la mia, quasi facendomi perdere l'equilibrio. Era preciso, forte e veloce; tutte queste battaglie lo avevano formato e reso forse uno degli umani più forti. La sua precisione era su tutt'altro livello, prevedeva ogni mio movimento e parava ogni mio singolo attacco, come se già sapesse la mia tecnica senza mai avermi visto combattere. Ogni suo movimento faceva svolazzare il suo mantello rosso che tanto lo abbracciava attorno al collo, nascondendo anche frontalmente la sua armatura. Placche di altissima qualità e uno splendore mai visto prima: era studiata per garantirgli tutti i movimenti del corpo, similmente all'armatura di Midori. Nonostante si sacrificasse in ogni momento per il suo popolo, combattendo anche in prima linea, la sua armatura era ben diversa da quella dei suoi soldati, era più protettiva ma, potevo ben capire il motivo, era un Re e nonostante il suo pensiero, meritava ugualmente una protezione in più rispetto agli altri, in quanto era il fulcro di Chalesìa.
Volevo combattere con la testa e non solo rispondere ai suoi attacchi, quindi iniziai a stare sulla difensiva, cercando di capire i suoi movimenti e la sua tecnica.

-Re Rodrich: «Ciò che voglio dirti è che quest'oggi è la Capitale, un domani sarà altro. Sei una Kitsune, una delle razze che vive più a lungo, sei un essere millenario e quindi incontrerai molti mostri e umani mostri» Affermò.
-Shimi: «Questo lo so bene, so anche che le Kitsune vivono più di quasi ogni razza, potrei vedere la morte di tutti i miei compagni, la loro vecchiaia o la loro morte in battaglia. È per questo che voglio diventare più forte, per potergli garantire una vita piena, da poter vivere ogni singolo anno, senza morire per un nemico, certo i rischi ci sono sempre, ma non voglio confermarli. Re Rodrich, so che i veri mostri sono gli umani, sarò anche una giovane volpe ma nei pochi anni che ho vissuto ho visto anch'io qualcosa. In molti mi hanno trattata male per la mia storia o per la mia razza e qualcuno ha tentato di portarmi nella sua stanza, pensando fossi così tanto stupida da non vedere quanto mentissero o quanto fossero ubriachi. Sono una giovane volpe, è vero, ma non sono una bambina. Qual è il vero motivo di tutto questo, Rodrich?» Affermai.

Abbandonai la mia idea sull'esaminarlo, la sua tecnica era troppo sviluppata e complessa per me, quindi passai all'attacco, volevo dare tutto me stessa per batterlo, lo dovevo a mia madre.
Sapevo poco di lei ma di qualcosa ero certa: non era stata un nemico per tutti e non era stata lei a dar fuoco a Norminton; forse aveva combattuto con mio padre per garantirmi di fuggire, dopo tutto erano stati loro a mandarmi Yhugo quella notte. Non sapevo se fossero ancora vivi o morti, ma in tal caso non dovevo rendere vano il loro sacrificio, glielo dovevo.
Feci due fendenti a sinistra, poi una raffica a destra, eccetto l'ultimo fendente che fu una finta per permettermi di scattare dietro di lui e provare a colpirlo con la Yami no Tenshi, ma Rodrich parò tutto. Non riuscivo a penetrare le sue difese e la sua concentrazione era incredibile: aveva parato un fendente dietro di lui, semplicemente appoggiando la sua mano con la spada sulla sua schiena, portando così allo scontro delle nostre lame.
Rodrich si girò di scatto e con un fendente scontrò la sua lama con la mia, facendomi tremare le mani per il vibrio dovuto dal forte contatto.

La Kitsune di Fuoco [Hi No Kitsune]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora