Capitolo 54 - L'obiettivo Mai Raggiunto

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Era ormai da qualche giorno che vedevo Arnalel così pensierosa; già da quando eravamo partiti dalla città commerciale avevo iniziato a pensare a come avrei fatto per farla parlare. Eravamo una squadra. 
Ci mancava ormai mezza giornata di cammino all'arrivo a Chalesìa, ma con l'arrivo della sera ci fermammo. Il fuoco, come sempre, bruciava la legna, e il suo calore si faceva sentire di più visto l'arrivo dell'autunno. Ròn, come al solito, aveva iniziato a preparare qualcosa; Selene si era già appisolata, mentre io e Arnalel ci riposavamo un po'. 

-Shimi: «Siamo quasi arrivati, eh?» Affermai. 
-Ròn: «Sì, non vedo l'ora di riposarmi, questo avanti e indietro mi ha un po' stancato» Disse. 
-Shimi: «Immagino, scusa Ròn» Dissi dispiaciuta. 
-Ròn: «Non preoccuparti, hai fatto il tuo. Dovevi controllare che fosse tutto ok, sono io che devo abituarmi a viaggiare tanto» Rispose. 

Girai la testa verso Arnalel. Era ancora un'altra sera che non parlava, ed ero stufa. Mi convinsi a parlarle: non poteva rimanere così per sempre. 

-Shimi: «Arnalel» La chiamai. 
-Arnalel: «Dimmi» Rispose. 
-Shimi: «Ti vedo silenziosa... in realtà da qualche giorno. Va tutto bene?» Domandai. 

Arnalel sospirò e si girò verso di me. Finì di pulire e curare il suo stocco e lo rinfoderò. Pensavo mi avrebbe chiesto di parlarne in privato, eppure mi sorprese: sembrava volerne parlare proprio in quel momento. 

-Arnalel: «Sapete la mia storia. Sapete che sono guidata dalla vendetta, che voglio versare il sangue di una persona specifica, vederla morta» Disse. 
-Shimi: «Sì... vuoi uccidere mia madre, lo so» Risposi. 
-Arnalel: «Eppure il ragazzo delle torri è stato salvato da lei. Alcuni ne parlano bene, altri sono stati sempre aiutati da lei... non so più a cosa credere» Affermò. 
-Shimi: «Arnalel...» La chiamai, cercando di dire qualcosa. 
-Arnalel: «Io lo ricordo, quando li uccise. Perché allora alcuni parlano bene di lei? Perché sembra così dannatamente una buona persona? È pur sempre il Demone di Fuoco!» Esclamò. 
-Shimi: «Non lo so, ma una cosa è certa: il titolo di "Demone di Fuoco" o "Demone del Fuoco" l'ha inventato la Capitale. Non dico che sia del tutto innocente, ha comunque ucciso la tua famiglia, ma non fasciarti la testa ora. Voglio credere che sia ancora viva, perché se lo fosse, avremo le nostre risposte» Dissi. 
-Arnalel: «Lo so, lo so benissimo, è solo che sono confusa» Rispose. 
-Shimi: «Perché non ti riposi un po' e lasci essere Aranel per un po'? Ti farebbe bene» Dissi. 
-Arnalel: «No, ti ho detto di non chiamarmi con quel nome. Siamo anche vicini a una battaglia... ho solo bisogno di tempo per liberarmi di certi pensieri, tutto qui» Rispose. 
-Shimi: «Va bene» 

Si notava chiaramente che era combattuta con se stessa. Del resto, chiunque lo sarebbe stato in quella situazione. Ròn finì di cucinare, cenammo e, successivamente, decisi di alzarmi. 

"Visto che non sono di turno e c'è poco da fare, voglio provare ad aumentare la mia capacità di possedere mana" Pensai. 

Mi allontanai un po' e mi sedetti a terra, incrociai le gambe e chiusi gli occhi. Una delle tecniche per aumentare la propria abilità nell'uso del mana era proprio quella di concentrarsi su di esso, incanalandolo e trasformandolo dentro di sé. Non era diverso dal processo base per poterlo utilizzare, con la differenza che lo si sarebbe solo incanalato e, alla fine, trasformato. Era come se ci stessi giocando, diventando tutt'uno con esso. 
C'era solo il fruscio del vento. Essendo concentrata, sentivo tutto chiaramente, anche i passi di alcuni animaletti, come qualche scoiattolo. Staccai il fodero della Yami no Tenshi dal mio cinto e la posai sulle gambe, in modo che il mana potesse toccarmi in modo uniforme da ogni lato. Feci un lungo respiro, seguendo quella piccola e leggera boccata d'aria fresca che ogni tanto arrivava. Totalmente concentrata iniziai a sentire il fluire del mana in maniera chiara e limpida.
Le code pian piano si alzarono leggermente, e con loro i capelli iniziarono a muoversi. Sentendo ormai il mana riempirmi, provai a trasformarlo pian piano. Seguendo il processo di base, ci giocai un po', come per accoglierlo. Generai qualche fiammella attorno a me; con gli occhi chiusi non potevo vederle, ma riuscivo a percepirle. Ormai avevo superato il limite di due fiammelle alla volta e ne sentivo tre fluttuare attorno a me. 
Ero nel pieno dell'atto. Sentivo il mana entrare, trasformarsi e uscire fuori in modo puro e senza intoppi; ero finalmente riuscita, per la prima volta, a creare un ciclo di mana perfetto. Prima che provassi ad andare oltre, sentii dei passi dietro di me, così decisi di far sparire istantaneamente le fiammelle e, prima che potessi voltarmi, fui presa alla sprovvista. 

La Kitsune di Fuoco [Hi No Kitsune]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora