Capitolo 52 - Le Due Torri

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Ci fermammo qualche minuto a Thalesia. Non volevo avere rimpianti, quindi andai verso Humbert e gli parlai di sua madre; fu sorpreso da ciò che era successo.

-Humbert: «Poteva dirmelo da subito» Disse.
-Shimi: «Avete tempo, riparate il legame. Vorrei entrambi nuovamente a Normintòn» Risposi.

Humbert, nonostante fosse un umano con una buona dimensione e muscolatura, tentava di nascondere il suo stato d'animo dietro quella forza, ma a volte non riuscendoci, si poteva ben notare come stava e, all'udire di quelle parole, vidi nei suoi occhi un piccolo sobbalzo, quasi tremolanti.

-Shimi: «Vai, non è mai troppo tardi, ti aspetta alla città portuale» Continuai.

Si limitò ad annuire e, sicura di ciò che avrebbe fatto, non persi altro tempo e riprendemmo il viaggio. 
Questa volta, come da programma, dopo qualche giorno di cammino, ci fermammo nella città commerciale con Chalesìa, ma al nostro arrivo fummo subito bloccati da qualche abitante.

-Uomo: «Lei è Lady Shimizu, dico bene?» Domandò.
-Shimi: «U-umh, sì, è successo qualcosa per caso?» Domandai.

L'uomo guardò gli altri abitanti e li fece tornare indietro, lasciando solo una donna con lui, forse sua moglie, visto come si tenevano per mano.

-Donna: «Forse è meglio camminare un po' mentre vi raccontiamo» Disse.

Passeggiammo un po', uscendo anche dai confini della città, attraversando un piccolo sentiero mal ridotto. Non potevo fare altro se non osservare la punta di due torri che si intravedevano in lontananza, grazie anche a due bandiere bianche che sventolavano sopra di esse. Fu in quel momento che i due abitanti si sciolsero e iniziarono a parlare.

-Uomo: «Sappiamo che avete un viaggio importante da percorrere, ma vi chiediamo gentilmente di ascoltarci» Disse.
-Shimi: «Certo, dimmi pure» Risposi.
-Donna: «Ultimamente capita che io e mio marito passeggiamo un po' quando abbiamo tempo libero. Una volta finimmo sotto le due torri gemelle e, inizialmente, non successe nulla. Rimanemmo un po' da soli a guardare il mare, visto che quella zona è la più vicina» Spiegò.
-Uomo: «Una sera però, iniziammo a sentire strani suoni provenire dall'interno delle torri. Inizialmente ci allontanammo per paura, ma poi, parlandone, cominciammo a pensare che forse qualcuno fosse rimasto bloccato all'interno, visto che sono mal ridotte e un po' pericolanti. Non abbiamo mai avuto il coraggio di addentrarci, non siamo avventurieri, ma solo un taglialegna e una mercante» Continuò.
-Shimi: «Quindi volete che diamo un’occhiata noi» Affermai.
-Donna: «Sì, sappiamo che siete molto occupati, ma siamo preoccupati per chi potrebbe essere rimasto bloccato nelle torri. Potrebbero anche essere a rischio di crollo» Affermò.
-Shimi: «Mi ricorda il primo incarico in una casa, beh alla fine è lì dove tutto è iniziato, sotto la locanda. Perché no, accetto questo incarico» Dissi.
-Arnalel: «Non possiamo tardare» Disse con tono serio.
-Shimi: «Lo so, ma dubito che qualche ora di ritardo possa causarci danni. Potrebbe anche essere uno spirito bloccato, ed è mio compito ridargli la via. Andiamo» Affermai.

I due abitanti sicuri che avremmo svolto l'incarico, ci ringraziarono e si fermarono, per poi tornare indietro, lasciandoci proseguire senza intoppi. 
Quando arrivammo dinanzi alle due torri, potei osservarle meglio: erano effettivamente in uno stato molto mal ridotto. C'erano buchi nelle mura, pezzi mancanti, la vegetazione si stava già espandendo all'interno e all'esterno di esse. Le finestre erano ormai inesistenti, sostituite da altri buchi. Anche i tre ponti che collegavano le due torri erano in uno stato pietoso, forse persino pericolosi da attraversare, ma se i due abitanti avevano ragione, qualcuno poteva essere rimasto bloccato e dovevamo aiutarlo, nonostante i rischi. 
Quando varcammo l'ingresso della prima torre, iniziammo a sentire i primi rumori dovuti all'età della struttura: anche il vento riusciva a farla dondolare leggermente, generando quel suono. Ci guardammo attorno. C'erano alcune casse vuote ormai invase dalla natura e una scala a chiocciola, tipica delle torri. Iniziammo a salire pian piano, facendo attenzione a dove mettevamo i piedi. Nonostante questa prima parte di scala sembrasse in condizioni migliori rispetto al resto della struttura, poteva comunque cedere da un momento all'altro, oltre ad essere scivolosa per il muschio.

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