Venne un giorno in cui
mi arresi dinnanzi
allo straordinario candore
di un foglio color della neve
che, alla mia immaginazione,
dolcemente sussurrava parole
al sapor del miele,
ma anche amare come fiele.
Tutt'a un tratto un ricordo riaffiorò
nei miei occhi sognanti
di bambina ormai adulta
e in quel bosco mi ritrovai
a cercar rifugio,
protetta dall'ombra delle fronde
di un maestoso albero
che arrossiva all'autunno:
l'eterno custode
dei miei pensieri più grandi e profondi.
Al suo tronco le spalle appoggiate,
lo sguardo rivolto verso
l'intraveduta di un azzurro cielo,
limitata da quella chioma che
stava a voler rapire
le angosce di chi osava sognare.
E convincevo i miei desideri
e le speranze a voler scoprire
tutto ciò che, al di fuori
del mio cassetto, si celava
alla loro sete dell'avverarsi.
Sogni infiniti come la libertà.
Sogni limpidi come l'innocenza.
Sogni immensi come la fantasia.
Sogni sopiti che,
scalpitanti al risveglio,
carezzavano il palato
con ogni genere di sapor:
aspro, dolce, amaro...
delicato o incisivo.
Al sussurrar della bocca
la penna nera d'inchiostro udiva,
mentre il foglio era pronto
a esser testimone di cotanti
piaceri e dispiaceri.
E il grido silenzioso
che nessuno voleva sentire
aveva trovato il suo posto.
L'inchiostro color della pece
donava al mio cuore
nuove sfumature di colore.
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Presunte sfumature di poesia
PuisiUn viaggio dentro e al di fuori di sé, attraverso le mille sfumature delle emozioni assaporate mediante la sublime arte della poesia lontana dai suoi schemi strutturali