Capitolo 12

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Kayin si strinse meglio all'interno della pelliccia di lupo, che stava davvero adorando per quanto era calda, e osservò il paesaggio innevato che gli si parava davanti non appena sceso da quella che era la nave che lo aveva portato fin li. Non sapeva di certo dove si trovasse se non che era molto a nord rispetto alla capitale.

-so che sei minuscolo ma restare sulla passerella impedirai agli altri di passare- gli disse il vichingo rosso che lo aveva rapito spostandolo letteralmente di peso da dove si trovava per permettere a tutti gli altri di scendere con Kayin che lo guardò malissimo per quel gesto.

-Bakari- Kayin osservò curioso la ragazza dai lunghi capelli castani raccolti in piccole trecce ai lati che li stava raggiungendo con molta calma e con il volto pieno di tatuaggi.

-Aila- salutò il rosso al suo fianco e fu così che Kayin capì che il nome del vichingo che lo aveva portato via delle grinfie dei banditi delle montagne.

-allora?- domandò ancora la ragazza che aveva preso ad osservare anche il biondo accanto a Bakari che stava cercando di nascondersi in qualche modo nel mantello di pelliccia che aveva addosso.

-è lui- Bakari indicò con la testa proprio il biondo al suo fianco -gli Dei ti hanno detto altro?-

-non ancora. Come ti chiami?- cambiò completamente interlocutore Aila per poter sorridere al biondo che la guardò scettico per un po'.

-perché dovrei dirlo?- domandò il ragazzo che non aveva nessuna intenzione di dare troppa confidenza a chiunque vivesse con i vichinghi. Non si fidava di loro, anche se lo avevano salvato, e mai si sarebbe fidato.

-perché vivrai con noi forse- rispose tranquillamente la castana incrociando le braccia al petto -di certo non possiamo chiamarti "ehi tu" ogni volta-

-non ho la minima voglia di vivere insieme a voi. Vi ringrazio per avermi salvato ma voglio tornare alla mia vita di prima- disse serio Kayin sperando che lo lasciassero veramente andare senza fare troppe storie.

-credo che avremo un po' di problemi qui- commentò Leif ridacchiando leggermente dopo aver raggiunto i tre e aver messo una mano sulla spalla di quella che era sua sorella. Aila lo guardò con la coda dell'occhio senza dire una parola per poi scostare la mano dell'altro dalla sua spalla.

-gli Dei hanno parlato e tu sei destinato a stare qui con noi. Andartene di qui non è un'opzione-

-certo Dei che non esistono- continuò Kayin -sentite voi potete credere quello che volete ma io non ho nessuna intenzione di essere bloccato con voi solo perché credete che qualche entità superiore mi voglia qui-

-puoi non crederci ma sapevamo dove trovarti perché gli Dei ci hanno detto dove farlo- si unì finalmente a quel discorso Bakari osservando il biondo al suo fianco -non ti avremmo mai trovato altrimenti-

-è stata solo una coincidenza- disse serio Kayin.

-è il volere degli Dei-

-è stata solo fortuna la vostra- sbottò ancora il principe -solo perché avete avuto fortuna non significa che i vostri Dei esistano veramente. Voglio andare via di qui-

-non puoi- il tono di voce di Bakari era leggermente cambiato trasformandosi in quello che di solito il ragazzo utilizzava per dare ordini agli altri Vichinghi. Kayin si accorse immediatamente di quel cambio di voce e un po' spaventato da quello che poteva succedere si strinse di più nella pelliccia di lupo. La cosa non passò inosservata ad Aila che scrutò attentamente il ragazzo per poi arrivare alla conclusione da sola.

-hai paura di noi- disse ad alta voce attirando l'attenzione anche di Leif e Bakari -sei davvero terrorizzato è per questo che non vuoi restare qui-

-non sono fatti vostri-

-rispondere a tono non ti farà passare la paura. Perché sei terrorizzato?- continuò la ragazza avvicinandosi al biondo che fece un leggero passo indietro ma non riuscì ad allontanarsi del tutto perché Bakari gli aveva messo una mano dietro la schiena per impedirgli di fare altri movimenti.

-uccidete la gente a caso- riuscì a dire in un sussurro Kayin -perché non dovrei avere paura di voi?-

-non uccidiamo a caso- rispose secco Leif.

-avete ucciso tutte le persone del villaggio dal quale mi avete preso-

-sbagliato- fu Bakari a bloccarlo questa volta -abbiamo ucciso tutti coloro che ci hanno attaccato a loro volta ma donne e bambini non li abbiamo toccati. Combattiamo solo contro chi è in grado di battersi, combattere contro i più deboli sarebbe un disonore per noi e non ci permetterebbe privilegi nel Valhalla-

-Val che?- Kayin si voltò verso il rosso cercando di capire di cosa stesse parlano senza però riuscirci: sapeva davvero poco della loro religione per capire a pieno quello che stavano dicendo.

-Valhalla, il nostro aldilà- spiegò Aila al ragazzo -lo si può raggiungere solo se si muore combattendo con armi in mano. Solo i guerrieri più degni possono raggiungerlo e continuare a servire gli Dei da morti fino al giorno in cui arriverà il Ragnarok- l'ultima parte nuovamente Kayin non l'aveva compresa ma si decise a non continuare a discutere su quell'argomento.

-sta di fatto che non è vero. So di villaggi che sono stati attaccati e saccheggiati da voi non lasciando nemmeno una persona viva- ed era vero visto che si era fatto mandare i resoconti di quegli attacchi: i vichinghi che aveva difronte non potevano smentirlo. Kayin vide chiaramente il rosso al suo fianco sbuffare.

-è complicato- parlò allora Bakari -noi non siamo un unico regno come voi altri. Certo c'è qualcuno di riferimento ma molti dei nostri clan non seguono le regole base per protesta. Non fare di tutta l'erba un fascio- spiegò con calma il rosso anche se Kayin fu certo di sentire una punta di rabbia nella voce dell'altro come se la cosa gli desse più fastidio di quanto voleva realmente far vedere.

-già abbiamo anche noi i nostri problemi- sospirò Aila -allora che ne dici di venire con me? Hai davvero bisogno di un bagno- e Kayin non poté far altro che seguire la ragazza: non aveva altro posto dove andare per il momento e un bagno non gli dispiaceva minimamente in quel momento.

Il principe dei VichinghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora