Epilogo

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-puoi cortesemente pulire quegli stivali?- sbottò Kayin linciando con lo sguardo il marito che aveva fatto in tempo a mettere solo un piede dentro la loro casa prima di venir rimproverato.

-i primi tempi non ti importava e correvi verso di me come se non ci fosse un domani- ridacchiò Bakari che in realtà voleva che il biondo andasse verso di lui per poterlo stringere a se e sentire il suo buon odore, gli era davvero mancato e non sapeva come aveva fatto a resistere senza averlo al suo fianco per così tanto tempo.

-già ma quel sangue lo devo pulire io dal pavimento- gli fece notare il biondo e Bakari fu costretto ad alzare gli occhi al cielo mentre si toglieva gli stivali e li lasciava vicino all'ingresso. Kayin sorrise soddisfatto e si avvicinò con calma al marito prima di baciarlo con estrema urgenza. Bakari mise un braccio intorno la vita del biondo per tirarselo il più vicino possibile e approfondì ancora di più quel bacio che si era sognato in tutte le notti precedenti.

-PAPA'- quell'urlo fece staccare velocemente i due e Bakari sorrise nel vedere il bambino di ormai sette anni corrergli incontro, incurante di tutto, e abbracciarlo stretto comprendendo nell'abbraccio anche Kayin.

-ehi principino. Hai fatto il bravo?- domandò Bakari al figlio mentre gli accarezzava la testolina bionda. Il bambino annuì continuando a stringerlo a se.

-abbiamo fatto i bravi- sorrise Kayin in direzione del marito.

-quindi tu non ti sei lamentato con Aila che volevi venire a combattere con me?- domandò sorpreso Bakari ma dall'occhiataccia che gli lanciò Kayin seppe che in realtà l'altro l'aveva fatto eccome. Da quando avevano adottato Balder Kayin non aveva più partecipato a nessuna battaglia principalmente per non lasciare il figlio da solo. Il biondo voleva ovviamente aiutare il marito nella sua battaglia contro Arne, che anche se stava resistendo più del dovuto era quasi arrivato al limite, e voleva anche combattere ma il bene del figlio veniva prima di tutto.

-quando sarò abbastanza grande combatterò con voi- disse fiero Balder staccandosi da quell'abbraccio mentre i suoi occhi verdi, di una tonalità differente rispetto a quelli di Bakari, brillavano.

-sei ancora troppo piccolo Balder- ridacchiò Bakari che però apprezzava davvero tanto quel temperamento da parte del figlio.

-chissà da chi ha preso- ridacchiò a sua volta Kayin per poi dirigersi verso il tavolo della loro sala padronale e prendere alcuni fogli per poi buttarli nel camino acceso sotto lo sguardo attento di Bakari.

-ti ha scritto ancora?- domandò il rosso anche se conosceva già la risposta.

-si, lo zio manda lettere quasi ogni giorno ormai- rispose Balder facendo spallucce.

-forse dovresti rispondergli- provò a dire Bakari ma Kayin scosse la testa.

-mi ha fatto penare per dieci anni e anche se l'ho in parte perdonato dopo tutto questo tempo visto che è grazie a lui che ci siamo incontrati non voglio dargliela vinta così facilmente. Minimo dieci anni deve aspettare anche lui- e Kayin incrociò le braccia al petto mentre Bakari sospirava.

-potrebbe aver bisogno di te-

-Bakari indirettamente lo stiamo aiutando e lo sai bene anche tu. Voglio solo fargli capire cosa ho passato io mentre cercavo di creare un rapporto con l'unica persona che mi era rimasta-

-come vuoi tu- sussurrò alla fine Bakari per poi guardare verso il figlio -Leif ha un regalo per te- e gli occhi di Balder si illuminarono ancora di più prima di correre a tutta velocità fuori dalla sua casa per raggiungere Leif, il tutto mentre Kayin incrociava le braccia al petto e alzava un sopracciglio dubbioso -che c'è?-

-davvero?-

-l'ho costretto e poi ho bisogno di stare un po' con te adesso- e così dicendo prese completamente alla sprovvista il marito caricandoselo in spalle e trascinandolo verso la loro camera da letto pronto a recuperare il tempo che avevano perso in quella settimana che Bakari era stato via.

Il principe dei VichinghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora