Capitolo 18

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Kayin abbassò la spada guardando con un ghigno soddisfatto in direzione di Leif. Finalmente il castano aveva accettato di fare quello scontro con lui e il biondo era riuscito a dimostrargli non solo che sapeva realmente combattere ma anche che era abbastanza bravo da tenergli testa. Infatti Kayin non solo era riuscito a parare tutti gli affondi che Leif aveva provato ma anche ad attaccare lui stesso il castano andando molto ma molto vicino a colpirlo più volte. Leif però era un vichingo e come tale si allenava con quelle armi fin da quando era nato quindi era riuscito a parare i suoi colpi.

-allora?- domandò sempre ghignando Kayin portandosi una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio.

-sai il fatto tuo- commentò Leif -anche se ci sono andato leggero-

-cosa? Solo perché ho dimostrato di essere al tuo stesso livello adesso ti inventi che ci sei andato leggero?- sbottò Kayin per niente contento di quelle parole perché era davvero certo che l'altro non ci fosse andato realmente leggero con lui, anzi aveva avuto l'impressione che avesse in qualche modo provato a calcare la mano fin dall'inizio per metterlo in ridicolo senza però riuscirci.

-non me lo sto inventando ma è la verità- continuò convinto Leif mentre Kayin si innervosiva sempre di più.

-oh no adesso lo vedi come ti ammazzo- ma Kayin anche se provò ad avventarsi su Leif non ci riuscì visto che qualcuno gli aveva preso il polso destro, con il quale teneva l'arma, per poi tirarlo verso di se. In quel modo Kayin perse leggermente l'equilibrio e si ritrovò ad essere letteralmente attaccato a quello che era a tutti gli effetti il corpo ben piazzato di Bakari. -che cazzo fai!- sbottò il biondo nonostante le guance leggermente arrossate per l'imbarazzo anche se stava ringraziando che li facesse molto freddo per poter in qualche modo usare la scusa del freddo per quel rossore.

-non voglio spargimenti di sangue- fu la semplice risposta di Bakari che nonostante avesse capito che il biondo non si sarebbe più fiondato su Leif continuava a tenerlo stretto a se perché gli piaceva, gli piaceva davvero tanto sentire il calore del corpo di Kayin accanto al suo.

-andiamo è troppo debole per riuscire a ferirmi- ridacchiò Leif.

-Leif lo sappiamo entrambi che è bravo quanto te e che tu non ci stavi realmente andando piano- Bakari non ci pensò due volte prima di dire quelle parole -accetta semplicemente la cosa senza farlo innervosire- concluse Bakari che lentamente lasciò la presa su Kayin.

-quindi sono bravo?- non riuscì a non chiedere con un mezzo sorriso sulle labbra Kayin in direzione del rosso che si trovò ad annuire per confermare la cosa. Aveva visto il combattimento di Kayin e Leif da lontano anche se non aveva subito palesato la sua presenza per studiarli per bene. E doveva ammette che davvero il biondo ci sapeva fare con la spada. Era una tecnica diversa dalla loro questo era vero ma si vedeva che non era uno di quelli che tiravano affondi alla cieca: sapeva cosa stava facendo.

-ecco ora lo hai fatto esaltare e si crederà più bravo di quanto è realmente- sbottò Leif osservando il suo migliore amico con sguardo critico per via di quello che aveva appena detto. Bakari lo ignorò completamente alzando semplicemente le spalle.

-non mi esalto per qualcosa che già so- disse allora Kayin per poi voltarsi in direzione di Bakari -posso combattere anche contro te?-

-no- fu la risposta del rosso mentre scuoteva la testa per confermare ancora di più la sua negazione.

-perché?- domandò davvero tanto confuso il principe che non capiva come mai l'altro non volesse confrontarsi con lui: che avesse paura di essere battuto e quindi perdere la sua credibilità?

-perché non voglio farti male. Io non so trattenermi e rischierei di combattere seriamente-

-ma...-

-ascolta Bakari- si intromise Leif sospirando -le prime cicatrici che solcano il mio corpo sono quelle che mi ha fatto lui mentre ci allenavamo- tentò poi di spiegargli il castano -se ci tieni al tuo bel visino non ti conviene-

-vi odio- sbottò allora Kayin voltando i tacchi e dirigendosi a passo svelto verso quella che aveva imparato a considerare la sua casa. Era li davvero da pochissimo tempo ma già si sentiva davvero al sicuro e tutti i pregiudizi che aveva inizialmente avuto nei confronti dei vichinghi erano quasi del tutto scomparsi.

-che gli è preso? Gli abbiamo semplicemente detto la verità!- borbottò Leif osservando il biondo mentre dava loro le spalle per poi riportare lo sguardo sul suo migliore amico -comunque sta diventando fin troppo palese che ti piace-

-eh?- domandò istericamente Bakari che non si era minimamente accorto che si vedesse così tanto.

-si vede lontano chilometri che ti piace quel biondino pe lo proteggi sempre- spiegò con calma il castano -perché non te lo porti a letto e basta?-

-perché dovrei fare una cosa del genere?- chiese invece il rosso scuotendo la testa: l'ultima cosa che voleva fare era proprio assalire il biondo all'improvviso, soprattutto dopo che aveva visto in che condizioni era quando l'aveva portato via dai banditi delle montagne.

-per capire se ti piace veramente o ti stai facendo venire i complessi perché credi che gli Dei vogliano così. Sono settimane ormai che mia sorella sta provando a domandare ancora agli Dei perché Kayin è qui ma loro non rispondono quindi credo che tu ti stia facendo incasinare il cervello-

-credimi non è perché credo che gli Dei lo vogliano. Semplicemente mi piace e basta- fu la risposta tranquilla di Bakari guardando per un momento verso la direzione nella quale era scomparso in precedenza il biondo -devo solo trovare il modo di dirglielo senza farlo spaventare-

-di cosa diavolo stai parlando?- domandò confusissimo Leif ma Bakari decise di non rispondergli, gli aveva già detto troppo, e si incamminò anche lui verso casa.

Il principe dei VichinghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora