Capitolo 8

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Kayin non sapeva se fosse un bene che quello che era palesemente un vichingo stesse combattendo contro quel bastardo del suo carceriere o se stesse per finire dalla padella alla brace. Quello che sapeva di certo era che almeno avrebbe avuto qualche attimo di riposo prima di essere nuovamente usato come un giocattolo sessuale. Non era tanto sicuro di quanto tempo fosse realmente passato da quando era stato rapito ma osservando in parte il cielo che cambiava fuori dalla sua finestra quando non era troppo stanco e la quantità di volte in cui lo avevano fatto mangiare doveva essere grosso modo una settimana.

All'inizio, i primi giorni, aveva sperato che qualcuno lo andasse a salvare velocemente ma nessuno si era presentato e Kayin aveva iniziato a dubitare che chiunque sapesse dove si trovava realmente in quel momento. Probabilmente tutti si erano arresi al suo non ritorno e stavano di certo già cercando un suo sostituto. Un po' ovviamente gli dava fastidio come cosa ma lui era legato li completamente inutile quindi non poteva nemmeno protestare per tutto quello che stava succedendo.

Kayin posò lo sguardo sui due che stavano combattendo, con il rosso che stava palesemente avendo la meglio nei confronti del bandito, e il principe dovette ammettere che era davvero un bel ragazzo il rosso. Se solo non fosse stato un vichingo forse gli sarebbe piaciuto molto di più. Il vichingo in un movimento veloce trafisse da parte a parte quello che era il bandito che non riuscì a fare altro che boccheggiare e cadere morto a terra.

Il vichingo nemmeno pulì la sua spada dal sangue dell'uomo che ancora la macchiava e si avvicinò a lui per poi slegargli prima e mani e poi i piedi con la stessa. Qualche goccia di quel sangue cadde dalla lama della spada per finire sul volto di Kayin che guardò male il vichingo che l'aveva appena liberato.

-non hai niente da metterti?- domandò il rosso con voce profonda osservando la camera con attenzione.

-non sono cazzi tuoi- ringhiò Kayin facendo per incamminarsi verso l'uscita. Era libero e voleva tornare velocemente a casa, al suo castello al sicuro. Il vichingo però non sembrava minimamente dello stesso avviso e lo bloccò prendendo con forza il suo braccio destro andando involontariamente a toccare quella che era una delle ferite ancora aperte e facendo gemere Kayin per colpa del dolore.

-ti ho liberato e ora appartieni a me- disse serio Bakari osservando il biondo che aveva difronte e iniziando anche a pensare che quel ragazzo doveva avere davvero molti lividi in più rispetto a quelli visibili e probabilmente molte altre.

-io non appartengo proprio a nessuno e di certo non seguirò te- Kayin cercò in qualche modo di sgusciare via dalla presa di quello che era il vichingo ma il rosso era davvero molto più forte rispetto a lui e non lo lasciò minimamente alzare anche con una facilità assurda se lo caricò in spalla in pochissimo tempo per poi incamminarsi verso l'uscita di quell'abitazione.

Kayin aveva avvertito le urla da dentro la camera ma non si era di certo aspettato di vedere realmente tutti quei vichinghi li presenti che stavano combattendo con ferocia contro i banditi delle montagne. Ora qui rozzi predatori di animali erano arrivati ad attaccare anche i popoli nelle montagne?

-mettimi giù ammasso di muscoli-

-non mi fai paura, sei uno stecchino- sbuffò Bakari guardandosi intorno con una voglia matta di continuare a partecipare a quella battaglia anche se le persone erano quasi finite con nemmeno una perdita dalla sua parte. Okay che li avevano colti completamente di sorpresa ma da li a non saper combattere c'era un largo margine.

-Bakari- lo richiamò Leif notandolo -fatto?- domandò poi stroncando di netto con una delle sue asce la gola di quello che era l'ultimo uomo dei banditi. Donne e bambini non li avevano toccati e non lo avrebbero fatto visto che non si erano permessi di combattere contro di loro.

-andiamo prima che arrivi il grande gelo e ci congeli il mare- disse serio Bakari dopo aver indicato con la testa in direzione del ragazzo che teneva su una spalla.

Subito, a quelle parole, tutti i vichinghi del suo gruppo si fermarono e, dopo aver pulito alcune delle loro armi in ferro dal sangue in eccesso, fecero il sentiero dell'andata al ritroso arrivando anche abbastanza velocemente alla nave. Bakari portò in spalla il ragazzo biondo per tutto il tempo ignorando completamente i flebili pugni che l'altro tentava di dargli per infastidirlo e, una volta sulla nave, lo lasciò cadere a terra il più gentilmente possibile per i suoi standard.

-ahi- protestò il biondo guardandolo male e tremando leggermente per via del freddo che iniziava ad avvertire sulla sua pelle. Fino a prova contraria infatti Kayin era ancora a petto nudo e il freddo pungente lo stava avvertendo eccome. Bakari se ne accorse immediatamente e si tolse il mantello di pelliccia di lupo per buttarlo addosso a Kayin che si scostò leggermente da quella pelliccia.

-non so cos'hai contro la pelliccia di lupo ma fa freddo e se non vuoi morire ammalato mettiti quella pelliccia- sbottò Bakari e Kayin completamente terrorizzato dalla faccia seria che l'altro aveva messo su riprese la pelliccia di lupo, che dovette ammettere essere davvero morbidissima e calda, e se la mise addosso rannicchiandosi su se stesso iniziando ad osservare i vari vichinghi presenti su quella nave. Cosa diavolo erano andati a fare li a sud? Non lo sapeva e in realtà aveva anche molta paura a fare una domanda a quegli uomini che erano davvero tanto concentrati sul far ripartire quella nave. Kayin voleva solo urlare e scappare da li per poter tornare al suo castello e riprendere a vivere la sua vita normalmente ma non poteva, non quando era circondato completamente da vichinghi. Era grato però loro per averlo salvato dalle grinfie dei banditi.

Il principe dei VichinghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora