Capitolo 13

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Kayin si sentiva nuovamente vivo in quel momento. Aila lo aveva lasciato da solo all'interno di una stanza di un'abitazione, quella più grande che aveva visto da quando era arrivato, e lui ne aveva approfittato per lavarsi via tutto lo sporco accumulato in quelle quasi due settimane. Ci era stato davvero tanto tempo all'interno della tinozza di legno che fungeva da vasca da bagno e il suo corpo ne aveva davvero giovato, certo non era la sua enorme e comodissima vasca da bagno che aveva al castello ma era comunque meglio di niente.

Quando era uscito poi dalla vasca stringendosi dentro la pelliccia di lupo, che davvero aveva completamente rivalutato per quanto fosse calda e anche morbida, era uscito dalla stanza e aveva trovato dei semplici vestiti piegati. Non ci aveva pensato due volte prima di infilarseli e nonostante non fossero di fattura pregiata il biondo era contento di non aver qualcosa di sporco addosso. Poi aveva trovato anche quelli che erano un paio di stivali nuovi e si era sorpreso del fatto che gli calzassero a pennello come se qualcuno avesse controllato i suoi vecchi prima di fargli trovare degli altri.

Nonostante fosse completamente vestito il freddo pungente di quell'inverno che era appena arrivato, e il fatto stesse che si trovasse più a nord rispetto al solito, non gli fece abbandonare la pelliccia di lupo ma se la strinse addosso in modo da poter stare caldo il più possibile.

Altra pecca in quel momento era anche il fatto che i suoi lunghi capelli erano ancora completamente bagnati e con quel gelo all'esterno gli sarebbe di sicuro venuto un male al collo quindi doveva al più presto trovare una fonte di calore per poter almeno far asciugare gran parte dei capelli.

-oh hai fatto- Kayin alzò lo sguardo per incrociare la figura di Aila che gli stava sorridendo e che in quel momento non indossava più il mantello, non essendo all'esterno, lasciando intravedere al principe anche tutti gli altri tatuaggi presenti sulle sue braccia -credevo saresti morto annegato-

-ho solo avuto bisogno di tempo. Avete fonti di calore per questi? Fa troppo freddo e non vorrei...-

-il camino nella sala centrale- lo bloccò immediatamente Aila facendo poi cenno all'altro di seguirla. Kayin lo fece osservando attentamente quella struttura di mattoni e legno e nel mentre che camminava si accorgeva che Aila non aveva poi tutti i torti a stare senza mantello visto che il calore aumentava man mano che si avvicinavano a quella che era la sala centrale dove all'interno del camino ardeva il fuoco. Kayin non ci pensò due volte pensò due volte prima di fiondarsi vicino al camino per potersi quindi asciugare i suoi lunghi capelli. Aila lo osservò attentamente cercando di capire come comportarsi con il ragazzo o meglio come fargli capire che non erano pericolosi come credeva.

-dove mi avete portato? Sembra una casa molto grande per una sola persona- riuscì a chiedere dopo un po' Kayin tenendo comunque lo sguardo fisso su quello che era il fuoco scoppiettante.

-la casa del nostro capo dove resterai ovviamente- rispose sinceramente Aila sbadigliando anche leggermente visto che la sera prima era rimasta sveglia fino a tardi per consultare le rune e il volere degli Dei, volva sapere se la missione era andata bene oppure no e non voleva aspettare fino al ritorno del fratello e di Bakari.

-e se io non volessi restare qui?- domandò Kayin che si maledì mentalmente per aver anche solo posto la prima domanda: sarebbe rimasto più tranquillo nel non saperlo.

-te l'ho già detto sei qui perché gli Dei lo vogliono e credimi questo è il posto più sicuro nel quale puoi stare- rispose tranquillamente Aila -anche perché il nostro capo già lo conosci-

-eh?- Kayin infatti non credeva minimamente di aver già conosciuto il capo di quel clan di vichinghi considerando che tutti quelli che aveva incontrato erano abbastanza giovani.

-reagiscono sempre tutti così- ridacchiò la castana incrociando le braccia al petto -Bakari è il nostro capo- e Kayin rimase ancora più sorpreso nel venire a conoscenza che il rosso che lo aveva salvato dalle grinfie dei banditi delle montagne non era altro che un capo. Quel ragazzo non aveva che pochi anni in più rispetto a lui ma già era il capo di così tanta gente che si sentì quasi in difetto nel sapere che lui ufficialmente non era ancora il re del regno di Urrur.

-è molto giovane- riuscì a dire il biondo guardando per un attimo in direzione di Aila che gli sorrise leggermente.

-è stato costretto a diventare capo in così giovane età- aggiunse la castana osservando attentamente il biondo -ma queste sono cose che non dovresti sapere visto quanto sei restio a voler capire che devi restare con noi- e mentre la ragazza diceva quelle parole nella mente di Kayin si faceva strada l'idea che molto probabilmente lui e Bakari avevano avuto una storia simile che li aveva portati in qualche modo a dover fare di tutto per seguire le orme di qualcuno che ormai non c'era più.

-davvero non mi lascerete tornare alla mia vita?- non riuscì a non chiedere nuovamente il ragazzo ritornando a guardare il fuoco. Il pensiero del suo regno gli aveva fatto ricordare che in fin dei conti aveva delle persone che dipendevano da lui e non poteva minimamente lasciarle da sole. E poi...poi doveva anche dare a Tigran quello che si meritava.

-gli Dei hanno in serbo qualcosa per noi e non possiamo lasciarti andare fino a quando non lo capiremo. Ti prometto che questa sera guarderò nuovamente le rune- sussurrò Aila sperando in qualche modo di far crollare il muro che il biondo si era costruito intorno.

-tu?-

-sono una Volva, una sacerdotessa per precisare, e gli Dei mi parlano attraverso le rune- spiegò la castana con un piccolo sorriso sulle labbra.

-allora chiedi ai tuoi dei di sbrigarsi a dirmi cosa vogliono che non ho tempo da perdere qui con voi-

Il principe dei VichinghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora