Capitolo 24

449 39 2
                                    

Kayin si strinse di più nella pelliccia di lupo e guardò con sguardo truce Aila che era al suo fianco e che stava osservando attentamente le rune che aveva appena fatto cadere sul terreno innevato accanto a quello che era il focolare che aveva acceso prima di iniziare quel rito. Poco lontano dal fuoco c'era ancora la carcassa della pecora che la Volva aveva sacrificato, il cui sangue era finito nel fuoco, per gli dei prima di lanciare le rune.

-lanciarmi quello sguardo non servirà a farti avere un risultato diverso da quello che ti ho appena detto- disse la castana senza alzare gli occhi dalle rune mentre Kayin fu certo di vedere i tatuaggi sul volto e sulle mani della ragazza brillare per un attimo di rosso. Certo poteva essere stato anche il bagliore del fuoco che lo stava ingannando ma ormai era successo così tante volte mentre la castana leggeva le rune che ormai Kayin si era rassegnato a considerare quei tatuaggi divini proprio come quello che Bakari aveva sulla schiena.

-sapevo che dovevo andare con loro- sbottò dopo un po' Kayin distogliendo lo sguardo dalla Volva per posarlo sul fuoco e osservare le fiamme danzare.

-non sarebbe cambiato il risultato- gli disse invece Aila non distogliendo minimamente lo sguardo da quello che stava facendo -hanno avuto complicazioni e per questo non stanno tornando in tempo-

-e Odino non ti può dare altre informazioni?- domandò esasperato Kayin che in realtà era più preoccupato per Bakari che per altro. Aveva accettato che l'altro partisse senza di lui per quella missione perché il rosso era riuscito a tranquillizzarlo ma quella maledetta missione non era minimamente andata come doveva e stavano facendo troppo ritardo.

-se fosse così semplice gli Dei non si divertirebbero con noi- rispose schietta Aila alzando finalmente lo sguardo dalle rune -dovrebbe essere tutto a posto comunque anche se hanno avuto problemi- aggiunse poi la ragazza portando una delle lunghe trecce dietro la spalla e iniziando a mettere con cura le rune a posto nel loro sacchetto di velluto rosso.

-io non li faccio più partire senza di me- borbottò Kayin che in realtà voleva essere solo un commento per se stesso ma aveva usato un tono di voce un po' troppo alto e se ne accorse solo quando Aila si fermò a fissarlo intensamente.

-perché invece di cuocere nel tuo brodo non ti dichiari a Bakari?- disse la ragazza con tutta la calma del mondo -all'inizio pensavo solo che ti fidassi di lui perché ti aveva salvato ma in questi ultimi giorni sono arrivata alla conclusione che lui ti piace. Ti ho già fatto notare come ti guarda quindi perché non ti butti e basta?-

-mh- fu l'unico commento di Kayin che si morse il labbro per non dire a Aila che in realtà lui e Bakari stavano già insieme e da un bel po', voleva ancora restare in quella bolla di vetro che aveva creato intorno a lui e Bakari. Dire a qualcuno che era il compagno del capo dei vichinghi sarebbe stato come puntarsi un faro addosso e anche un cartello con su scritto: "preda numero uno se si vuole ferire Bakari". Non voleva che ciò succedesse per nessuna ragione al mondo.

Aila notò come le sue parole avevano fatto cadere in trance Kayin e sospirò pesantemente chiedendosi perché mai i due stessero perdendo così tanto tempo visto che letteralmente vivevano sotto lo stesso tetto e dovevano essersene accorti dei reciproci sentimenti. La ragazza stava per richiamare l'attenzione del biondo per dirgli in un altro modo che doveva assolutamente fare lui la prima mossa con Bakari quando sentì chiaramente i corni che avvisavano del ritorno dei guerrieri. Quei corni gli avvertì chiaramente anche Kayin che subito si alzò da terra e stringendosi meglio nella sua pelliccia camminò a passo svelto verso il centro dell'insediamento. Non ci volle molto prima che Kayin riuscisse a intravedere la figura possente di Bakari che, sempre con accanto Leif, stava camminando con apparente calma e con un ghigno sulle labbra che faceva dire al biondo che molto probabilmente Bakari aveva vinto la battaglia e fermato la rivolta di quel villaggio vicino.

Vedere Bakari vivo e vegeto fece battere velocemente il cuore di Kayin al quale quasi vennero le lacrime agli occhi mentre tutta le tenzione e la preoccupazione scemavano completamente. Il principe di Estgul non riuscì a contenersi e il suo corpo si mosse da solo placcando letteralmente Bakari. Bakari che non essendosi minimamente aspettato un gesto del genere barcollò un po' all'indietro ma poi strinse forte a se il suo compagno con al contempo una voglia matta di baciarlo. Aveva urgenza di sentire le labbra di Kayin sulle sue ma non poteva, non davanti a tutta quella gente quando Kayin stesso gli aveva chiesto di non far partecipe tutti della loro relazione. Kayin si beò del calore del corpo di Bakari e anche del profumo del rosso nonostante esso fosse leggermente coperto da sudore e sangue ma il biondo riscoprì di non essere disgustato da quegli altri odori ma più felice di sentirli: non sarebbe stato il suo guerriero altrimenti.

Bakari prese ad accarezzare con calma la schiena di Kayin sentendosi leggermente a disagio nell'avvertire lo sguardo di tutti su di loro senza nemmeno sapere come comportarsi. La cosa più giusta da fare sarebbe stata cacciare via il ragazzo da quell'abbraccio, per ovviamente far sembrare che non ci fosse nulla tra loro, ma anche lui aveva assolutamente bisogno di stringere a se il suo compagno.

-ho temuto il peggio- sussurrò Kayin facendosi sentire solo da Bakari -credevo ti avessero ucciso-

-ci vuole molto di più per uccidermi- borbottò Bakari.

-ma io ero preoccupato- disse Kayin sgusciando fuori da quell'abbraccio -e se mi impedirai un'altra volta di venire con te giuro che ti ammazzo con le mie stesse mani amore- e dopo aver detto quelle parole tirò Bakari vero di se per l'armatura baciandolo li, davanti a tutti. Non gli importava più in quel momento di quello che poteva succedere: voleva far presente a tutti che lui, e solo lui, era il compagno di Bakari.

Il principe dei VichinghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora