Capitolo 3

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Kayin si morse leggermente il labbro inferiore per poi guardare in direzione di Florian dopo essersi alzato con calma dall'enorme tavolo della sala da pranzo che era stato preparato solo e unicamente per lui.

-vado a chiamare Tigran-

-vostra altezza lo sapete che non può uscire dalla sua camera- lo bloccò immediatamente Florian guardandolo anche leggermente male per quelle parole segno che come al solito non gli andava a genio quello che aveva proposto.

-oh andiamo- sussurrò Kayin -sto per mangiare completamente da solo e anche lui farà lo stesso quindi perché non posso farlo venire qui? Voglio avere l'opportunità di parlare con lui in un ambiente diverso dalla camera nel quale lo avete rinchiuso-

-i consiglieri hanno deciso di tenerlo in quella camera solo perché tu hai chiesto loro di non sbatterlo in prigione- borbottò Florian ripetendo per la millesima volta le stesse identiche parole -per loro poteva tranquillamente marcire in prigione-

-e per me no- sussurrò Kayin distogliendo lo sguardo ghiaccio dal suo consigliere -è mio fratello-

-non è vostro fratello vostra altezza-

-lo siamo anche se voi non lo volete- ringhiò Kayin -abbiamo la stessa madre anche se padri diversi e non capisco perché non fate altro che tenerlo imprigionato quando sono sicuro che provando a parlare con lui e dargli anche un po' di fiducia scoprirete che è un ragazzo come me- Kayin camminò con molta calma verso l'uscita della sala da pranzo anche se Florian provò a bloccarlo nuovamente -se non volete farlo mangiare qui allora mangerò io con lui- e dopo aver detto quelle parole uscì definitivamente dalla sala da pranzo per poi andare spedito ad attraversare i corridoi riservati agli alloggi dei reali fino ad arrivare a quella che era la porta di quercia della camera del fratello.

Le due guardie che erano spesso li presenti, perché davvero i consiglieri non si fidavano minimamente a lasciare Tigran da solo anche se chiuso a chiave nella sua camera, lo guardarono confuse e sorprese allo stesso tempo ma Kayin le ignorò per poter poi bussare alla porta del fratello e aspettare che l'altro gli desse il permesso di entrare.

Sentì poco dopo l'altro dire un "avanti" abbastanza confuso segno che non si era aspettato nessuno in quel momento e Kayin fece cenno alle guardie di aprire la porta e una delle due lo fece lasciandolo entrare all'interno della stanza. Kayin non ci mise molto ad individuare il fratello sdraiato scompostamente su uno dei divanetti presenti nella camera e con quello che era il so pranzo ancora completamente intoccato.

-tutto bene?- domandò il maggiore attirando su di se completamente lo sguardo di Tigran su di se che non aveva alzato subito lo sguardo su di lui.

-cazzo vuoi- sbottò il minore osservandolo furioso segno che non lo voleva li.

-pranzare con te- disse serio Kayin andandosi a sedere compostamente sul divanetto difronte a quello di Tigran.

-sparisci- sbuffò il minore incrociando le braccia al petto -non ho nessuna intenzione di mangiare insieme a te-

-hai solo me-

-e per colpa di chi?- domandò ancora Tigran che però non voleva realmente una risposta -non ho nessuna intenzione di pranzare con qualcuno come te che non fa altro che far finta di voler parlare con me solo e soltanto per creare una facciata-

-anch'io ho solo te Tigran- sussurrò Kayin cercando di far ragionare quello che era il suo fratellino -e sono serio quando dico che voglio passare del tempo con te per conoscerti meglio. Se continui a rifiutare di fare qualunque cosa non riuscirò mai e poi mai a far capire ai consiglieri che non sei pericoloso e puoi tranquillamente circolare libero per il castello. Dev però aiutarmi altrimenti non mi ascolteranno mai-

-certo ora sei anche quello buono che vuole aiutarmi. Vaffanculo!- sbottò Tigran -è tutta colpa tua questa situazione lo sai vero?-

-non volevo che fossi rinchiuso in umide prigioni dove saresti stato trattato come il peggiore dei nemici! Sei mio fratello non puoi stare in quelle prigioni-

-io non dovevo proprio trovarmi in questo castello principino dei miei stivali- sbottò ancora il minore dei due biondi guardando furioso l'altro -tuo padre ha invaso il mio villaggio e ha permesso che uccidessero mia madre per poi uccidere mio padre. Mi ha trascinato qui contro la mia volontà ed è un miracolo che sia morto perché altrimenti mi avrebbe torturato!-

-mio padre...- iniziò Kayin cercando di stare calmo -ha peso la testa quando nostra madre è stata rapita dai banditi delle montagne Tigran e voleva riportarla qui non dicerto permettere a tuo padre di ucciderla-

-mia madre non è stata rapita dalla mia gente principino e siete stati tu e tuo padre ad ucciderla-

-fino a prova contraria è stato tuo padre quello che le ha tagliato la gola Tigran- non riuscì a non trattenersi Kayin che aveva scoperto della morte della madre in quel modo barbaro proprio da Florian dieci anni prima dopo che aveva passato anni della sua infanzia a sperare di rivedere il volto della madre che era ancora nei suoi pensieri solo e soltanto perché aveva sempre sotto gli occhi i quadri della donna altrimenti ne avrebbe completamente perso il ricordo.

-per colpa vostra!- urlò ancora Tigran alzandosi dal divano e osservando il fratello a braccia incrociate -stavo bene con mia madre prima che voi arrivaste sconvolgendo completamente il mio mondo ora vai fuori di qui prima che usi la forchetta del mio pranzo per ucciderti- e Kayin aveva ancora voglia di dire al fratellino che in realtà il primo che aveva visto il proprio mondo sconvolgersi era stato lui quando la madre era stata rapita ma sapeva anche che Tigran era capacissimo di ucciderlo con quella forchetta o nel migliore dei casi per lui ferirlo, cosa che aveva già fatto anni fa.

-quando sarai abbastanza maturo da parlare con me sarà troppo tardi- riuscì semplicemente a dire Kayin uscendo da quella camera velocemente come era entrato anche se con un magone ancora più pesante sul petto.

Il principe dei VichinghiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora