5. The song

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Mi svegliai con gli occhi gonfi ed un forte mal di testa. Probabilmente mi ero addormentata dopo aver pianto a lungo su quel che rimaneva dei miei ricordi.
Sentivo come un profondo senso di vuoto premermi il petto , come se una parte di me fosse appena stata distrutta.
Non avevo voglia di alzarmi , avrei voluto rimanere lì a piangermi addosso per l'eternità.
Alla fine , mi alzai dal letto e mi soffermai a guardare la mia figura nello specchio.
I miei occhi erano gonfi e rossi , i miei capelli scombinati e il mio viso coperto da un evidente pallore.
Insomma non ero proprio un bello spettacolo.
"Emma , tesoro" era la voce stridula di Kacey che chiamava dal piano di sotto.
Sentii nuovamente la rabbia riaffiorare in me non appena udii la sua odiosa voce.
Odiavo il modo in qui pronunciava il mio nome , tralasciando poi le volte in cui mio padre era in casa e aggiungeva quell'odioso "tesoro" per farsi bella ai suoi occhi.
Come poteva una persona essere così falsa ?
"Si ?" Chiesi cercando di mantenere il più possibile la calma.
A volte avevo proprio voglia di urlarle contro o risponderle a tono ma non volevo avere problemi con lei più di quanto non ne avessi già e poi dovevo ammettere che un po' la temevo.
Chissà cosa era in grado di fare una persona spregevole come lei.
"Potresti scendere un attimo ?" chiese con tono stranamente pacato.
Incuriosita , scesi di corsa le scale che portavano al piano di sotto e mi diressi verso il soggiorno.
La trovai nel bel mezzo della stanza , con i lunghi capelli rossi raccolti in uno chignon , mentre stringeva tra le mani due scatoloni di cartone che sembravano particolarmente pesanti.
"Ho appena finito di sistemare alcune vecchie cose in questi scatoloni , portali in soffitta" disse mentre si assicurava di averli chiusi a dovere.
"Un per favore sarebbe anche gradito" sussurrai a bassa voce.
"Cosa ?" chiese guardandomi con i suoi occhi verde smeraldo.
Il suo sguardo era così penetrante che per un attimo sentii il sangue gelarmi nelle vene.
"N-niente" risposi balbettando.
Afferrai rassegnata i due pesanti scatoloni e mi diressi verso la prima rampa di scale.
Non che la soffitta mi entusiasmasse più di tanto (anzi , a dirla tutta mi faceva alquanto schifo) ma sempre meglio di dover sopportare Kacey e le sue angherie.
Salii anche la seconda rampa di scale che conduceva alla soffitta e ne aprii la porta alquanto vecchia e impolverata.
Apparve davanti ai miei occhi una stanza semi buia e piuttosto ampia , più di quanto in realtà ricordassi.
Percepivo un forte e persistente odore di muffa che mi fece quasi lacrimare gli occhi.
Dal soffitto pendevano numerose ragnatele e gran parte delle cose che mi circondavano erano ricoperte di polvere.
Insomma , non era di certo un bel posto.
Sospirai e poggiai in un angolo gli scatoloni che Kacey mi aveva affittato o meglio dire che mi aveva costretto a portare.
Mentre mi guardavo intorno notai un'enorme telo di colore grigio che copriva un qualcosa di altrettanto enorme.
Fui invasa da una irrefrenabile curiosità e mi avvicinai con titubanza.
Mi presi di coraggio e lo sollevai rivelando così l'enorme figura che nascondeva.
Un pianoforte di legno scuro e dai tasti leggermente consumati apparve davanti ai miei occhi.
Rimasi alquanto sorpresa della mia scoperta.
Non l'avevo mai visto prima d'ora , sembrava essere lì da parecchio tempo.
"Non credo di ricordarmi come si faccia a suonarlo" dissi tra me e me.
Quando avevo circa otto anni mia madre mi insegnò a suonare il pianoforte. Dovevo a lei la mia grande passione per la musica.
Chiusi la porta affinché nessuno potesse sentirmi , mi sedetti sul piccolo sgabello di legno ed inizia a suonare una melodia che da parecchio tempo avevo in testa. La sensazione delle dita sua tasti mi faceva sentire bene , davvero bene.
Riuscivo ad esprimere rabbia , dolore e tristezza allo stesso tempo.
È incredibile come la musica possa aiutarti a fuggire dalla triste realtà che ti circonda.
Mia madre diceva "La musica ripara dove le parole distruggono" e credo che avesse ragione.
Mentre suonavo mi tornarono alla mente tutti i momenti passati insieme a Shawn. Tutti i nostri sorrisi , tutti le nostre risate , tutti momenti che non sarebbero tornati mai più.
Non so se a causa della polvere o del forte peso che mi opprimeva il petto ma sentii improvvisamente le lacrime scendere lungo il mio viso.
Chiusi gli occhi ed iniziai a cantare tra i singhiozzi tutte le parole che avrei voluto dirgli.
"Re-rewind Friday night, never forget it
How you let me go ,
No more lies I'll be fine I know where I'm headed
Probably should've known"
Fu in quel momento che ebbi l'idea di scrivere una canzone che esprimesse tutto ciò che provavo , che esprimesse quella parte di me che non riuscivo a mostrare agli altri.
"Emma hai finito ?" Sentii la voce di Kacey interrompermi bruscamente dal piano inferiore.
Probabilmente si stava chiedendo perché stessi perdendo così tanto tempo in un posto orribile come la soffitta , beh forse non sapeva che sarei stata disposta a nascondermi ovunque pur di non sentire la sua voce irritante.
Coprii nuovamente il vecchio piano con il telo grigio e mi affrettai ad uscire dalla stanza.
"Sarà il mio piccolo posto segreto" dissi tra me e me accennando ad un sorriso.
La sera arrivò in fretta e in poco tempo venne l'ora di cena.
Quella sarebbe stata la nostra prima cena tutti insieme o come l'aveva definita mio padre "la nostra prima cena di famiglia".
Ma io ero perfettamente consapevole del fatto che non sarei mai riuscita a definire quella "la mia famiglia".
La mia vera famiglia era svanita per sempre e dopo sette anni non ero ancora riuscita a farmene una ragione.
Ci ritrovammo tutti e tre intorno al tavolo di legno di forma rettangolare che occupava gran parte della sala da pranzo.
Gran parte della cena si svolse in maniera silenziosa e tranquilla fino a quando Kacey non prese la parola.
"Allora tesorino" disse rivolgendomi lo sguardo.
Tesorino ? Questa mi era nuova.
"Com'è andato il tuo primo giorno di scuola ?" Chiese rivolgendomi un sorriso palesemente falso.
Era evidente che non le interessasse nulla di me , il suo unico scopo era farsi bella agli occhi di papà.
"Abbastanza bene" risposi senza accennare minimamente alle angherie di Jennifer.
"Mi fa piacere" disse per poi continuare a mangiare.
Il silenzio piombò nuovamente nella stanza fino a quando mio padre non prese la parola.
"Hai chiamato la mamma per dirle che va tutto bene ?" Chiese.
Vidi gli occhi gli Kacey diventare sempre più cupi , era evidente che il solo fatto che mio padre avesse nominato mia madre la infastidiva.
"Non vedo perché dovrebbe farlo" rispose lei ancora prima che io potessi aprir bocca.
Rimasi letteralmente senza parole.
Cosa voleva insinuare ?
"Ti ricordo John" disse rivolgendosi a mio padre.
" Che quell'ingrata della tua ex moglie non ti ha permesso di vedere tua figlia per ben sette anni , dunque non vedo perché dovrebbe chiamarla"
"Come osi dare a mia madre dell'ingrata ?" Risposi senza riuscire a controllare la rabbia.
Rimase stupita per qualche istante , evidentemente non si aspettava una tale risposta.
"Non sono cose che ti riguardano Emma" rispose lei con tono freddo.
"Non sono cose che riguardano te !" Risposi io alzando il tono della voce.
"Emma non ti permetto di rivolgerti a Kacey con questi toni" rispose mio padre con aria irritata.
"Come le permetti di parlarmi in questo modo ? Come le permetti di parlare in questo modo di mia mamma ?" Chiesi a mio padre mentre sentivo le lacrime scendere lungo il mio viso.
"Emma va in camera tua" rispose mio padre senza rivolgermi nemmeno lo sguardo.
"Ma-" non ebbi nemmeno il tempo di risponder che venni interrotta da mio padre.
"Ho detto va in camera tua !" Rispose alzando anche lui il tono della voce.
Mi alzai con lo sguardo basso da tavola e rivolsi un'ultimo sguardo a Kacey che mi guardava con aria soddisfatta.
Mi diressi velocemente della mia stanza e chiusi la porta a chiave.
Poggiai le spalle su di essa e mi lasciai scivolare fino al pavimento mentre le lacrime continuavano a segnare il mio viso.

Aftertaste || Shawn Mendes Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora