Capitolo 4

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POV Jace 

( Il suo pov parte dalla sera della gara)

Ho appena perso. Ho appena perso. Ho appena perso. Ho appena perso.

Non è possibile, io non perdo mai, tra l'altro a battermi è stata un' insulsa ragazzina. Non posso neanche difendermi dicendo che l' ho lasciata vincere perché non è così, fino all' ultimo ho cercato di vincere, fallendo miseramente.

Rimango imbambolato a pensare per almeno dieci minuti, finché non arriva Chris con due birre in mano.

" Perché hai portato le birre, non ho mica vinto. " Gli dico.

" Guardo che non si beve solo per festeggiare, si può bere  anche per dimenticare, e direi che ne hai proprio bisogno. "

 Non gli rispondo, prendo la birra e vado a sedermi in una delle panchine vuote, iniziando a sorseggiarla.

" Dai amico, non mi dirai che ora farai il depresso per tutta la sera. Anche se una ragazzina ti ha letteralmente stracciato, non è un buon motivo per deprimersi. "

Quando sto per iniziare a insultarlo in tutte le lingue possibili e immaginabili, la voce del proprietario ci interrompe. Chiama sul palco la ragazzina che ha vinto, che da come ho capito si chiama Chanel, un nome abbastanza discutibile, e che di sicuro non passa inosservato.  

Dopo questa terribile serata torno a casa mia. Mio padre dorme già, per cui senza fare troppo rumore salgo in camera mia e vado a farmi una doccia, per poi mettermi a dormire nella speranza di dimenticare questo giorno e di non rivedere mai più la ragazzina.

Il giorno dopo . . .

Mi alzo relativamente presto, un po' come tutti i giorni, e vado in balcone a fumarmi una sigaretta, stamattina ho anche la fortuna di riuscire a vedere l' alba, a parer mio uno dei momenti migliori della giornata.

Mi trovo a riflettere su come la vita sia effimera, eppure così straordinaria. Questo spettacolo naturale mi ricorda che il tempo è un bene prezioso, che va vissuto appieno ed apprezzato.

Mi rendo conto che ogni giorno è un dono, una nuova opportunità per crescere e imparare. Guardando quest' alba, sento come il mio spirito si sollevi, come se tutti i pesi e i problemi della vita si dissolvessero nell' aria. Mi sento libero, e in un certo senso in armonia con me stesso. Anche se sono consapevole che è una sensazione temporanea, esattamente come l'alba.

Rientro in camera e inizio a vestirmi, l' unica cosa che mi da la forza per andare a scuola è rivedere Chris, anche se non lo dimostro molto credo sia una delle poche persone, se non l' unica a cui tengo veramente tanto, per me è come un fratello.

Quando scendo in cucina mio padre è già andato a lavoro, ma come ogni mattina mi fa trovare sul tavolo della cucina un biglietto in cui mi augura una buona giornata, ed io come ogni mattina lo butto.

Prendo la mia bellissima macchina per andare a scuola, se prima ho detto che Chris è una delle persone a cui tengo di più mi sbagliavo, la mia auto viene prima di tutto e tutti. 

Una volta arrivato a scuola parcheggio la mia auto al solito posto, e mi reco all' entrata per aspettare Chris. Lui per fortuna arriva poco dopo, e insieme ci dirigiamo nell' ufficio del preside, che ha chiesto di vederci.

Il preside ci accoglie con un grande sorriso, palesemente finto, e ci avverte che oggi arriverà una nuova studentessa, a cui noi dovremmo far fare il giro della scuola. Non so per chi mi abbia preso, ma io non sono di certo un babysitter, e non ho nessuna voglia di camminare in giro a spiegare i vari ambienti di questa stupida scuola. 

" So benissimo che voi due non avete alcuna intenzioni di farlo, ma se lo farete vi darò dei crediti extra per passare l' anno. Cosa ne pensate? "

" Pensa davvero di poterci corrompere con qualche credito in più? " Dico senza mezzi termini.

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