Capitolo 20.1

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Pov Jace:

Mi sveglio con la testa che pulsa leggermente, il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli mi fa da eco, e un peso insolito sul petto mi tiene incollato al terreno. Ci metto un secondo per rendermi conto che non sono nel mio letto. 

Sotto di me sento la superficie dura e fredda dello scoglio. Apro gli occhi lentamente e la prima cosa che vedo è una cascata di capelli neri come la notte che ondeggiano delicatamente al vento.

Ci metto un attimo a realizzare chi sia. Chanel. 

Ma come diavolo sono finito qui? Perché lei è qui con me? Per un momento, tutto è confuso. I ricordi della sera prima sono annebbiati, mischiati in un caos di immagini e sensazioni. Poi, come un fulmine a ciel sereno, tutto torna a galla.

Nicholas, Chris, Lucas... avevamo fatto serata insieme. Un paio di canne, risate, qualche battuta stupida, e poi il solito vuoto che mi prende allo stomaco quando la musica si ferma e gli altri vanno via. Dovevo essere uscito per una passeggiata, cercando di schiarirmi le idee, ma mi sono ritrovato su questi scogli, stanco e perso nei miei pensieri. 

Ricordo Chanel, la sua presenza improvvisa, il silenzio condiviso... e poi, le parole che le ho detto. Cazzo, non potevo essere più stupido di così.

Cerco di muovermi piano, per non svegliarla, ma il mio corpo è rigido per aver dormito all'aperto. Mi siedo, trattenendo un gemito quando i muscoli protestano, e guardo Chanel per un istante. Dorme profondamente, il viso rilassato e quasi... dolce. Non riesco a ricordare l'ultima volta che l'ho vista così. 

Senza la solita maschera di indifferenza o sfida, è... bella. Più di quanto avessi mai notato.

La mente mi riporta al giorno prima, quando si era tolta il copri costume e si era tuffata in piscina. Era stato impossibile per me staccarle gli occhi di dosso. Come se fosse intrappolato, attirato da una forza invisibile. 

Quell'immagine di lei che emerge dall'acqua, la pelle luccicante e il sorriso provocante, mi torna in mente. Scaccio via quel pensiero, è assurdo che io stia pensando a Chanel in questo modo. Lei è... beh, è Chanel. 

Mi decido a lasciare il posto, cercando di scendere dallo scoglio senza fare rumore, ma nel farlo perdo l'equilibrio e una pietra rotola via con un rumore sordo. Chanel si muove e apre gli occhi lentamente, visibilmente confusa nel vedere me al suo fianco. La guardo con un misto di imbarazzo e disagio.

"Buongiorno," dico con un tono che vorrei fosse più sicuro. 

"Ascolta, per quanto riguarda quello che ho detto ieri sera... dimenticalo, ok? Non... non ero del tutto in me."

Chanel si raddrizza, ancora stropicciata dal sonno, ma con una luce nei suoi occhi che non avevo mai visto prima. Mi guarda come se stesse cercando di capire se sto mentendo o meno. Poi, con una voce che tradisce ancora un po' di sonnolenza, mi ferma mentre sto per andarmene. 

"Aspetta. Non devi andare. Voglio dire... non ti devi scusare."

Mi fermo, sorpreso. "Non devo scusarmi? Dopo tutto quello che ho detto?"

"Non dico che non fosse... inaspettato," risponde lei, cercando le parole. "Ma... penso che nessuno ti abbia mai visto davvero così, Jace. Non è stato un male."

Non so come rispondere a questo. 

"Non so perché l'ho fatto," confesso, forse più a me stesso che a lei. "Non lo so davvero. Forse solo per stanchezza... o solitudine."

Chanel mi guarda ancora, e c'è qualcosa nel suo sguardo che mi fa sentire esposto, vulnerabile. 


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