Capitolo 15

16 4 0
                                    

Pov Chanel:

Mi sveglio lentamente nella stanza di Jace, sentendomi confusa e disorientata. La luce del sole che filtra dalle tende mi acceca e mi fa male agli occhi, ma devo alzarmi e affrontare la giornata. La mia mente è ancora annebbiata dai ricordi della notte precedente, quando sono scappata da un covo di persone armate e sono finita per caso a casa di Jace. 

Mi alzo dal letto con fatica e mi guardo intorno, cercando di orientarmi nella stanza sconosciuta. Il suono della doccia che scorre mi attira e decido di dirigermi verso il bagno per lavarmi e svegliarmi un po'.

Mi guardo allo specchio mentre mi tolgo i vestiti che mi sono stati prestati da Jace, e vedo il mio volto segnato e il braccio ingessato, ricordo chiaramente i volti di quegli uomini, e mi chiedo perché?

Sorrido amaramente a me stessa, colpevole di essermi trovata in quella situazione pericolosa per colpa degli errori commessi da mio padre.

Esco dal bagno e vado verso la cucina, dove Jace e  Chris stanno facendo colazione. Li guardo con aria determinata, ignorando completamente il fastidio fisico che provo. 

" Mi portate a scuola? " chiedo con voce ferma, cercando di nascondere la mia debolezza e la mia vergogna.

Jace mi guarda sorpreso, probabilmente non si aspettava che io fossi così risoluta nonostante la situazione difficile in cui mi trovo. " Io non credo ch- " risponde, ma viene interrotto da Chris, " si, certo, vado a cambiarmi e ti accompagno. " In quel momento mi rendo conto che anche io dovrei cambiarmi, peccato che io non abbia alcun vestito. Jace, sembra capire questo mio disagio, nonostante io non abbia proferito parola, così senza dire niente va al piano di sopra e torno poco dopo con un paio di leggings neri e una maglia bianca di calcio.  " Mettiti questi in alternativa di altro. " Senza dire niente prendo i vestiti e vado in bagno a cambiarmi, mi chiedo come sia possibile che lui abbia in casa dei leggings da donna, ma credo che la risposta non sia poi così difficile da intuire. 

Dopo essermi finita di preparare scendo al piano di sotto, e vedo che sia Chris sia Jace sono pronti, così senza dire una parola ci dirigiamo tutti verso la macchina di Jace parcheggiata fuori. Prima di andare a scuola però, facciamo una piccola tappa a casa mia, dove prendo il mio zaino con le mie cose.

Il tragitto da casa mia a scuola è avvolto nel più completo silenzio, fortunatamente dopo pochi minuti arriviamo davanti al cancello principale. 

Scendiamo tutti e tre dalla macchina, ed è inutile dire che abbiamo gli occhi puntati addosso da mezza scuola, però sembra che la cosa importi solo a me, visto che ai due ragazzi dietro di me sembra non importare nulla, penso saranno abituati a ricevere tante attenzioni.

Una volta entrati dentro scuola, le nostre strade si dividono, io mi dirigo verso la mia aula e loro verso la palestra, mentre cammino per i corridoi molte ragazze si girano a guardarmi senza un apparente motivo, ammetto di non essere nelle condizioni migliori, ma fissarmi i quel modo mi sembra un tantino eccessivo. Perciò, prima di arrivare in aula faccio tappa in bagno, che a quest' ora del mattino è vuoto, vado al lavandino per sciacquarmi il viso, e solo in questo momento capisco perché le ragazze in corridoio mi fissavano, sto indossando la maglia di calcio della scuola, ma non di un giocatore qualunque, ma quella di Jace

Si riconosce solo per le iniziali del nome e del cognome poste davanti nell' angolo sinistro della maglia, mentre nella schiena c'è il suo numero, ovvero il 7.

Decido di ignorare la cosa, soprattutto le ragazze che mi fissano, e mi dirigo finalmente nella mia aula. Il professore  inizia la lezione parlando di Platone e della sua teoria delle idee.  Ascolto attentamente, prendendo appunti e riflettendo su ogni singola parola pronunciata dal docente. 

Find Your WayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora