Capitolo 21

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Pov Chanel:

Mi guardo intorno confusa, cercando di ricordare come sono finita qui.

Un ospedale. 

Le luci sono troppo forti, mi fanno venire il mal di testa. Il mio corpo è pesante, come se ogni parte di me fosse stata trascinata dentro un vortice.

Poi, all'improvviso, un lampo di ricordo: il fuoco. 

Il capanno. 

Io e Jace che cerchiamo di scappare. 

Le fiamme che ci circondano, il calore che mi soffoca, poi... il buio.

Cerco di sollevarmi a sedere, ma un dolore acuto alle gambe mi costringe a fermarmi. Faccio una smorfia, guardando giù. Le mie gambe sono avvolte in bende, e sento un bruciore profondo che mi percorre la pelle.

"Finalmente ti sei svegliata." Una voce mi riporta alla realtà. Mi volto e vedo un dottore in camice bianco, con un'espressione gentile ma seria. Si avvicina al letto, controllando alcune apparecchiature accanto a me. "Come ti senti?"

"Cosa... è successo?" La mia voce è roca, come se non parlassi da giorni.

"Hai subito delle ustioni alle gambe," spiega con calma, mentre prende una cartella e la consulta. "Non sono troppo gravi, ma hai passato molto tempo esposta al calore. Abbiamo dovuto trattarti con degli unguenti specifici e monitorare la tua guarigione. Hai dormito per parecchio tempo, eri molto provata."

"Dormito?" ripeto, cercando di mettere insieme i pezzi. Mi sembra di essere stata via per un'eternità, eppure è tutto così sfocato. "Per quanto?"

"Un paio di giorni", risponde. "Il tuo corpo aveva bisogno di riprendersi dallo shock. Dovrai rimanere qui ancora un po' per completare il trattamento e assicurarti che le ustioni guariscano correttamente."

Mentre il dottore continua a parlare, le parole scorrono sopra di me come una corrente lontana. La mia mente è altrove, affollata da pensieri confusi. Poi, la porta della stanza si apre con un colpo secco, e vedo entrare Madison, Isabella e Chris.

"Chanel!" esclama Madison, correndo verso il letto. Ha gli occhi rossi, come se avesse pianto, ma sorride, sollevata nel vedermi sveglia. "Stai bene?"

Isabella segue dietro di lei, più calma, ma anche lei sembra preoccupata. 

"Abbiamo sentito che ti sei svegliata. Come ti senti?"

"Ho le gambe a pezzi," rispondendo con un mezzo sorriso stanco. "Ma sto bene... credo."

Chris si avvicina, le mani in tasca, guardandomi con un'espressione seria.

 "Jace si è svegliato un'ora fa," dice, senza tanti preamboli. "Sta bene, anche se è ancora un po' confuso. Hanno detto che ha respirato un po' troppo fumo, ma nulla di grave."

Jace... Appena sento il suo nome, mi si stringe lo stomaco. Mi ricordo del momento in cui abbiamo corso insieme attraverso le fiamme, del modo in cui mi ha tirato fuori dal capanno. Non posso credere di essere sopravvissuta a tutto questo, e ancora meno che l'abbia fatto con lui al mio fianco. Quel pensiero mi fa sentire strana, come se una parte di me si rifiutasse di accettare che molti avevano condiviso qualcosa di così intenso.

Parliamo ancora per qualche minuto. Madison e Isabella cercano di tirarmi su il morale con battute e storie su quello che è successo mentre ero incosciente, ma sento le parole scivolarmi addosso. Chris, intanto, mi guarda con un'espressione che non riesco a decifrare. Forse anche lui è scosso da tutto quello che è successo. Quando finalmente se ne vanno, la stanza piomba di nuovo nel silenzio.

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