2 settimane dopo
Pov Chanel:
Sono seduta nella sala d'attesa della clinica ortopedica, nervosa e ansiosa mentre aspetto il mio turno per togliere il gesso dal mio braccio. Quel gesso sembrava essere diventato parte di me, un costante e fastidioso compagno. Ma finalmente è giunto il momento di liberarmene, di lasciarlo indietro insieme ai brutti ricordi degli ultimi giorni.
Guardo il mio braccio ingessato, ricordando come sia arrivata a questo punto. Il dottore chiama il mio nome e mi alzo con un sospiro di sollievo. Mi avvio verso il suo studio, cercando di calmare i nervi che mi assalgono. Entrando, mi siedo sulla sedia mentre il dottore prende attrezzature e forbici per rimuovere il gesso.
" Come va, Chanel? " mi chiede gentilmente, notando la mia ansia.
" Sto bene, solo un po' nervosa, " rispondo con un sorriso teso.
Il dottore inizia a tagliare il gesso con abilità, facendo attenzione a non toccare la mia pelle. Sento il cuore battere forte nel petto mentre osservo il gesso aprirsi lentamente, rivelando la mia pelle sana e intatta sotto di esso. È come liberarsi da una prigione, sento il sollievo pervadermi mentre il peso del gesso viene sollevato dal mio braccio.
Quando finalmente il gesso è completamente rimosso, mi guardo il braccio con un sorriso di soddisfazione. È strano vederlo libero e in movimento dopo così tanto tempo. Mi sforzo di piegarlo e stirarlo delicatamente, sentendo un leggero formicolio mentre i muscoli si risvegliano.
"Va tutto bene?" chiede il dottore, notando la mia espressione di sorpresa.
"Sì, sì, è solo... strano," rispondo, ancora incredula di poter muovere liberamente il mio braccio.
Il dottore mi fornisce istruzioni su come prendere cura del mio braccio nei prossimi giorni e mi consiglia di fare un po' di terapia fisica per riprendere completamente la forza e la flessibilità. Ringrazio il dottore e mi alzo dalla sedia.
Uscendo dalla clinica, sento un'ondata di sollievo e gratitudine. Decido di festeggiare questo momento speciale con una passeggiata nel parco, godendomi la libertà appena riconquistata.
Cammino velocemente lungo la strada del parco, il suono dei miei passi risuona nel silenzio. La città sembra addormentata, nonostante siano le undici del mattino.
Un brivido mi percorre la schiena e l'istinto mi dice che c'è qualcosa che non va.
Settimane fa, sono stata rapita.
Un uomo mi ha trascinata in un covo buio e angusto, tenendomi prigioniera con un gruppo di criminali. Fortunatamente, sono riuscita a scappare, ma da allora ogni ombra, ogni rumore sospetto, mi fa pensare che lui sia dietro di me, che stia cercando di riprendermi.
Ora, sento i passi di qualcuno dietro di me.
Sono sicura che mi stanno seguendo.
Il cuore mi batte forte nel petto, il respiro diventa più corto e ansioso. Decido di girarmi di scatto, pronta a fronteggiare il mio aguzzino. Ma quando mi giro, la strada è deserta.
Non c'è nessuno. Assolutamente nessuno.
Un sospiro di sollievo mi sfugge dalle labbra, ma la tensione non diminuisce. Non posso permettermi di abbassare la guardia. Scelgo di prendere la strada più lunga per tornare a casa, anche se ciò significa allungare il mio percorso di diversi chilometri. Inizio a camminare lungo le vie laterali, evitando le strade principali. Ogni tanto mi fermo, ascoltando i rumori attorno a me, cercando di capire se sono sola o se qualcuno mi sta ancora seguendo. La mia mente ripensa all'uomo che mi ha rapita, al suo sguardo freddo e privo di emozioni. Mi chiedo cosa avesse in mente per me, cosa avrebbe fatto se non fossi riuscita a scappare. Mentre cammino, cerco di scacciare questi pensieri, concentrandomi solo sulla strada davanti a me. Guardo le case, sperando che mi guidino verso casa, verso la sicurezza. Finalmente, dopo quello che sembra un'eternità, arrivo davanti alla mia abitazione. Sento un'ondata di sollievo invadermi, sapendo di essere al sicuro, almeno per oggi. Entro in casa e chiudo la porta dietro di me con un sospiro di sollievo.
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Find Your Way
RomanceUn trasferimento può cambiarti la vita, esattamente come è successo a Chanel, una ragazza che nella sua vita ha sofferto molto, ma che nonostante tutto non si è mai arresa. Dovrà trascorrere il suo ultimo anno di liceo in una scuola con persone mai...