Capitolo 3

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E' passato un mese dalla sera della festa e proprio da quella serata Pietro ha iniziato a guardare Leonie con occhi diversi.

So che si sono visti spesso ultimamente, io invece quella sera mi sono tenuto lontano da Chantal che è sempre stata appiccicata a quello stronzo e ho ballato con alcune ragazze per poi finire la serata con Rachele, una mia amica che quando abbiamo voglia stiamo insieme.

Stasera ci ritroviamo tutti al Loola Paloosa, una discoteca niente male sempre piena di giovani.

Siamo seduti a parlare e a ridere quando ad un tratto le nostre chiacchiere si concentrano su Davide e company, visto che sono gli ultimi che sono entrati facendo il loro solito casino, tanto per farsi notare.

Leonie sbuffa difendendo, giustamente, sua sorella.

"Ma dai sono degli stronzi arroganti, più hanno soldi più lo sono" precisa Massimo

"Ehi, modera le parole io non sono così, anche se i miei hanno i soldi" precisa Antonio, il ragazzo che ha organizzato la famosa festa

Massimo si scusa dicendo:
"Tu sei diverso e lo sai benissimo che non era riferito a te"

"E comunque tua sorella è stronza, lo sanno tutti che dà risposte di merda a tutti" puntualizza Gianluca

"Non sembrate neanche sorelle" finisce di dirle

"Non la conoscete come la conosco io. Lei non è quella che sembra" sentenzia seria guardando soprattutto me

L'ultima frase mi penetra nella pelle andando a colpire un qualcosa che non comprendo all'istante.

Mi alzo avviandomi al bancone del bar, mentre loro continuano a inveire verso Chantal dicendo a sua sorella che se fosse diversa starebbe in mezzo a noi e non con gli snob.

Ordino una birra appoggiandomi al bancone, noto poi che Chantal si è allontanata dal gruppo con Davide e guardandoli bene sembra che stiano discutendo.

Lui alza le braccia dissoluto, lei scuote la testa per poi puntare un dito contro il suo petto, lo guarda in malo modo gli gira le spalle e si allontana da lui a passo spedito.

Davide le dà uno sguardo veloce per poi girarsi e tornarsene dall'altra parte del locale dai loro amici.

Mi volto verso il ragazzo del bar che mi porge la birra, lo ringrazio faccio per voltarmi e tornare dai miei compagni, quando la sua voce mi blocca.

"Mi offri da bere, Cristian?"

I miei occhi si posano su di lei, il suo sguardo è sempre arrogante ma il tono di voce è pacato, alzo un sopracciglio e le rispondo di getto:
"Allora conosci il mio nome"

Lei rimane a guardarmi alcuni secondi in silenzio.

"Sì lo conosco, ma non per questo ti devo chiamare sempre. Me lo offri da bere o no?" chiede risoluta

Guardo il ragazzo del bar e gli dico:
"Dalle quello che vuole. Io non le offro niente"

Lui annuisce e io mi allontano senza dire altro.

"Aspetta"

La sua voce, ma è soprattutto la sua mano sul mio braccio che mi fa fermare di nuovo e senza guardarla le chiedo:
"Che vuoi ancora?"

Chantal si posiziona davanti a me, nei suoi occhi c'è tristezza e anche quell'arroganza che la distingue, ma non è quella cattiva e altezzosa è qualcosa di diverso.

"Portami via da qui"

La sua è più una supplica che una richiesta.

"Prego?" le dico guardandola perplesso

"Portami via da qui" ripete seria

Non so perchè ma il mio sguardo incrocia quello di sua sorella, che mi fa cenno di assenso, con la testa come se avesse capito la richiesta di Chantal.

E non so cosa mi porta ad appoggiare la birra, prenderla per mano e uscire dal locale senza dirci altro.

Stò guidando senza una meta ben precisa, lei non ha emesso una parola da quando siamo usciti, guarda fuori dal finestrino immersa nei suoi pensieri.

"Deve averla fatta grossa il tuo ragazzo per ridurti così" le dico rompendo quel silenzio

"Non è il mio ragazzo" risponde seria

"Ah no? E cosa siete scopa amici?" le chiedo

"Sei per caso geloso, Cristian?" domanda con ironia arrogante

Potrei dirle la verità ma le rispondo:
"Assolutamente no, Chantal"

Con la coda dell'occhio le vedo accennare un sorriso, ma non ribatto.

"Bella questa macchina" mi dice

"Grazie ma non è mia è di Andrea"

"Chi è Andrea, tuo fratello?" domanda

"No è il compagno di Gin... di mia sorella" rispondo senza darle altre spiegazioni

So che non le interesso e non le devo altre spiegazioni.

"Dove stai andando?" mi chiede ad un tratto

"Ti riporto a casa" le dico senza problemi

La sua testa si volta di scatto.

"Non voglio tornare a casa" puntualizza

Soffermo la macchina e la spengo, mi volto e i nostri occhi si agganciano e le chiedo:
"Cosa è successo con Davide?"

"Non sono affari tuoi" mi risponde di getto

"Forse no, ma hai chiesto aiuto a me e gradirei una spiegazione" le faccio presente

"Non potresti capire. Nessuno può capire" sbraita

"Capire cosa Chantal. Forse potrei esserti d'aiuto" le dico

Il suo sguardo adesso sembra spaurito, per poi sbuffare con un sogghigno.

"Nessuno può essermi d'aiuto. Figuriamoci..."

Ma non finisce la frase perché veniamo interrotti dallo squillo del mio telefono, lo prendo dalla tasca e rispondo a Rachele:
"Sei tornata?" le chiedo con allegria

Ascolto quello che mi dice per poi risponderle:
"In questo momento non posso, passo più tardi ok Rachele?"

Riaggancio per tornare poi con lo sguardo su Chantal che adesso tiene il suo sguardo sulle sue scarpe.

"Ehi mi puoi dire cosa c'è?" le chiedo

Lei scuote la testa con diniego, poi si volta e con lo sguardo glaciale mi dice:
"Portami a casa"

"Chantal ascolta..."

Non riesco a capirla e lei non mi fa finire che ripete:
"Ti ho detto portami a casa"

Il tono della voce è duro e freddo, metto in moto e parto fermandomi dopo una ventina di minuti davanti a casa sua, lei scende senza dire niente, sbatte la portiera avviandosi al portone, lo apre e entra senza mai voltarsi indietro.

Scuoto la testa ripartendo verso casa di Rachele, che mi aspetta e so già come.

Direi che la ragazza ha dei problemi di carattere oppure altro...

Lei non fa per me (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora