Capitolo 11

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Esco di corsa da lavoro sono in estremo ritardo, devo andare da Maddalena, la mia ragazza.

Stasera c'è un ricevimento nella ditta dove lavora, sarà premiata per del lavoro svolto.

Maddy lavora in una casa editrice non solo come scrittrice ma è anche un editor eccellente.

Stò per salire sulla mia moto quando vedo scendere da una cinquecento cabrio color rosa metallizzata, Chantal.

Ho indosso il casco ma i nostri occhi si agganciano e lei s'incammina verso di me.

E' bellissima, il suo portamento fiero e il suo sguardo arrogante è concentrato su di me, lo sento su tutto il corpo.

"Ciao Cristian"

Mi saluta con dolcezza e sensualità.

"Ciao" le rispondo tenendo sempre il casco.

Ci guardiamo intensamente, non so per quanti secondi o forse minuti.

"Come stai?" mi chiede titubante

Non sono più quel ragazzino col cuore tenero che conosceva e questo forse devo ringraziare, proprio lei.

"Io bene, come vedo bene te. Scusa ma sono di corsa ho un'impegno" le rispondo con freddezza

La vedo trasalire.

"Ok... ma..." si sofferma guardandomi

Alzo un sopracciglio e lei ripresasi mi dice:
"Ti devo parlare, Cri"

Lo stomaco si contorce a quel nomignolo che nessuno usa più, sanno che mi dà fastidio.

"Non credo che abbiamo niente da dirci. Hai detto tutto quel giorno di due anni fa" le ricordo con strafottenza

Flashback

Sono all'aeroporto, stò aspettando il volo che mi riporterà per sempre a Milano.

Stò realizzando che non tornerò più qui a Göteborg.

Chantal mi ha lasciato.

"Non capisci quello che provo per lei, è mia madre. Voglio starle vicino, conoscerla e per poterlo fare devo vivere qui. Tutto quello che mi hanno raccontato su di lei non è vero"

"So già che mi vuole bene" finisce di dirmi con enfasi e orgoglio

"Chantal la conosci da poco, cerca di essere realista. Non voglio vederti soffrire se tu dovessi scoprire che non è la persona che credi" le faccio presente

"Dovresti appoggiarmi invece di criticarmi sempre. Dillo che non te ne frega niente di me, di quello che provo" sbraita

La guardo in malo modo.

"Questo non puoi dirlo e pensarlo sul serio. Se non mi importasse di te non verrei sempre qui. Non correrei da te appena ho qualche giorno libero" ribatto risentito

"Non ti sei neanche impegnato ad imparare la lingua, tu non vuoi venire a vivere qui con me. Tu vieni solo per scoparmi, così ti puoi vantare con gli amici stronzi che ti ritrovi" continua a inveire imperterrita

"E questo che pensi di me? Ma ti sei bevuta il cervello?" le domando irritato

"Sai cosa ti dico? Sei solo uno stupido orfano che fa l'elettricista, che crede di essere fortunato a farsi la figlia del capo" mi urla sul viso

"Vattene e non tornare mai più. Non cercarmi perché io non tornerò più in Italia. La mia vita è qui, con mia madre" sentenzia

Guardandola arrabbiato e col cuore ferito dalle sue parole le rispondo:
"Io sarò uno stupido orfano, ma nella vita non mi sono mai illuso. Le persone che ti vogliono bene si riconoscono nel momento del bisogno e quello che per ora ho visto in tua madre, non è un bene di una mamma"

Lei non fa per me (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora