Capitolo 4

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Chantal

Scoprirlo è stato doloroso, sentirlo ammettere è stato atroce.

Quello che non capisco è perché tenerlo nascosto.

Proprio a me, perché?

Non me lo meritavo, non da loro.

Neanche Leonie anche se più piccola di me lo sapeva, lei mi capisce lo so.

Ma quella che soffre sono io.

La mia sofferenza è interna nessuno la vede e, non la vedranno mai.

Io sono Chantal Giolitti e sono forte.

Nei momenti di solitudine la scoperta, le ammissioni, il dolore riaffiorano.

Quando si cresce tutto cambia e io sono cambiata e sono forte.

Pensavo di trovare in Davide un'alleato e invece stasera mi ha delusa e fatta incazzare, anche se lui è l'unico che mi fa stare bene soprattutto quando siamo soli nel suo letto.

Non doveva permettersi di dirmi quelle cose.

Ma chi si crede di essere? Dio in terra?

E l'incazzatura mi ha portata da "lui"

Cristian.

Si è meravigliato che sapessi il suo nome.

Quel ragazzo che mi guarda sempre e che io guardo di nascosto.

E' diverso dagli altri che frequento.

A parte la bellezza e lo sguardo che gli brilla in quegli occhi azzurri, lui ha proprio qualcosa di... non so chè.

Rachele

Non volevo che mi riportasse qui, volevo stare con lui.

Lo volevo veramente e non perché Davide mi ha trattato di merda.

Ma quella ha rovinato tutto.

Chi cazzo è Rachele!

Non l'ho mai visto con nessuna.

Sarà l'amica con benefici?

Ma poi a me cosa cazzo me ne frega!

Di lui, di lei...

A questo punto non me ne frega un cazzo neanche di Davide, che vada a farsi fottere.

Tanto la mia decisione l'ho presa!

"Sei già a casa?"

La voce di mio padre mi ridesta dai pensieri facendomi sobbalzare, ma mi riprendo rispondendogli

"Sì mi annoiavo e sono tornata"

Lui alza un sopracciglio restando seduto sulla sua poltrona.

"Chantal è tutto apposto?" chiede

Annuisco mentendogli e forse lo sa anche, ma lascia correre.

"Non ti ha accompagnata Davide, vero?" s'informa curioso

"No, non era lui" rispondo veloce

"Non ho riconosciuto la macchina, lo conosco?" domanda risoluto

Sorrido appena, perché si preoccupa di chi mi riaccompagna e non si è preoccupato in tutti questi anni di dirmi la verità.

"Sono maggiorenne e credo che possa tornare con chi mi pare, non credi?" rispondo acida

Lui non muove un muscolo ma continua a fissarmi

"Era Cristian, il tuo Cristian" rispondo indispettita

Mi guarda sbalordito ma non replica, rimettendosi a guardare dei fogli che ha in mano.

Mi volto per allontanarmi ma poi ci ripenso e lo chiamo:
"Papà"

Lui torna con lo sguardo su di me con attenzione.

"Ho deciso di prendermi un'anno sabbatico dall'Università"

"In che senso?" chiede aggrottando la fronte

La sua voce è cambiata e so che non manderà giù questa notizia tanto facilmente.

"Nel senso che andrò a lavorare all'estero. Mi stò organizzando col professore di lingue estere" preciso restando seria

"Chantal se lo fai..." prova a sentenziare ma io non lo faccio finire che gli dico forse con voce più alterata del solito

"Lo faccio per me"

Non deve capire, né sapere quello che ho in testa e senza dire altro gli do la buonanotte e mi volto in direzione della mia stanza.

Il professor Aron Bergam stà visionando gli ultimi incartamenti, prima di consegnarmeli.

E' un bellissimo uomo di quarant'anni, il classico svedese alto, biondo, occhi azzurro/verdi e tutte le mie compagne impazziscono per lui.

Per me è solo il mio professore e adesso anche mio amico.

Grazie a lui ho trovato una sistemazione ed un lavoro in una biblioteca a Göteborg.

Appena gli ho esposto il mio desiderio, senza andare nei particolari, lui si è dato subito da fare e tra qualche giorno partirò.

Per il momento lo sa solo Leonie.

"Ecco Chantal è tutto sistemato, partirai venerdì da Malpensa alle sette del mattino e arriverai a Göteborg alle nove e venti. Lì troverai ad aspettarti Agneta e Fabian Nilsson. Avrai una stanza con bagno da loro e inizierai a lavorare con Agneta nella biblioteca pubblica "City Library"" mi spiega con parsimonia

"Non so davvero come ringraziarla" gli dico sorridendo

"Te lo meriti, sei una studentessa modello. Un po' mi dispiace che tu abbia preso la decisione di lasciarci" mi fa presente

"Devo farlo per me" ribatto forse più a me stessa

Lui annuisce e mi spiazza dicendomi:
"E' bene che tu cerchi te stessa, se ne senti la necessità per andare avanti"

Ci guardiamo intensamente senza dirci altro e lo ringrazio così.

Sono a casa da due ore quando papà rientra da lavoro, ho già informato mia sorella che ha frignato per quasi un'ora, ma capisce il mio stato d'animo.

E appena iniziato a mangiare sgancio la bomba, senza preoccuparmi del loro dispiacere.

Ho tanta rabbia dentro e da qualche parte mi devo sfogare.

"Venerdì parto per la Danimarca"

Li guardo mentre gli mento spudoratamente senza pentimento, mio padre alza lo sguardo su di me, mia madre fa cadere la forchetta sul piatto, come farebbe un'attrice di un film e Leonie abbassa lo sguardo sul tavolo.

"Prego puoi ripetere?" chiede basito lui

"Hai capito perfettamente" ribatto

"E questa novità cosa sarebbe?" chiede la donna seduta accanto a lui

"Mi prendo un'anno sabbatico, papà lo sapeva non ti ha detto niente?" chiedo con arroganza guardandola con indifferenza

Lei nega,

"Vedo che comunicate molto" puntualizzo

"Chantal!" mi ammonisce alzando la voce

Li guardo senza dare a vedere tutto quello che mi porto dentro.

"Tesoro hai dei voti fantastici perché questa decisione" mi chiede allibita e spaesata mia madre

"I voti rimangono non preoccuparti. Voglio fare questa esperienza, per me stessa ne ho bisogno e nessuno e niente mi fermerà nella mia decisione" sentenzio seria

Si volta a guardare mio padre.

"E tu non dici altro? Non fermi tua figlia in questa pazzia?" domanda risentita

Lui mi guarda serio e nei suoi occhi ci leggo tristezza, dispiacere e anche delusione, ma non mi scompongo.

Mio padre non dice altro e il silenzio cade nella stanza mentre lei ci guarda basita.

Voi avete per caso capito cosa avrà scoperto?

Perché mentire così?

Lei non fa per me (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora