Revenge

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Dedicato a tutti coloro
che hanno un sogno, inseguitelo.
Fino alla fine.  Perché solo chi sogna
può volare

~Peter pan

Quando vedi tutti gli aspetti di New York capisci la merda che è in realtà.

Vedi i turisti camminare per strada con il telefono in mano che inquadrano gli alti palazzi con quegli enorme cartelli pubblicitari, e nel mentre, non guardando per terra, calpestano l'ennesima siringa che potrebbe aver mandato un ragazzino in overdose.

Si vedono i bambini giocare a nascondino tra gli alberi, e non ci si rende conto che anche i cocainomani fanno la stesso cosa, ma per nascondersi dalla polizia.

Vedi le donne che camminano con quelle costose louboutin con la suola rossa sui marciapiedi, quella bella suola dello stesso colore del sangue versato per degli stupidi debiti di gioco.

Lo sporco, la violenza, la morte.

Diciassette anni fa odiavo lo sporco del mondo, ora ne faccio parte.

Quando passi la vita su dei marciapiedi, elemosinando, guardando dal basso tutti gli altri, dormendo nelle stazioni, non avendo contatti con nessuno, sai che lo sporco non è tanto male finché hai uno scopo nella vita.

Un giorno sei quella bambina con il vestito bianco e le scarpette rosa, e il giorno dopo in tasca hai una pistola e nient'altro.

La sete. Ecco cosa fa andare avanti quando stai sprofondando.

Quella sete che spinge un cocainomane a far di tutto pur di avere la prossima dose.

Quella sete viscerale che ti fa contorcere l'anima.

Devi saziarla, devi accontentarla, devi domarla.

E c'è un solo modo per me.

Vendicarmi.

Vendicarmi di quelle persone che mi hanno resa orfana, che mi hanno maltrattata, violentata, hanno riempito il mio corpo di cicatrici.

E c'è stato un momento, seduta su quel freddo pavimento di quel seminterrato, sporca di sangue e terra, che avrei voluto la mia morte, ero pronta a prendere quel pezzo di vetro e tagliarmi le vene, ma c'è stato qualcosa, una luce nella mia testa, un ombra che si è infiltrata nella mia anima.

E fu li che l'avevo capito, io non volevo la mia morte, io volevo la loro. E me la sarei presa, in un modo o nell'altro.

Caminando tra le strade di Brooklyn a notte fonda, sentendo il freddo nei polmoni, vestita solo con un maglione di seconda mano e i miei jeans scuciti, mi sentì completa, perché sapevo che il momento era arrivato.

Arrivai in fondo a quella via, citofonai al civico 63. "Ma chi cazzo è a quest'ora?".

Eccola lì la paura che inizia a insinuarsi nei suoi occhi.

Me lo ricordavo più magro, saranno stati gli anni di carcere a ridurlo così.

"Olimpia" impallidi guardandomi con gli occhi neri come la pece, i capelli brizzolati e una lurida maglia bianca che mostrava la pancia uscire.

"No, Signor Anderson, lei è morta" dissi io togliendomi il cappuccio e mostrando il mio viso così che potesse vederlo pienamente.

"Ora è il diavolo che ha preso il suo corpo" sussurrai quella frase come se non provenisse da me, ma dalle viscere di questa merda di terra.

Presi la pistola e gli piantai una pallottola dritta in fronte.

la sete si placò in quel momento, sapendo che fosse solo l'inizio.

L'inizio della scia di sangue.

L'inizio della mia vendetta.

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