persi

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Dopo otto ore in cui non mi alzai da quella sedia neanche per andare in bagno, l'intervento era finito. Per tre volte i parametri vitali di Asher erano precipitati, ma per ora era stabile, e sentir dire che quella era stata la parte facile, era stato un incubo.

Non mi ero mai dovuta preoccupare per un'altra persona. Ma ora.. Ora qualcosa era cambiato.

Ora la prossima sfida sarebbe stata la notte. Doveva superarla, e poi avrebbero fatto i conti.

"Vado a vedere la situazione fuori, tu cerca di non fare stupidate" mi disse Andrew alzandosi dalla sedia e dirigendosi fuori.

Erano passate otto ore in cui persi la percezione del tempo, di cosa stesse capitando intorno a me e di tutto quello che fosse successo. Guardavo solo il viso incosciente di Asher. "Signorina lo sposteremo nella camera per la convalescenza, quella subito affianco a questa, se per lei va bene" mi disse un medico impacciato con sguardo basso. Aveva paura, paura di me.

In quel momento mi chiesi se il mio mostro avrebbe spaventato anche Asher.

"Fate quello che dovete" dissi io alzandomi e sentendo il peso di quella situazione. Dovevo uscire. Dovevo assolutamente uscire.

Pov Barin.

Era rimasta per otto ore seduta su una sedia con sguardo perso verso suo fratello.

l'avevo controllata dalle telecamere di sicurezza per tutto il tempo.

Il vuoto e la rabbia. La voglia di vendetta.
Mi stavano uccidendo.

La verità è che era colpa mia.
Non avevo calcolato quanti uomini avrebbero potuto portare e li avevo sottovalutati

Ora erano tutti morti, ma Asher aveva pagato per questo.

Coprendo me.
Non mi dimenticherò mai del momento in cui vidi il suo corpo lanciarsi sul mio per proteggermi dai proiettili.

In quel momento ebbi una consapevolezza, se Asher fosse morto, il mondo sarebbe bruciato.

Mi chiesi cosa stesse passando per la testa di quella ragazza spezzata. Mi chiesi se fosse arrabbiata con suo fratello, se fosse felice di avere ancora una persona al mondo che l'avrebbe amata o se non gliene fregasse nulla.

E mi stavo per chiedere dove diavolo fosse andata finché non sentì le porte del balcone spalancarsi e cercando la schermata delle telecamere di quest'ultimo, vidi Olimpia boccheggiante daria che si inginocchiava a terra.

Quella ragazza sola, spezzata, piena di cicatrici. Il mondo le aveva tolto tutto, e lei ora non sapeva come riprenderselo. Era persa. Sfinita. Avevo promesso a Asher che l'avrei salvata, ma come avrei fatto a salvarla se anch'io ero perso?

Sbattei la testa al muro e strinsi gli occhi fino a vedere bianco. Non avevo più provato da tanto quel dolore.

La stretta al petto, il respiro corto, il cuore che batteva troppo forte.

Ero perso.

Pov Narratore Esterno

In quella casa senza luce quella sera tra due bambini persi e abbandonati a se stessi, si accese una consapevolezza.

Erano persi, entrambi.
La loro luce si stava spegnendo su un lettino di ospedale.
Il loro sole sarebbe tramontato.
La vendetta li stava tormentando.

Ma erano entrambi sotto lo stesso cielo, sotto le stesse stelle, e se avessero alzato la testa, avrebbero visto entrambi la stessa luce.

In quell'universo di stelle, loro erano le più perse, ma andando avanti con il tempo, sarebbero diventati persi insieme.

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