Red Ghost.
Sapevo che era lui. L'aveva percepito tutto il mio corpo.
Si dice che gli abbiano sparato più volte in testa, eppure lui è ancora in questo mondo.
La reincarnazione del diavolo, lo chiamano.
Tutti i boss della mafia tremano al sentire il suo nome. È una leggenda nel mondo criminale.
È l'uomo che ha il mondo ai suoi piedi, e gli basterebbe uno schiocco di dita per distruggere un centinaio di persone.
"Io te l'avevo detto" rise il ragazzo inquietante che prima era venuto a parlarmi. Era al suo fianco fremente e saltellante. Lui era alto, enorme, nonostante avesse un lungo cappotto nero, i suoi muscoli incutevano timore, sembrava quasi che potesse spezzarti in due solo con una carezza. Aveva capelli marrone scuro, disordinati e sbarazzini, il viso era come scolpito nel marmo. Era di una bellezza ipnotica, ogni suo singolo movimento era come se ti parlasse con una voce suadente di seguirlo sempre più giù all'inferno con lui. Era il fottuto diavolo, e la mia pena stava per essere sentenziata.
I suoi occhi studiarono uno a uno i corpi morti per terra, io rimasi ferma con la pistola puntata dritto alla sua testa. Quando i suoi occhi si alzarono su di me sapevo che la mia condanna era scritta. Ghiaccio. Un freddo Ghiaccio che ti entrava dentro le ossa. Il freddo polare che ti fermava il cuore. Il mondo era fermo, non girava più sul suo asse di rotazione, era ghiacciato.
"Hai due secondi per dirmi chi cazzo sei ragazzina" tuonó lui avvicinandosi a me non preoccupandosi minimamente della pistola che gli stavo puntando alla testa. "Sai hai decuso di avere un istinto omicida in un bruttissimo momento pulcino, quindi ti consiglio di troncare il mutismo selettivo e rispondere" disse divertito il ragazzo inquietante appoggiandosi al muro con fare rilassato.
Io rimasi zitta.
Ogni mio respiro poteva condannarmi. Avrei dovuto giocare completamente d'astuzia se volevo batterlo, perché se avessi puntato su quella piccola pistola che avevo in mano, sarei morta.
La feci cadere sul pavimento incrociando la braccia al petto. Sarei morta ma non da codarda.
È l'unico pentimento che avevo quando vedevo la fine vicina, non era aver vissuto una vita di merda, era non essere riuscita a vendicarmi. Ma alla fine facendo le somme non avevo nulla da perdere, era questo il mio vantaggio su di lui.
In un movimento che neabche potei vedere, mi prese la parte dietro del collo e mi tirò i capelli per avvicinarmi a lui. "Oggi ho i coglioni girati e non ci metterei più di mezzo secondo a ucciderti, quindi o mi dici chi cazzo sei o preparati a dire le tue ultime parole" mi strinse il collo lui con l'altra mano.
Quando vivi con la consapevolezza che potresti morire anche domani, un giorno in più non ti cambia. Avevo passato la vita aspettandomi di morire. E nonostante la sete cge mai si sarebbe placata, una parte di me desiderava ardentemente la morte.
"Hai fatto la tua scelta" assenti lui tirando fuori la pistola dal retro dei pantaloni e puntandomela alla testa. "Aspetta" lo fermò serio il ragazzo inquietante. Io non distolsi gli occhi da quel deserto di ghiaccio, volevo guardare la morte negli occhi ancora per un po' prima di lasciare questo mondo. "Io so chi è" rise estasiato il ragazzo. "Esponi perfavore" tuonó in tono rude il diavolo davanti a me stringendomi ancora un po' il collo. "Certo, certo ora tutto è più chiaro, quelli strani oggetti nel cappotto e le abilità assassine, o pulcino in che situazione ti sei cacciata" disse saltellando gioioso il pazzo. In quel momento una scintilla di consapevolezza passo negli occhi dell'uomo difronte a me che mi lasciò andare il collo e si rimise la pistola in tasca.
"Olimpia Swan" disse lui collegando i pezzi. Un ghignò gli affiorò sul viso non appena riuscì a mettere insieme una conclusione di cui solo lui era a conoscenza. "Beh che dire, hai appena firmato la tua condanna per le porte dell'inferno tesoro" mi disse lui prima di tirarmi il calcio della pistola in testa.
Il buio mi accolse nella sua fredda stretra.
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revenge
ChickLitIl mio corpo grida vendetta. La mia anima freme aspettando quel momento. La redenzione e il perdono non sono contemplati. Olimpia Swan fin da piccola ha conosciuto odio, distruzione e perdita. E ora vuol far vedere al mondo che l'errore più grand...