Alla fine avevo cenato in stanza perché a quanto pare giù nella sala cucine si stava tenendo una conversazione non proprio adatta a una signora, o almeno così mi aveva detto Asher ieri sera.
Mi ero messa a sistemare tutti i miei attrezzi perché a quanto pare oggi mi davano una stanza "ufficio" personale e iniziavano a saltare fuori le informazioni finalmente. Avevo qualcosa su cui concentrarmi. L'episodio di ieri non volevo neanche più sentirlo pronunciare.
POV BARIN
"Nessuno parla?" chiesi io ridendo soddisfatto mentre appeso al soffitto dietro di me c'era un corpo urlante e pieno di ferite. "Signore non abbiamo fatto niente glielo giuriamo" disse la sentinella più anziana.
James. Era quello con il cuore più buono, aveva ormai 60 anni e fra poco sarebbe dovuto andare in pensione. Ciò che mi piaceva di lui era che si faceva i cazzi suoi e faceva diligentemente ciò che gli chiedevo. Sapevo che non era stato lui, e per tutti gli anni di servizio eccellente che mi aveva offerto, non gli avrei torto neanche un capello.
Lancia una freccetta sul corpo martoriato nella guardia alle mie spalle "questo è un tiro da 25 punti Ash, segna" dissi io dopo avergli centrato in pieno l'occhio.
Quello stronzo doveva comunque morire, aveva parlato troppo con un cliente, e ora che dovevo aumentare la paura che sortivo negli altri, lui sarebbe stato un fantastico mezzo.
"Lo state torturando" protestò un uomo venendo avanti. Io mi girai di scatto verso di lui. "Il tuo nome" volli sapere fissando le mie pupille nelle sue e vedendo il terrore nei suoi occhi, ero affamato oggi, affamato di paura.
"Michael" disse lui in tono più incerto e spaventato. Io mi alzai lentamente, nella stanza si sentivano solo le mie scarpe rintoccare sul pavimento di marmo e i sospiri straziati alle mie spalle. "Beh mio caro Michael" sussurrai facendomi più vicino "Non ti ho mica obbligato io a venire a fare questo lavoro, potevi sceglierne benissimo unaltro visto che hai un cuore così tenero" dissi improvvisandomi io e accarezzandogli la mascella con le nocche sporche di sangue di quell'uomo. Lui si stava trattenendo, voleva ritrarsi, ma sapeva che non poteva.
Smisi di toccarlo e mi spostai indietro guardando tutti gli altri. "Che cosa pensate che questo lavoro sia facile?" urlai io a tutti "che questo lavoro sia corretto?" "No non lo è" ghignai io "ma voi avete avuto una scelta, e l'avete fatta" ringhiai io "siete dei figli di puttana incoerenti se mi giudicate per ciò che faccio, e sapete che quella è la porta" sbottai io indicando la porta di mogano nero alle mie spalle.
Il silenzio regnava sovrano. "Quindi, ora sto per togliere le budella a questo uomo, chi vuole domani venire ancora al lavoro resta, se no che se ne vada a fare in culo" sibilai io fermo e conciso.Non era nei miei piani eviscerare un uomo per cena, però se serviva come dimostrazione, allora l'avrei fatto. Michael scappò via come un topolino.
"Nessun altro?" chiesi io di spalle già con il coltello in mano. Silenzio. "Perfetto allora"Feci la prima precisa incisione godendomi le urla dell'uomo. "E ricordate" dissi io con voce alta e forte "Chi toccherà ancora la ragazza, saprà già il proprio destino" dissi.
Mi cadde ai piedi il fegato dell'uomo.
POV OLIMPIA
Ero chiusa nella mia stanza da ore, e Asher e Barin erano in ritardo, stavo per spaccare tutto. Dopo essere arrivata al limite, ficcai tutto dentro la mia borsa e decisi di trovarmela da me questa cazzo di stanza. Ma quando aprii la porta, davanti comparve un signore.
Era magro, ma muscoloso, capelli neri con qualche accenno di grigio, occhi di un castano caldo che ti ricordavano le mattine di autunno, vestiva una maglia nera e pantaloni neri, come praticamente tutti qui dentro. "Salve signorina, io sono James" disse lui presentandosi e allungando la mano.
Io cercai sotterfugi o altro, d'altronde avevano cercato di uccidermi due volte e ero lì da meno di una settimana. Lui dovette capire perché ritrasse la mano, ma non si scoraggiò "Il signor Barin e Asher mi hanno comunicato che dovevo accompagnarla nel suo ufficio, loro attualmente sono in riunione" disse in tono cordiale guardandomi con uno sguardo rassicurante.
Erano due le possibilità, o mi stava fregando e voleva portarmi da qualche parte per uccidermi o diceva la verità. Però ripensandoci mi serviva un po' di sano allenamento, quindi magari se ci avesse provato avrei potuto affinare le mie abilità nel corpo a corpo, il suo pallido collo era molto invitante da spezzare.
"Fai strada James" gli dissi io pregando dentro di me che mi attaccasse o facesse qualsiasi cosa di simile. "Lei si chiama Olimpia vero?" chiese lui mentre oltrepassavamo il corridoio e scendevamo la scala di sinistra. "Si" dissi io guardandomi intorno per cercare trappole o sotterfugi. "Beh sono felice di conoscerla finalmente" disse lui impacciato mentre mi portava praticamente alla fine di quel corridoio, svoltando una volta a destra in un altra parte della casa che mi era sfuggita. "Volevo informarla che il signor Barin mi ha detto che io sarò una specie di sua guida personale, quindi quando ha bisogno di qualcosa, mi cerchi, il mio numero è già impostato" disse lui dandomi un telefono. Io non dissi niente e presi il telefono studiandolo, magari era una specie di bomba o robe simili.
"Siamo arrivati" disse lui aprendo una porta.
Era una stanza ovviamente nera, al centro c'era una scrivania con una postazione di computer che avrebbe fatto impallidire chiunque ne sapesse qualcosa di elettronica. Gli schermi in tutto erano 8, chi più piccolo e chi più grande, ci avrei passato una vita qua dentro. "Per iniziare, mi hanno detto di dirle che deve portare le informazioni di alcuni fascicoli, in digitale, facendo una specie di archivio, almeno sarà un occasione per lei per conoscere alcune informazioni, e stasera si terrà una cena con il signor Barin e Asher alle nove in punto" disse James efficente.
Io ero ancora ferma a fissare imbambolata i computer.
In questo momento avrebbe pure potuto spezzarmi il collo, che io sarei rimasta nella stessa posizione. "Va bene allora, la lascio al suo lavoro" disse lui divertito uscendo dalla stanza. L'illuminazione era bassa, quasi buia, mi sedetti alla comoda sedia e mi accorsi che era riscaldata e c'era pure un poggia piedi. Non badavano a spese vedevo.
Iniziai a dare una sbirciatina e vidi che contenevano fascicoli di persone, luoghi con diverse informazioni e anche sentenze giuridiche.
Era una pila alta quasi quanto il mio busto, avrei avuto molto lavoro da fare.
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revenge
Chick-LitIl mio corpo grida vendetta. La mia anima freme aspettando quel momento. La redenzione e il perdono non sono contemplati. Olimpia Swan fin da piccola ha conosciuto odio, distruzione e perdita. E ora vuol far vedere al mondo che l'errore più grand...