salvataggio

10 1 0
                                    

POV BARIN
Si stava rivelando il compito più duro della mia vita. Ma perché non potevo semplicemente chiuderla nel seminterrato e buttare via la chiave? Beh semplice, Ash non me lo avrebbe mai perdonato.

Aveva seriamente pensato che LEI mi avrebbe potuto uccidere. Il fastidio si insinuò in me. Mi sottovalutava, e per la prima volta questa cosa non mi piaceva.

Studiai il coltello da cucina che mi aveva puntato alla gola solo un paio di ore fa, c'era una goccia di sangue secco sulla punta.

"Barin" disse Asher piombando nel mio ufficio "Quante volte ti ho detto di bussare?" alzai gli occhi al cielo io. Tanto con lui ormai era una battaglia persa... "Non trovo più Olimpia" disse lui preoccupato.

Ecco, io lo sapevo che era solo una fonte di guaì quella stupida ragazzina.

"Io invece so solo che due ore fa ha provato a uccidermi con un coltello da cucina" dissi io assottigliando gli occhi e mostrandogli il coltello. Era una sua responsabilità, lui lo sapeva. E si era fatto di nuovo comandare da quelle stupide emozioni. Asher strabuzzò gli occhi "Beh magari avrà avuto le sue buone ragioni" disse lui cercando di difendere lindifendibile. "Asher se non fosse tua sorella l'avrei già uccisa" sibilai io superandolo per andarla a cercare. "Hai almeno la minima idea di dove possa essere?" sbottai io aprendo porta per porta.

Tra tutte le cose che dovevo fare, ci mancava solo questa. "No, non mi ha dato segni di hobby o robe simili in questi giorni" disse lui guardandosi intorno frettolosamente. Vedevo lo scombussolamento che Swan aveva creato nella testa di Asher, non era abituato a provare emozioni così forti, a provare protezione per qualcuno, affetto fraterno e preoccupazione. "Uscita non può essere, anche perché se no i cani l'avrebbero mangiata" cercai di rassicurarlo io.

Ero una merda a rassicurare le persone.

Arrivammo all'ultima stanza, la piscina "sai, non penso sia andata a farsi una nuotata" sbuffai io non pensando proprio che Swan fosse il tipo.

Ma appena Asher aprii la porta, ci precipitammo dentro.

Il suo corpo galleggiava inerme nell'acqua "Olimpia" disse Asher prima di buttarsi a capofitto a recuperarla. "Brian fai qualcosa ti prego" disse mentre la trascinava vicino al bordo dovero io.

"Che cazzo" imprecai tirandola su. Era la prima volta che asher mi pregava. E io da coglione mi stavo bagnando delle scarpe di bottega per salvare un insulsa ragazzina.

La misi a terra e iniziai con il massaggio cardiaco. Le labbra erano ormai blu, le folte ciglia li toccavano gli zigomi coprendo i suoi occhi azzurro ghiaccio , contai le compressioni e mi abbassai per farle la respirazione bocca a bocca spostandole via i suoi chilometrici capelli neri. "Swan o ti svegli o giuro che ti uccido" tuonai io cercando di strapparla dalla morsa della morte. Asher era in ginocchio dall'altro lato sconvolto e fradicio.

Aveva appena trovato sua sorella. E ora la stava già perdendo. Non potevo permetterlo.

"Eh che cazzo ti muovi?" ringhiaio io con le braccia che mi stavano per cedere, erano ormai minuti che andavo avanti e non era ancora accaduto niente.

Finché non sentii un piccolo singulto sotto le mie mani. Smisi con le compressioni e aspettai che quei singulti si fecero colpi di tosse e il suo busto ruotò per rigettare tutta l'acqua inalata.

Io di solito le persone le uccidevo, non le salvavo, e di certo ciò che avevo fatto non fu stato appagante come togliere una vita. Ma per Asher sarei andato all'inferno.

"Butta tutto fuori" le accarezzò la schiena Asher cercando di non fare caso alle cicatrici mentre lei tossiva.

Il suo corpo magro ma formoso sembrava così fragile in quel momento. Avrei potuto spezzargli il collo con una sola mossa.

"Non toccarmi" ringhio lei tra i colpi di tosse distenendosi di nuovo per terra per prendere fiato.

Non mi interessava sapere come stesse o tutte quelle smancierie. Solo un pensiero mi piombò addosso facendomi provare una profonda rabbia.

Qualcuno aveva disubbidito ai miei ordini. Avevo espressamente chiesto di ignorarla completamente facendo finta che quella donna fosse un fantasma.

"Chi è stato?" ringhiai io fissandola negli occhi con la promessa di morte in testa

POV OLIMPIA

Mi bruciavano i polmoni, e per la gola era anche peggio. "Chi. È. Stato.?" sollecitò la domanda Barin in tono fermo e minaccioso. "Non lo so" sbottai io girandomi verso di lui e allontanandomi da Asher che stava cercando di capire ossessivamente se stessi bene.

Ma che cazzo avevano tutti.

Mi rialzai scacciando la mano di Asher pronta a sorreggermi. "Ero in piedi al bordo e qualcuno mi ha spinta, e non so nuotare" dissi io tossendo e indicandogli il punto. "Dovevano sapere che non sapevi nuotare, non può essere stata una coincidenza" disse Asher più rivolto a Barin che a me. "Adesso mi sono rotto il cazzo" tuonó lui uscendo precipitosamente fuori.

Asher sospiró guardando la porta. "Stai bene pulcino?" mi chiese lui avvicinandosi di un passo. Io lo squadrai e vidi che era bagnato fradicio. Sapevo per certo che Barin non si sarebbe mai buttato, e dopo tutto Asher mi aveva salvata la vita. "Si, grazie" borbottai io prima di andarmene da quella stanza infernale.

Qualcosa mi diceva che io e il nuoto non eravamo stati fatti per stare assieme

revenge Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora