fanny

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Mi svegliai in lenzuola calde e morbide e diverse dalle mie, e non appena lo notai mi tirai su di scatto cercando di capire cosa fosse successo.

Guardando il letto enorme, la stanza abbastanza in disordine, le armi sparpagliate in giro, io la riconobbi. Era la stanza di Asher quella.

Dovevo essermi addormentata sul balcone e Barin doveva avermi portata la.

Avevo dormito per... per nove ore, balzai in piedi. Dovevo andare a controllare Asher, poteva essere successo di tutto. Vedendo di sfuggita però cosa ci fosse sul comodino, mi fermai e presi lo schermo. Era il sistema di telecamere, e dava sulla stanza di ricovero di Asher, mostrandolo incosciente, ma vivo. Presi un respiro e cercai di affrontare quella tachicardia che non mi era mai venuta prima.

Avrei ucciso mio fratello appena si sarebbe svegliato.

Un movimento alla mia sinistra mi fece subito mettere in allerta e quando mi girai vidi una massa di pelo nero che mi veniva in contro guardianga.

Beh d'altronde Asher me l'aveva detto che preferiva i gatti...

A me non erano mai piaciuti molto, erano troppo inquieti. Il mio pensiero si confermò quando Il gatto si avvicinò a me con fare sinuoso e mi annusò con aria di sufficienza come se fossi solamente un soprammobile. Oltre al caratterino che già odiavo, era un gatto stupendo, aveva due occhi verdi come l'erba di prima mattina e il manto era lucido e curato.

"Qualcuno ti ha mai dato da mangiare in questi giorni?" gli chiesi io avvicinando comunque la mano per immergerla in quel pelo setoso. Guardai la ciotola della pappa e vidi che era piena, e mi rassicurò, ma il non vederla svuotata mi fece anche capire che forse gli mancava una persona. "Vuoi che ti porti da lui" dissi più che una domanda era un affermazione, ma mi arrivò comunque un miagolio  di risposta.

La presi in braccio e mi stupii di quanto fosse leggera nonostante le dimensioni enormi. Scesi dalle scale e mi bloccai quando un muro di muscoli e bronci mi si parò davanti in corridoio. Era sudato e con il fiatone, e usciva dalla sala allenamento "vedo che hai trovato Fanny" dissi lui scostandosi i capelli bagnati dalla fronte.

Certe volte mi chiedevo come e perché dio avesse dato delle così belle fattezze al diavolo...

"Olimpia" cantinelò lui richiamando la mia attenzione dai suoi pettorali. Merda. Il suo sguardo era cambiato, era furbo come quello del gatto, e l'animale che c'era in lui voleva giocare, si vedeva lontano un miglio. Iniziò a venirmi in contro con le sopracciglia alzate e il muro che c'era dietro di me non prometteva nulla di buono dati gli altri due episodi. "Si l'ho trovata e ora la riporto al padrone" borbottai io sgusciando da quella situazione notando solo in quel momento che Fanny aveva soffiato tutto il tempo a Barin.

Dopotutto non era così antipatica.

Entrai in quella porta cautamente, come se Asher stesse solo riposando e non fosse in un coma indotto dati i mille collassi che i suoi organi e il suo corpo ha avuto.

Fanny miagolò e iniziò a scalciare, e non appena la posai sul lettino, si mise in grembo a Asher aspettando. Ero sicura che avrebbe potuto aspettare anche tutta la vita, ecco perché amavo gli animali.

Distolsi lo sguardo da lei e posai gli occhi su mio fratello. Che strano dirlo. mio fratello. Il viso era più pallido del solito, il sorrisetto furbo era sparito, il corpo era rilassato ma sempre di una bellezza forte e mascolina. "Non ho mai creduto al fatto che le persone in coma possano sentire" mi scappò a alta voce. Stavo per andarmene e darmi della stupida, ma poi vidi le sue braccia inermi, l'unico posto in cui mi sia sentita bene anche solo per un attimo... "Ma volevo solo dire che quando ti sveglierai io sarò qui" dissi solamente sfiorandogli le dita con la punta delle mie come se fosse una cosa troppo sacra da anche solo sfiorare.

Era troppo il peso che aleggiava nella stanza, perciò sgusciai fuori lasciando la porta leggermente aperta per fanny. Volevo che si svegliasse al più presto.

Ormai era ora di cena e avevo gli orari completamente sballati. Direi perfetto. Non avevo mangiato molto in questi giorni, e i morsi della fame mi diressero in cucina dove c'era una Barin urlante al telefono.

"Ho Asher fuori gioco e lui è la mia spalla, non prenderò il primo stronzo che ha voglia di morire e così facendo uccidero un intera squadra" tuonó facendo accucciare i cani. Brutto momento mi sa. "Se pensi anche solo un momento che io vada in missione con uno dei tuoi mi hai proprio sottovalutato Thomas, e ora vai a farti fottere" sibilò lui per l'ultima volta lanciando in cellulare a terra, rompendolo.

"Quando hai detto che la tecnologia non ti piace non scherzavi" borbottai io proclamando la mia presenza e facendolo girare di scatto. I cani mi corsero in contro e io a stento trattenni un sorriso quando mi abbassai a accarezzarli. Barin guardò ogni mia mossa e sembrò pensare e pianificare una cosa, come sempre d'altronde. Ma la sua testa non si fermava mai? "Quanto sei brava con la mira?" chiese lui dopo un po' guardandomi da capo a piedi. "Sono brava" dissi io con un alzata di spalle mentre mi dirigevo in cucina. La mira era una delle cose su cui mi ero allenata di più visto che avevo poche possibilità di sperimentare il combattimento corpo a corpo, e non sbagliavo mai quando puntavo.

"Asher mi uccidera" disse più a se stesso che a me. La situazione si faceva interessante. Avevo voglia di un po' di movimento, ero stata chiusa in casa per troppo.

"Ho bisogno del tuo aiuto" disse fra i denti come se quelle parole faticassero a venire fuori. "Il diavolo che chiede il mio aiuto, interessante" sogghignai io girandomi verso di lui.

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