"Quindi fammi capire, sarai solo in una stanza con una 20 di uomini armati che ti vogliono uccidere, farai un discorsetto motivazionale e io me ne starò sul tetto dell'edificio adiacente a sparare a chi ti si avvicina" dissi io riepilogando mentre mangiavo un piatto di pasta italiana con aragosta e bottarga fatto dalla cuoca.Avrei dovuto approfittare del cibo di quella casa più spessa, era divino.
"Si" confermò lui guardando stra lunato la mia voracità. Lasciai cadere due pezzi di aragosta per i cani e lui mi fulminó richiamandoli non abbastanza in tempo perché quei pezzi rimanessero per terra. "Se vuoi suicidarti ci sono modi meno drastici" dissi io alzando le spalle.
Sapevo che gli stavo facendo saltare i nervi, ma la verità è che avevo capito una cosa: Barin mi serviva. Senza di lui il mio piano non poteva andare avanti a meno che o io o Asher avessimo rivendicato quello strano diritto di potere che ci spettava nei confronti della famiglia, ma sinceramente non ci tenevo a avere gente che aspettava solo un mio ordine.
"Ti ho chiesto aiuto non per dirmi cosa ne pensassi, ma per salire su un TETTO e SPARARE, non PARLARE" disse lui cercando di mantenere le staffe. "Metti che io accetti e ti veda morire davanti ai miei occhi, una vista molto piacevole se lo vuoi sapere, cosa ci guadagno?" chiesi gongolante facendo dondolare le gambe dal bordo del ripiano.
Stavo tirando la corda, ma mi divertivo a farlo e a vedere la furia nei suoi occhi. Lui si avvicinò con gli occhi socchiusi come un predatore prima di attaccare, e si mise davanti a me. I campanelli di allarme nella mia testa suonarono tutti, ma non lo diedi a vedere e rimasi con la mia aria sfacciata e superiore.
Una ignota parte di me urlava al corpo di Barin di avvicinarsi.
"Dimmi cosa vuoi e basta" ringhiò lui appoggiando le mani sul ripiano ai lati delle mie gambe. Era vicino. Molto vicino. Gli sfioravo i pantaloni all'altezza della cintura con le mie ginocchia,e l'unico modo per evitarlo sarebbe stato aprire le coscie ma probabilmente avrei solo peggiorato la situazione.
"Come sai che c'è qualcosa che voglio?" chiesi in un sussurro fissando quegli ipnotici occhi verdi. C'era una parte di me che era sospesa nel vuoto, come in un anestesia totale, eppure tutti i miei sensi erano amplificati e per la prima volta BRAMAVANO.
Bramavano il contatto con il corpo di Barin.
Non ho mai sperimentato quelle sensazioni, ma avevo letto molti libri sull'ambito sessuale e non ero stupida ed era per questo che sapevo cosa mi stava succedendo, ed era per questo che volevo che mi stesse lontano.
Io lo odiavo e l'avrei sempre fatto.
"Perché se no non avresti neanche nominato il guadagno piccola volpe" disse lui avvicinandosi e facendo sì che le mie ginocchia toccassero QUELLA parte di lui. Sperai che la COSA che sentivo fosse data dalla cintura. "Voglio..." sussurrai io non più nel pieno delle mie capacità. Perché stavo sussurrando? E perché avevo la sensazione che il mondo si stesse restringendo sulle sue labbra. Chi dei due si stava avvicinando? "Vuoi" sospiró lui abbassandosi di qualche centimetro per avere i miei occhi nei suoi.
"Oh scusate" borbottó Andrew entrando in cucina. Tutti si spezzò. Come una bomba nucleare. C'è un attimo di silenzio totale, in cui anche il mondo smette di girare, e poi l'esplosione. Non te lo aspetti, ma eccolo lì il momento di rottura e di terrore.
Che cazzo era successo?
"Dimmi" dissi Barin in tono indifferente come se non fosse successo niente, non era successo niente giusto? "Thomas ha detto che se non trovi un sostituto entro tre ore, manderà uno dei suoi" disse Andrew mascherando la sorpresa di un attimo fa e mettendosi la maschera da bravo servitore del diavolo "L'ho trovata, domani sera sarà tutto fatto" disse in conferma Barin. "Trovata?" chiese Andrew stranito dal femminile, ma poi capì e mi guardò deglutendo "Oh" disse semplicemente. E dal suo sguardo non capì se fosse fiducioso, già pronto a fare un funerale o impaurito.
Scesi dal piano e dando un ultima carezza ai cani, presi la via per uscire mentre Andrew e Barin parlavamo e confabulavano "Barin" lo chiamai io dopo un secondo avendo pensato alla mia ricompensa, lui si girò con il volto duro come il granito "ti dispiace fare unaltro salto al mercato nero? Mi servirebbero alcune cose" dissi io con un ghigno angelico.
Già che c'ero, potevo benissimo approfittarne.
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revenge
ChickLitIl mio corpo grida vendetta. La mia anima freme aspettando quel momento. La redenzione e il perdono non sono contemplati. Olimpia Swan fin da piccola ha conosciuto odio, distruzione e perdita. E ora vuol far vedere al mondo che l'errore più grand...