Mi girai verso di lui, aveva indosso una semplice camicia nera che gli stava stretta sul petto e le spalle, dei pantaloni di sartoria e al polso un orologio che probabilmente costava più soldi dello stipendio annuale del presidente.
"Si da il caso che io abbia già un pezzo di ciò che vuoi" disse lui appoggiandosi al muro vicino alla porta con le braccia conserte. "Tu non sai cosa voglio" lo fulminai io nonostante il battito del mio cuore era accellerato.
Non c'era niente con cui avesse potuto ricattarmi, solo una cosa, una singola cosa...
"Asher" chiamó il ragazzo che era con me porgendogli una mano. Quello gli passò un telefono, io nel mentre seguivo ogni loro singola mossa, ma quando mi mostrarono il video su quel telefono pensai di perdere il controllo.
Imbavagliato e incatenato c'era uno dei due assassini dei miei genitori, non riconobbi l'istinto primordiale che mi salii dal profondo delle mie viscere "te l'ho detto pulcino. La sete..." rise quello che si chiamava Asher guardandomi. Ero fuori dal mio corpo, avevo raggiunto una consapevolezza che mi stava facendo cadere in ginocchio. O mi sarei unità a loro e avrei ottenuto ciò che volevo, o l'uomo nel video non sarebbe mai stato liberato e quindi non avrei mai potuto avere la mia vendetta.
"Sono un uomo di parola Swan, i patti con il diavolo sono sempre i peggiori, ma non si spezzeranno fino al loro compimento, se accetterai di aiutarmi a trovare gli uomini collegati all'assassinio dei tuoi genitori, io ti farò anche oggi stesso avere la tua prima ricompensa, e tu potrai farne ciò che vorrai" disse il diavolo tentatore in tono suadente.
Nonostante il mio corpo che fremeva per dire di sì, dovevo concentrarmi, non potevo commettere altri errori. "Il diavolo non si rimangia la parola data, è vero" iniziai distogliendo lo sguardo dal video e girandomi di spalle per cercare di calmare il battito del mio cuore. "Ma plasma le parole a suo piacimento" dissi abbassando la testa su tutti i miei congegni cercando di ragionare sul da farsi.
Loro erano in silenzio dietro di me. "Lo farò se stipulerai un accordo scritto, con ogni clausola e postilla" iniziai a contrattare io girandomi verso di lui "e se qualcuno dei due romperà l'accordo?" chiese con un ghigno interessato dalla mia nuova proposta. "La pena sarà la morte per mano di uno o dell'altro" sentenziai io. Lui ci penso un attimo mentre Asher rideva e saltellava estasiato.
"Abbiamo un accordo Swan" disse in risposta allungandomi la mano. Io risi amaramente "lo avremo quando avrò il contratto" sibilai non cadendo nel suo tranello. Qualcosa passò nei suoi occhi di ghiaccio, meraviglia o forse stupore, c'era qualcosa di così dannatamente sbagliato in lui in questo mondo, però sapevo che allinferno era il re dei dannati. "Avrai il tuo contratto entro fine giornata, da lì ti lasciero due giorni per portarmelo firmato, Fino a quel momento sarò costretto a tenerti qui dentro per evitare che ti venissero altre idee per dimezzare i miei uomini" disse lui annuendo a se stesso. Per quanto odiassi la prospettiva di stare in gabbia, non ero così tanto stupida da fare i capricci e battere i piedi a terra per ottenere qualcosa che sapevo già non potere avere. Il tempo mi sarebbe stato d'aiuto per trovare piani alternativi. Ma soprattutto mi sarebbe stato d'aiuto per pensare ai diversi modi in cui avrei potuto uccidere l'assassino dei miei genitori.
Annuii verso di lui e in risposta mi diede un ghigno che ero sicura, avrebbe firmato la mia condanna. Senza dire una parola, si girò e uscì dalla porta. "Hai fatto la scelta giusta pulcino" disse sibillino Asher seguendo il suo capo, e non appena la porta fu chiusa, a chiave, mi buttai sul letto con le mani in testa.
Non potevo permettermi di aver sprecato 17 anni dietro al nulla. Se non avessi avuto la mia vendetta, avrei trovato volentieri riposo nella morte.
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revenge
ChickLitIl mio corpo grida vendetta. La mia anima freme aspettando quel momento. La redenzione e il perdono non sono contemplati. Olimpia Swan fin da piccola ha conosciuto odio, distruzione e perdita. E ora vuol far vedere al mondo che l'errore più grand...