conforto

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Nel momento in cui riuscii a riprendere un minimo di capacità mentali e respiro, mi accorsi delle due figure a quattro zampe che stavano venendo verso di me con un pacchetto di sigarette, un accendino e un biglietto. .

FAI UN FISCHIO SE VUOI RISPOSTE, TI DEVO ALMENO QUELLE DOPO IL DOLORE CHE TI HO CAUSATO

Riconoscevo quella scrittura e sapevo chi fosse, ma dopo le cose che mi aveva detto non seppi come avrei potuto anche solo guardarlo in faccia.

Persa nei miei pensieri, presi il pacchetto di sigaretta e lasciai che quei due cani mi si appoggiassero sulle gambe riscaldandomi il cuore e alleggerendomi l'anima.

E in quel momento mi chiesi se fosse possibile che Asher fosse veramente mio fratello. Non passavo molto tempo alle specchio, percio forse qualche tratto del viso mi era scappato, ma non eravamo totalmente diversi. Il dubbio più grande però era che io non me lo ricordavo. Non ricordavo che fosse stato in casa con noi, non ricordavo nessun bambino con me e i miei genitori.

Ma forse mi sbagliavo, ma forse la mente mi stava facendo brutti scherzi

Sbuffai una nuvola di fumo e feci l'unica cosa che mi ero promessa di non rifare. "Barin" dissi abbastanza forte perché lui mi sentisse. E come l'apparizione dopo averlo invitato, il diavolo si fece strada verso di me. Era la prima volta che lo vedevo con vestiti informali, una felpa e dei jeans semplici e ovviamente neri. Mi lanciò solo un occhiata e poi si sedette nella poltroncina davanti alla mia prendendosi una sigaretta dal pacchetto.

I due cani attirati come pipistrelli dal buio, scattarono verso di lui strappandomi a quel calore a cui mi stavo abituando. "Come può essere che Asher sia mio fratello" chiesi io non riuscendolo neanche a guardarlo, ma tanto sapevo che anche lui era perso nei suoi pensieri.

Sembrava per la prima volta un uomo normale, capace di provare persino dolore. Esausto dai colpi che gli erano stati dati in quelle ore.

"Lui ha cinque anni più di te, e quando ne compii dieci, vostro nonno lo prese in custodia per prepararlo a ciò che sarebbe diventato" spiegò lui con lo sguardo fisso sul sole che stava sorgendo.

Avevo un vago ricordo di mio nonno, una persona fredda e senza emozioni. "Asher non voleva lasciarti, ma quell'uomo era molto convincente" disse in tono aspro riferendosi a quest'ultimo "era il capo della famiglia, e quando i genitori tuoi e di Ash si riufiutarono di entrarci per continuare a vivere una vita normale, tuo nonno usò suo nipote" disse ringhiando al vuoto.

"Se mio nonno era il capo..." dissi io capendo "tu e Asher siete i prossimi, si" confermò Barin.

Tutta quella storia era troppo. Troppo confusa. Era tutto partito per vendicarmi e ora mi trovavo immischiata in una delle più potenti famiglie d'america.

"Asher rimase con tuo nonno per altri cinque anni, fino all'incidente" disse lui facendomi capire al volo l'episodio e facendomi riaffiorare ricordi che dovevano stare giù, nella parte più profonda della mia anima.

"Tuo nonno per 12 anni li fece credere che tu fossi morta con loro, e questo non fece altro che far crescere la rabbia in lui mettendolo esattamente nella posizione che lui avrebbe voluto" disse Barin scuotendo il capo.

Allora non ero stata sola... C'era qualcuno che mi aveva ricordata, che quando ero in quel seminterrato, mi pensava.

Esisti a questo mondo se sei nei ricordi di qualcuno, e forse io non ero così persa come pensavo.

"Poi un giorno Asher fu più veloce di tuo nonno a prendere la posta, e vide una foto" disse Barin facendosi più rigido. "Vide una foto di una bambina in un seminterrato, al buio e..." cercò le parole per continuare ma io lo fermai "si, so com'era quella bambina" dissi bruscamente scacciando quei luridi ricordi dalla mia testa.

Barin prese un respiro profondo e cercò di non guardarmi, e per quello gliene fui grata se no avrei rischiato di crollare. "Allora impazzì, iniziò a fare uso di droga, uccise vostro nonno e poi si perse completamente" continuo lui "E poi sei arrivato tu" dissi ciò che Asher mi aveva detto l'ultima volta che mi aveva abbracciato.

Avevo avuto le braccia di mio fratello strette intorno a me, e non avevo fatto niente per ricambiarlo...

E forse sarebbe potuta essere l'ultima volta.

"Mia madre era molto amica della vostra, e dopo la morte di tuo nonno la famiglia era allo sbando, presi io in mano la situazione, e promisi a mia madre di trovare te e di trovare Asher" disse Barin finendo la storia.

"non è colpa tua delle condizioni in cui è Ash" disse in un sussurro che si portò via il vento. Una parte di me aveva proprio bisogno di sentire quelle parole. "Non è neanche colpa tua" dissi io sicura di quella affermazione.

Sapevo che Barin avrebbe dato la vita per lui, e sapevo che per tentare di salvarlo avrebbe fatto di tutto e di sicuro non portarlo verso una morte certa.

Forse era la parte bisognosa d'amore dentro di me che si stava risvegliando, o forse era qualcosa che doveva ancora nascere, ma promisi che da quel momento in poi sarei stata al fianco di Asher.

NARRATORE ESTERNO.

E sotto lo stesso cielo, le due anime perse, si confortarono a vicenda, trovando la luce nel buio. Trovando la quiete dopo la tempesta.

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