Pov Barin
Quella ragazzina mi aveva stancato.
Se non fosse stato che avevo un obbiettivo con lei, l'avrei già lanciata su un marciapiede e lasciata lì a se stessa. "Barin abbi un po' di tatto con lei, per favore, è difficile" disse Asher distrutto che mi aveva raggiunto in palestra.
Era in ritardo di 20 minuti, e ero sicuro che ormai non sarebbe più arrivata. "Sto cercando di aiutarla" sbottai io frustrato dall'impotenza che avevo verso il demone che in quel momento stava ferendo il mio amico. "Si ma lei non lo sa, non si fida di noi ne di se stessa, non conosce rapporti umani, ha conosciuto solo violenza" disse lui in un sussurro più a se stesso che a me.
Io sospirai massaggiandomi le tempie. Olimpia era una bomba a orologeria, e io lo odiavo. Odiavo il fatto che fosse così tremendamente imprevedibile in una vita che per me era stata prettamente controllata e misurata minuziosamente.
"Perché non glielo dici e basta? Forse si sentirà meno attaccata se sapesse chi sei" dissi io a Asher. Ci avevo pensato, e non era una brutta idea, avrebbe unito il fronte tra loro due e per i piani che avevo in mente, per il mio migliore amico non ci sarebbero potute essere distrazioni, e Olimpia era una distrazione enorme. " ho pensato che fosse morta per 12 anni e L'ho cercata per 5, se glielo dicessi ora e scegliesse di andarsene, io non potrei sopportarlo" disse lui sedendosi sulla panca arreso.
Io annuii distrattamente pensando a un alternativa, ma non andai lontano visto che una furia dai capelli castani e gli occhi color ghiaccio spalancò la porta e calamito tutti i miei pensieri.
Ogni volta che entrava in una stanza, cercavo di prevedere almeno uno dei suoi pensieri. Il risultato? Non capivo un cazzo, e questa cosa mi faceva salire una profonda rabbia. Certe volte avrei voluto scuoterla e cercare di entrare nel suo cervello.
Suo fratello, come se fosse una falena attirata dalla luce, le andò subito in contro con un sorriso genuino e rassicurato dal fatto che sua sorella non si fosse abbattuta nonostante ieri. Lei in risposta controllando ogni suo movimento lo guardò come un gatto messo all'angolo.
Di sicuro non era tutta una ragazza rose e fiori...
"Non so se lo sapete ma c'è un altro algoritmo che corrisponde a sistemi di videocamere differenti che influenza sulle reti internet presenti in questa casa" disse con aria saccente e il mento alto. Certe volte avrei voluto strapparle quella sicurezza, farla sciogliere tra le mie mani, farle perdere il controllo e chiuderle la bocca, vedere che si abbandoni tra le mie mani. Il mio corpo mi gridava di avvicinarmi, sbatterla al muro e per un momento farle provare...
"Barin" mi richiamò Asher con uno sguardo in allerta. Che cazzo era successo? Strinsi i pugni e presi un respiro. "Ripeti" ordinai incazzato più con me stesso che con lei. "Sapete una cosa? Cazzi vostri" sibilò lei squadrandomi dalla testa ai piedi e avviandosi verso l'uscita.
Visto?
"Ferma Olimpia ti prego" disse Asher ormai soggiogato da quegli occhi da cerbiatta. Lei si fermò guardando e cercando qualcosa nel suo sguardo, ieri ho visto come ferma nella stanza e coperta di sangue aveva guardato Ash, sapevo che tra loro stesse nascendo qualcosa come se fosse scritto nel destino, e ormai l'avevo studiata abbastanza da capire che ciò che pensasse Ash per lei non fosse così indifferente.
Lei sospiró e mi guardò. "Ho studiato il sistema di telecamere principale in questa casa, però stamattina, ho controllato e ho visto che compariva una nuova rete che ne mostrava un diverso modello" disse lei stringendo tra le mani quel suo strano aggeggio tecnologico, un'altra cosa che non capirò mai. "Quindi o avete aggiunto nuove telecamere tra ieri pomeriggio e stamattina o qualcuno le ha aggiunte a vostra insaputa" concluse lei facendo accendere tutti gli allarmi nella testa.
L'unico momento in cui eravamo stati vulnerabili era il momento della cena.
Avrebbero potuto benissimo mettere una bomba in quella stanza e ucciderci tutti, ma non l'avevano fatto.
Perché il loro scopo non era ucciderci, era creare una distrazione.Ero stato uno stupido.
"Asher chiama Andrew e chiedigli se hanno scoperto qualcosa sull'imboscata di ieri notte" dissi io iniziando a calcolare tutte le mosse che sarebbe stato più intelligente fare.
Guardai olimpia e mi avvicinai a lei che si stava già mettendo in posizione di guardia cercando di capire la mia prossima mossa. Mi abbassai alla sua altezza "sai dove sono le telecamere?" le sussurrai.
Poteva essere una cosa a nostro vantaggio, se chiunque le avesse messe non avesse saputo che noi lo avevamo scoperto, avremmo potuto manipolare le informazioni trapelate.
Lei si scostò immediatamente da me e mi guardò disgustata nonostante io avessi visto i brividi sul suo braccio non appena mi ero avvicinato a lei. Interessante.
"No, ma posso scoprirlo, e comunque è inutile che fai così perché ovunque io porti questo" disse alzando il suo aggeggiò strano "la rete, quindi le telecamere, subiranno un interferenza fino a un raggio di 23 metri" disse lei sempre precisa e attenta. Io annuì "bene allora, vai a scoprire dove sono le telecamere, e prima di disattivarle chiamami" dissi io congedandola.
E forse avevo commesso uno sbaglio perché la furia nei suoi occhi mi fece dare un occhiata al fatto che ogni oggetto appuntito fosse lontano da lei. "Io non prendo ordini da te, vi ho fatto un favore a dirvelo e il minimo che potresti fare è ringraziarmi" mi fulminó lei mentre Asher scuoteva la testa sconsolato già sapendo di cosa stava per succedere.
"Olimpia Swan sappiamo entrambi che non fai favori, sappiamo entrambi a quanto tu abbia rimuginato sul fatto di fornirci o no questa informazione, sappiamo entrambi che hai anche pensato di poterla usare a tuo vantaggio, quindi ora, GRAZIE, ma vai a fare quello per cui abbiamo un accordo" dissi io con una calma letale guardandola dritto negli occhi e sfidandola a ribattere. "Attento Barin, che non tutti sono uomini di parola come te, e tu questo non puoi controllarlo" disse lei con un ghigno perfido uscendo dalla sala allenamenti prima che le potessi lanciare un coltello dritto in gola.
Guardai Asher con la furia che trattenevo a stento. "Cambierà fidati, o almeno, combatterò finché succeda" disse lui alla deriva uscendo dalla stanza e andando a fare ciò che io gli avevo chiesto.
Per tutto il periodo dell'allenamento, quei due occhi color oceano non mi mollarono lasciandomi irrequieto è frustrato per la prima volta dopo tanto.
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revenge
ChickLitIl mio corpo grida vendetta. La mia anima freme aspettando quel momento. La redenzione e il perdono non sono contemplati. Olimpia Swan fin da piccola ha conosciuto odio, distruzione e perdita. E ora vuol far vedere al mondo che l'errore più grand...