la missione

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Pov Barin

"Mi hai chiesto di proteggerla e lo farò a costo della vita, te lo prometto, e se mi tirerai un calcio quando ti sarai svegliato, per ciò che sto facendo, lo capirò" dissi io sul capezzale di Asher stringendoli una mano.

Non sentire la sua stretta di ricambio era una cosa strana è sconosciuta, ma sapevo che fra non molto, quella stretta ci sarebbe stata.

Avrei venduto la mia anima allinferno se ce ne sarebbe stato bisogno.

Tra mezz'ora dovevamo partire per quella missione.
Avevo chiesto un incontro con una delle famiglie più influenti della zona, non per chiedere un alleanza, ma per chiedere di starsene fuori dal fuoco incrociato che tra non molto sarebbe avvenuto per le strade. Non avevo bisogno di altre morti.

"Olimpia è nella sala armi come da lei richiesto signore" disse una sentinella facendo capolinea sullla soglia. Io annuii e lui sparí in corridoio. "Ci vediamo stanotte Ash" dissi io dandogli un ultima pacca sulla spalla e standomene lontano da quello scorbutico del suo gatto. Io li odiavo quei cosi, e pensare che gliel'avessi regalato io mi faceva ribrezzo.

Attraversai la sala e mi sistemai la camicia nera che portavo addosso, con sotto dei pantaloni di sartoria e sopra avrei avuto il cappotto di Olimpia che lei aveva riorganizzato per le mie esigenze. A quanto pare era importante anche per lei che io rimanessi vivo...

Pov Olimpia

Stavo studiando il fucile da cecchino nel mentre che aspettavo Barin.

La sala delle armi era comparabile a un arsenale militare. C'era di tutto. Letteralmente.

Non appena sentii i suoi passi, mi girai verso di lui. Avevo messo i miei soliti jeans elasticizzati neri e un maglione del medesimo colore per rimanere nell'ombra, sopra avrei messo un cappotto normale visto che il mio c'è lo aveva Barin.

La mia priorità in questa missione è che lui rimesse vivo.

"Pronta?" chiese lui solamente non armandosi neanche, uno delle condizioni era quella di non venire armato, e lui aveva accettato, ma non avevano detto nulla riguardo a portarsi un più uno armata fino ai denti.

"Si, mettiti questo" dissi dandogli un minuscolo auricolare invisibile a occhio nudo. "Cos'è quel robo" disse lui diffidente guardando il piccolo dispositivo tra le mie dita. "È un auricolare, lo userò solo in caso di emergenza" sbuffai io passandoglielo. Lui ancora diffidente lo prese, se lo rigiro tra le dita e se lo mise all'orecchio, io presi il piccolo microfono e provai, lui fece solo un piccolo cenno di assenso. "dovremo dividerci, tu andrai per prima e ti posizionerai nel punto stabilito e poi arriverò io" mi ricordò lui mentre chiudevo la valigetta con il fucile. Io annuì. "Spari solo se è necessario, non ci dobbiamo inimicare nessuno" mi ricordò lui. Io annuii di nuovo.

"È ora" disse Andrew più a me che a Barin visto che ero la prima a dover andare. Mi avrebbe accompagnata l'autista e poi da un punto prestabilito sarei dovuta andare a piedi per non attirare attenzioni indesiderate.

Stavo per uscire quando un sospiro mi fermò, e non lo guardai in faccia quando Barin mi disse "non farti ammazzare per favore"

Tranquillo Barin. Non è nelle mie intenzioni, devo almeno salutare mio fratello per l'ultima volta prima.

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