dolore

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Pov Olimpia

Quella mattina mi alzai presto.
Scombussolata dalle sensazione che Barin mi aveva fatto provare ieri avevo dormito solo un paio di fottutissime ore e ero molto irascibile per quello.

Tutto quel toccarsi... No non mi era mai successo e il solo fatto che il mio corpo si stava abbandonando a quel calore, il solo fatto di aver provato un vuoto nella stomaco e il solo fatto che... VOLEVO CHE CONTINUASSE mi ha messo in allerta ogni singolo millimetro del sistema nervoso.

Non doveva più accadere.

Mi vestii velocemente lasciando fuori ogni pensiero e feci una lista del materiale che mi sarebbe servito per preparare ciò che LUI mi aveva chiesto.

Ne avrei anche approfittato per chiedere altre cose che mi sarebbero servite per altri scopi, ma tanto ero sicura che per lui non fosse un problema visto la quantità di denaro che aveva.

Erano le 8 quando scesi nella sala da pranzo e trovai Asher, Barin e unaltro uomo a fare colazione, avevano già le carte sul tavolo e stavano confabulando su qualcosa che sarebbe accaduto stasera.

"Buongiorno" disse Asher sorpreso e felice che fossi scesa a fare colazione, io li rivolsi un cenno del capo e mi avvicinai vedendo le spalle di Barin irrigidirsi a ogni mio passo, era di spalle quindi non potevo vederli il viso, ma sapevo che anche lui quella notte avesse rimuginato su cosa fosse successo ieri sera. "Tu devi essere Olimpia" disse quell'uomo dall'aria sconosciuta che mi sembrava di aver intravisto alla festa "si" dissi solamente lanciandoli un occhiata.

Avrà avuto sulla trentina, alto muscoloso occhi e capelli neri, tratti orientali, forse proveniva da un posto come cina o giappone, ma forse no, facevo schifo a indovinare la provenienza delle persone.

"Mi servirebbero queste cose per fare ciò che ieri mi hai chiesto" dissi a Barin facendo scivolare il foglio nel suo campo visivo visto che di degnarmi di uno sguardo proprio non aveva voglia.

E anche se sapevo fosse meglio così, qualcosa dentro di me urlava e reclamava il suo sguardo focoso di ieri sera. Dormire poco non mi faceva proprio bene.

Lui prese la lista e la lèsse "alcune cose provengono dal mercato nero" disse lui con un occhiata fulminante "non pensavo avessi problemi a procurarti cose illegali" dissi lanciando un occhiata eloquente alla casa e alla pistola che Andrew aveva nella fondina sul fianco.

Barin riguardò un attimo la lista e fece un singolo e secco cenno di assenso con il capo.

Vista la fame, mi diressi sotto lo sguardo di tutti in cucina "non lo farei se fossi in te" disse Barin con tono divertito. Ecco ci mancava solo un'altra delle sue stupide minacce, sbuffai io aprendo la porta.

Non appena entrai mi ritrovai a faccia a faccia con due enormi Rotwailer neri che stavano mangiando da enormi ciotole piene di carne di animale. Scattarono subito sull'attenti e io li guardai interessata.

Avevo sempre amato i cani, erano fedeli, ti ascoltavano e non ti abbandonavano mai se gli dedicavi le giuste cure. Avrei tanto voluto prendermene uno certe volte per non sentirmi sola, ma questo avrebbe solo complicato le cose.

Mi squadrarono guardinghi, e quando mi avvicinai quello di sinistra fece un passo in dietro già con il pelo alto pronto a ringhiarmi, ma quando mi abbassai e feci capire loro che non ero una minaccia, si rilassò leggermente. Avvicinai una mano senza esitazione e gliela portai vicino al naso per farmi annusare, e quando lo fecero capendo che non fossi una minaccia, mi permisi anche di accarezzarli.

Evidentemente non ricevevano molte coccole visto che in pochi secondi si dimenticarono del cibo e vennero verso dj me, ormai seduta per terra a studiarmi meglio e farsi accarezzare.

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