Capitolo 31

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Mi sveglio con Matthew che impreca contro qualcuno. Mi alzo in punta di piedi e senza farmi sentire mi dirigo verso il salone, dove si trovava lui. Era al cellulare.

<<Non posso, Giulia.>> Dice camminando avanti e indietro. Lo faceva sempre quando era particolarmente nervoso. Esco allo scoperto senza far capire che ero lì da quel tanto di tempo che bastava per scoprire con chi stesse parlando. Mi schiarisco la voce e decido di andare subito in balcone a fumarmi una sigaretta. 

<<Devo andare.>> Dice chiudendo la chiamata e mi raggiunge. Estrae il pacchetto delle sigarette prendendone una e se la porta  alle labbra ed avvicina la sua  sigaretta alla mia, per accenderla. 

<<Chi era?>> Domando fingendo che non sappia con chi fosse al cellulare. 

<<Mia madre.>> Dice ed il mio cuore si spezza. E' sempre pronto a difenderla e la cosa che mi dava più fastidio di tutte era il non sapere perché di quest' atteggiamento nei suoi confronti. Lei, ovviamente, ne giovava. Provava qualcosa per Matthew ed io lo sapevo ed anche Matthew ne era a conoscenza. 

<<Tua madre si chiama Giulia?>> Domando sarcastica, buttando fuori il fumo della sigaretta, quasi del tutto consumata. Lui non dice una parola, mi osserva spegnere la sigaretta e mentre entro dentro casa. Lui non perde tempo e mi raggiunge. 

<<Mew.>> 

<<Non provare a chiamarmi con quel nomignolo.>> Dico spogliandomi sotto il suo sguardo e vestendomi per uscire da quella casa.

<<Mi ascolti almeno?>> 

<<No. Potevi dirmi la verità, l' avrei apprezzato.>> Dico infilandomi le scarpe. <<Invece mi hai mentito, per non so quante volte.>> Ammetto prendendo la borsa.  Mi afferra per il braccio e mi attira a sé, ma io con un movimento, mi libero da quella presa salda e  me ne vado, lasciandolo lì. Non mi andava di vedere le mie amiche, perciò me ne andai a casa di mia madre, avrei approfittato della situazione per andarla a trovare, ma quando bussai non rispose nessuno. Mi sedetti sul marciapiede ed accesi una sigaretta, la seconda della giornata. Ero nervosa, tesa, arrabbiata e un po' delusa.

<<Valentina?>> Sento dire da una voce. Alzo lo sguardo e me la ritrovo davanti. 

<<Matilde.>> Dico alzandomi. 

Speravo di non incontrare nessuno, non perché non le volessi bene, ma perché in certi momenti preferivo la solitudine. Stare in pace e cercare di fare smettere ai pensieri di tormentarmi. 

<<Che ci fai qui da sola?>> 

<<Sto aspettando che mia madre torna da lavoro.>> Mento. Non sapevo dove fosse mia madre ed ero talmente sfinita che non la chiamai. Avrei aspettato fino a sera, se era il caso. 

<<Vieni a casa mia beviamo una tisana.>> 

<<Mi fanno schifo le tisane, ma un caffè lo accetto.>> Ammetto rivalutando la solitudine, forse in quel momento avevo bisogno di un amica. 

Camminammo poco, dato che casa sua era a qualche isolato dal mio. Quando entrammo a casa sua, le luci dell' albero di natale davano un sacco di calore alla casa. 

<<Bello l' albero.>> Affermo, omettendo che l' albero che facemmo io e Matthew fosse più bello. 

Ci sediamo in cucina e mi fa un caffè mentre lei era pronta a sorseggiare la sua tisana alla cannella.

<<Come va con Matthew?>> Mi domanda ed io avrei preferito non toccare quell' argomento. 

Io e Matilde eravamo compagne all'asilo. Inizialmente era un odio amore il nostro, poi crescendo mettemmo da parte l'astio. Con Elisa invece, per quanto ci conoscessimo da poco, rispetto a Matilde, era l' amica della quale mi fidavo di più in assoluto.  

Fragile // Matthew e MewDove le storie prendono vita. Scoprilo ora