I FRA: 1

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Ricordava bene quella giornata.
I suoi amici erano andato a trovarlo a casa, per la prima volta erano tutti a casa sua.
Mai era successo una cosa simile, di solito i compagni di classe, sempre di tre o quattro anni più grandi di lui, lo ignoravano.
Incredibile, dieci anni ed era in classe con degli adolescenti.
Era un bambino intelligentissimo, dolce con tutti, allegro.

I genitori rimpiangevano quel giorno.
Rimpiangevano di avergli permesso di invitare quegli "amici" a casa.

Quel giorno avevano perso il sorriso del loro bambino, la sua dolcezza, avevano perso la luce in quei straordinari occhi viola.
Perse la fiducia negli altri.
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Londra

In una segretissima ex base militare, si nascondeva il gruppo dei 100.
Un gruppo formato da cento persone che a seguito di un'invasione aliena avvenuta lo scorso 16 agosto, avevano ottenuto dei poteri.

Loro, va segnato, che erano solo una piccola parte. In totale erano cinquecento ottanta sette

A formare il gruppo dei 100, e a salvare i 587 quel fatidico giorno, fu Michael Hart, un uomo proveniente dal futuro.

Insieme a colui che veniva considerato il miglior scienziato al mondo, Charles Cavanagh, Hart aveva formato il gruppo per per addestarli e farli diventare, un giorno, eroi.

Dopo due mesi dall'invasione, si manifestò la prima possibile missione.
Hart comissionò ad uno dei 100 di formare una squadra e guidarla.

Siccome cinquecentottantasette persone erano tante, per l'inizio si scelse l'idea di chiamarli per numeri. Un po' disumano, ma, in effetti, non c'era tempo di imparare prima i nomi e poi affrontare gli alieni.

A formare la squadra fu Peter Mike Shaw, alias Quarantasette. Ventenne, altro inglese, di Londra.
Ragazzo magro, circa sul metro e ottanta, corti capelli castani, con un piccolo ciuffo che pendeva verso destra, e degli straordinari occhi viola.
Peter aveva il potere di controllare la tecnologia.

Peter si mise in marcia. Reclutò le persone, secondo lui, adatte alla missione e, insieme a loro, si mise in viaggio sul velivolo con cui Hart era venuto dal futuro.

In un paio d'ore, stavano già volando sull'Oceano Indiano.

I sette ragazzi erano disposti ben distanti gli uni dagli altri, per adesso preferivano tende le distanze.

Peter era chiuso nella sala pilotaggio, attento ad andare nella giusta direzione.

Fuori alla porta c'era, in piedi, Manuel Machiavelli, alias Due-Otto-Cinque.
Diciannovenne napoletano, alto un metro e settantacinque, con scuri capelli rasati.
Aveva abilità rigenerative.
Più staccato dagli altri, con le braccia conserte e i suoi occhi neri scrutavano gli altri ragazzi presenti.

Poco distante c'era Andreas Meyer, alias Quattordici. Diciottenne tedesco, di Colonia. Basso, sul metro e sessanta, forse meno, molto magro ma, nonostante ciò, poteva contare una buona massa muscolare, tenendo sempre conto la bassezza. Capelli biondi e occhi azzurri.
Lui poteva aprire dei portali vibrazionali.
Aveva i gomiti poggiati sulle ginocchia, era quasi completamente immobile, ogni tanto si guarda, timidamente, intorno.

Disposti l'uno di fronte all'altro, con le braccia conserte e la testa pensierosa chinata verso il basso. C'erano...

Erik Hosk, alias Novantasei. Diciottenne svedese, di Malmo. Basso, sul metro e sessanta, magro, corti capelli biondi, occhi azzurri come il ghiaccio e dei baffi quasi invisibili.
Lui aveva poteri medici.
Ogni tanto alzava lo sguardo verso colui che gli era di fronte.

Sascha Stinson, alias Diciassette. Diciottenne metà islandese, metà napoletano. Basso, forse nemmeno arriva al metro e sessanta, fisico gracile, scheletrico, accompagnato dalla carnagione molto chiara.
Il suo potere principale era la supervelocità, poi c'erano il controllo delle esplosioni, i poteri psichici, e si sperava nient'altro.
Sotto il largo cappuccio, nascondeva dei capelli biondi, con due ciuffi che gli cadevano ai lati, e degli occhi azzurri.

I FRA: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora