NEMICI: 28

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Pochi mesi prima

«Ce l'ho fatta» annunciò estasiato lo scienziato norvegese Bohr, conosciuto tra i suoi colleghi per la sua enorme follia.
Aveva in mano uno strano oggetto e lo mostrava con soddisfazione a Richard e agli altri capi.
«Tempo qualche settimana e potrò anche mettere dei poteri nel corpo stesso delle persone.»
I suoi occhi erano spalancati, il sorriso si allungava quasi fino alle orecchie.
«Per adesso useremo questi.»
«Bene... a chi andranno dati?»

Richard fece segno agli altri, dunque entrarono nel laboratorio tredici persone.
«Loro sono tra i più spietati ed efficienti assassini al mondo, loro useranno queste tue creazioni.»
«Oh» disse sorpreso. «Voi non vi risparmiate.»
Il suo volto mostrava soddisfazione e orgoglio per ciò che aveva fatto.
«Noi vogliamo vincere» rispose Lilian sicura di sé. «E useremo qualsiasi mezzo.»
A proposito di vincere usando ogni mezzo, a Mauricio venne un'idea. «Ci sono quei tizi, quegli strani esseri, i Capitali.»
«Di cosa parlate, se posso impicciarmi?» domandò curioso Bohr.
«Di certe persone, sette precisamente. Persone speciali, qui da non si sa quanto tempo.»
«Da migliaia di anni» intervenne Lilian.
Richard si voltò verso i colleghi. «Credo che, sì. Potranno essere utili per la realizzazione del nostro piano.»
~~

I dieci assassini rimasti in vita erano al palazzo, a ricomporsi dopo lo scontro con i Fra.

Grundy e Teersa erano con loro, posavano gli occhi sui loro corpi sudati e seminudi, in mente avevano le peggio fantasie.
Grundy non tolse gli occhi dai seni prosperosi delle uniche due donne, nella sua testa li metteva a paragone con quelli prematuri che solitamente vedeva. Stessa cosa faceva per i gingilli degli uomini. Ammise a sé stesso, però, che in effetti non gli facevano così tanto effetto quanto quelli fanciulleschi.
Teersa non era da meno, ma i motivi erano diversi. Per lei era un gioco da fare sugli altri, un gioco di cui lei deve essere solamente spettatrice, al contrario di Grundy, che amava essere partecipe.

Ed ecco che spalancarono la porta i cinque capi.

I dieci interruppero ciò che stavano facendo e si misero composti per un attimo.
«Ottimo lavoro ragazzi» esordì Richard.
«Ma alla fine sono riusciti a scappare» ribatté, sorpreso, dal complimento l'uomo del ghiaccio. Ricordando anche che in dieci non erano riusciti a sconfiggere un nano in fin di vita, il quale, alla fine, li aveva anche terrorizzati.
«Sempre meglio di ciò che ha fatto il vostro collega afro e quei Capitali» disse Lilian sottovoce.
«Loro sono stati sconfitti in un battito di ciglia» spiegò Yuma.
«Voi invece» si intromise Drew. «Li avete praticamente sconfitti, sottomessi.»
«Se non fosse arrivato quel salvataggio improvviso» continuò Mauricio. «Li avreste sicuramente finiti.»

«Siamo sulla strada giusta» affermò Richard mentre osservava, determinato e deciso, la città dall'alto della finestra. «Dovrete essere pronti in qualsiasi momento. Proveranno ad avere una rivincita. Stavolta finirete il vostro lavoro.»

«Come agiremo ora?» domandò Grundy.
«Non mi piace l'idea che quelli si aggirino qui nel mio paese» continuò Teersa.
«Appena sarete tornati in forma li andrete a cercare» ordinò Drew.
«Mentre aspettiamo gli altri» aggiunse Yuma sottovoce, lanciando un'occhiata ai suoi colleghi.
~~

I cinque capi si ritirarono nella sala concessagli dai sovrani del posto.
Dentro c'era Clara, seduta vicino ad una finestra, non legata, se voleva lanciarsi da essa sarebbe morta sicuramente, mentre la porta era chiusa dall'esterno, impossibile, per lei, da aprire.

«Ammiri il panorama?» le domandò Richard.
«Goditelo» le consiglia Mauricio divertito.

Yuma le si avvicinò, quasi premurosamente. «Stai bene? Vuoi altro da mangiare?»
«Che ti importa?» domandò con indisponenza la principessa.
«Starei cercando di non farti morire di fame.»
«Sto bene» rispose fredda per poi tornare a guardare il panorama. «Sono ancora vivi?»
«Pensiamo di sì, ma non ancora per molto.»

«Era fatta» disse arrabbiato e rammaricato Drew. «Era finita, ce li eravamo tolti di mezzo, ci eravamo tolti quel dannato, piccolo, ragazzino dalle scatole!»
Per la rabbia sbatté un pugno su un tavolino, rompendolo.
«Calmo Drew» lo invitò Lilina. «Quel "quasi" dà buone speranze.»
«Infatti amico mio» intervenne Richard. «Solo contro quei dieci sono quasi morti. Anche se sono arrivati quei due tizi, come potranno resistere quando insieme ai serial killer arriveranno i soldati americani?»
«Per loro non c'è speranza» batté le mani già sicuro della vittoria Mauricio.
«Il piano avrà inizio» disse Yuma. «Toglieremo di mezzo i peggiori dei 587. E soprattutto toglieremo finalmente di mezzo il piccoletto.»
«Ve lo immaginate?» Richard sì, già lo immaginava. «Un futuro senza il piccolo Sascha Stinson. Finalmente potremmo ucciderlo.»
«È lì, tutto tornerà come deve essere.»

Clara provava a trattenere le lacrime, stringeva forte i denti e i pugni, mentre ascoltava le crudeli parole dei suoi rapitori.
Pensava a quei ragazzi che aveva visto entrare nel Palazzo. Li attendeva. Sapeva che sarebbero tornati il prima possibile.
«Avanti Erik» pensò fra sé. «Venite e ponete fine a tutto questo. Se non lo farete voi, molte brave persone moriranno. Vi prego, venite presto.»

I FRA: Una nuova eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora