«Mh... dunque ci sono edifici in mezzo a questo deserto.»
Andreas si toglie il caschetto e avanza verso il grande complesso che si è ritrovato davanti.Trova tra i primi edifici un albergo, ci entra dunque dentro.
Davanti ha subito la reception, litiga un po' con il cellulare, notando la scarsità della linea e l'impossibilità di poter contattare i compagni, poi si dirige verso l'uomo che lo osserva guardingo.
«Si è perso?» domanda l'uomo, forse scocciato, stanco.
«Sì» risponde seccato il tedesco, guardando il telefono e battendolo sul palmo della mano. «Non riesco nemmeno a contattare i miei amici.»
«Vuole una stanza dove riposare? Siamo abituati qui ad ospitare persone che si perdono nel deserto.»
Andreas si guarda le tasche. «Non ho soldi del posto.»
«Non si preoccupi, offre la casa.»
Andreas fa un leggero sorriso e ringrazia.
«Ecco le chiavi. Se vuole, la sala ristorante è aperta.»
«Oh, grazie.»
«Prenda quello che vuole, non faccia complimenti.»
Lo guarda meglio prima di andarsene, gli è sembrato un tipo cordiale, ma allo stesso tempo pareva che nascondesse una sorta di paura.
Verso di lui?Senza perdere tempo, va nella sala ristorante, dove c'è un bel po' di gente. Alcuni uomini, vestiti con abiti eleganti, sorseggiano vino e qualcuno fuma pure.
Andreas compie attentamente tutti i suoi movimenti, cerca di non attirare l'attenzione.
«Hey straniero...» e invece se ne sono accorti. «Da dove vieni?»
«Germania» dice timido mentre si accomoda.
«Come mai qui?»
«Mi ero perso nel deserto...» fa un leggero sorriso per cercare di allontanare la tensione.
«E come mai eri nel deserto?»
«Una piccola gita... non andata bene.»«Vuoi un po' di vino?» offre uno degli uomini.
«No no grazie, mangio qualcosa e poi vado a riposare un po'.»Il giovane tedesco si è seduto abbastanza distante da quei tipi. Mentre mangia ascolta le loro incessanti chiacchiere.
«... ha fatto davvero un bel lavoro.»
«STA facendo un bel lavoro. Sta continuando, ricorda.»
«Vero, vero. Porta avanti questo posto da solo e lo fa in maniera impeccabile.»
«Tutto questo facendo anche favori a numerosi stranieri.»
«Prende questo posto sperduto e lo trasforma in una meta turistica. In pochi hanno le capacità di fare cose del genere.»
«Tutto fa il carattere. Senza carattere non si va da nessuna parte.»
«Sì, va ammesso che prima di tutto è un uomo starordinario.»
«Di bel aspetto, accompagnato spesso da belle donne.»
«Dà lavoro a tanta gente, anche ai suoi familiari che, fatemelo dire, non sono nemmeno una sua unghia.»
«Certo potrebbe condividere qualcosa con noi...»Andreas si alza ed esce dalla sala, stavolta riesce a non far attirare attenzioni su di sé.
Per quanto gli piaceva il cibo, non vedeva l'ora di andarsene e non ascoltare più le parole di quelle persone.
Gli uomini come loro sono sempre i peggiori, questo l'ha imparato abbastanza bene in passato.
I bianchi in giacca e cravatta che si credono i padroni nel mondo, erano tanti nel suo quartiere, un peggiore dell'altro. Avrebbe tanto voluto dargli una lezione, avrebbe tanto voluto vendicarsi per i maltrattamenti avuti, ma non ha mai trovato il coraggio.Sale nella sua camera. Ovviamente, per una stanza gratis, si aspettava uno sgabuzzino, invece la stanza è molto carina. Piccola, il letto la occupa quasi interamente, una porta che conduce ad un bagno, questi però è grande.
Posa la maschera e armi sul comodino e poi si va a sdraiare sul letto.Il riposo non dura molto. Dopo nemmeno un'ora è già con gli occhi aperti. Tenta invano di prendere di nuovo sonno, ma non ci riesce.
Decide dunque di uscire dalla stanza. Magari una passeggiata potrebbe fargli bene.Arriva alla reception, sul bancone nota un barattolo con dentro delle caramelle zuccherate.
«Ne approfitto.»Davanti a lui tre membri dello staff sbuffano, seccati.
«I signori se ne sono finalmente andati. Non ne potevo più delle loro stronzate.»
«Già, ci lavorassero loro per lui. Bastardi.»
«Stanno sul loro piedistallo e se ne fregano degli altri, ci spremono fini al midollo e non ci danno niente.»
«È sfruttamento, ma da chi possiamo andare? Da nessuno. Non abbiamo speranza, inutile che ci proviamo.»
«Ma tu sai dei fratelli?»
«Ovvio, uomo di merda anche con loro. Lasciati lì a terminare la loro vita in modo lento e atroce. Orribile.»
«Lui, lui, lui. Deve andare tutto a lui.»
«Non ci resta che subire.»
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I FRA: Una nuova era
Science FictionIN REVISIONE I Fra, un gruppo di ragazzi dal passato travagliato che li ha portati, col tempo, a distaccarsi dai legami sociali. Fino a quando si ritrovano a formare una squadra per impedire, non si sa come, ad una bomba atomica di distruggere il Su...